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Como, dopo 20 anni di liti l’atto che cambia tutto: addio allo storico chiosco sul lungolago

Ora è definitivo: l’ormai storico chioscio Al Molo sul lungolago di Como verrà smantellato e libererà completamente l’area occupata ora dalla struttura bar e dai tavolini all’esterno. Alla conclusione di una vicenda ormai ventennale – la prima concessione del Comune risale al 25 giugno 2004 – si è arrivati tramite un atto transattivo proposto dai legali del chiosco e accettato dall’amministrazione.

I termini dell’accordo che pone fine a lustri di battaglie legali, udienze, ricorsi, appelli, sentenze e ordinanze non sono stati resi pubblici. Ma un dato è sicuro e soprattutto è nero su bianco: “Le parti (Comune di Como e titolari del chiosco, ndr) sono addivenute alla determinazione di porre definitivamente termine all’annosa controversia in tutti i suoi aspetti, definendo, in via transattiva, la stessa nonché ogni altro diritto, ragione o pretesa, dedotto o deducibile, connesso o comunque riferibile al contenzioso di cui alle premesse, alle condizioni infra meglio indicate in modo da poter addivenire, oltre che alla cessazione di un contenzioso lungo e dispendioso, anche alla definitiva liberazione dell’area dal manufatto ancora ivi insistente, a cura e spese dell’ormai ex concessionario”.

Davvero difficile ricapitolare la vicenda che ha visto sfidarsi amministrazione e privati per anni – in particolare dal 2017, quando la concessione era effettivamente scaduta e la battaglia si era inasprita – ma la sostanza si può riassumere così: il Comune di Como, di fatto, chiedeva la rimozione della struttura dal nuovo lungolago dall’area demaniale occupata, mentre i gestori del chiosco si opponevano facendo valere i loro diritti a continuare l’attività. Ora ecco – persino un po’ a sorpresa – la svolta finale: accordo, atto transattivo a chiudere un ventennio di carte bollate e prossimo sgombero della zona con addio al chiosco.

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75 Commenti

  1. Sono, oramai, trent’anni che vivo a Como e dintorni e, in questo considerevole arco di tempo, ho solo potuto notare come questa bella città sia cambiata pochissimo e pure in peggio.Non c’è cultura del bello e del celebrativo.La “novità” è vista e vissuta come un ostacolo a uno “Status quo” che definire patetico e conservatore è un efemismo.
    Mai visto tanto immobilismo, mancanza di stile, autoreferenzialita’ psicotica e ostinata belligeranza nei confronti dell”estetica nella più ampia definizione del termine.
    Bar, anche storici, sunti e bisunti, negozi con vetrine vetuste in ricordo degli anni settanta-ottanta, “addobbi” natalizi che fanno pensare più a una festa dei morti invece che alla festa più bella dell’anno.
    Non è una questione politica ma, più disgraziatamente, culturale.
    Per fortuna, la città non è ancora morta ma sicuramente in questi trent’anni ha sempre vissuto come moribonda.

  2. Non condivido la soddisfazione di chi gode della fine di una attività economica, che comunque dava lavoro a delle persone e sostentamento alle famiglie. Se in qualche modo abusivo avrei preferito che il problema venisse sanato, come fatto ai tempi del bar Stadio/Qube che parimenti sorgeva su un terreno demaniale, sanare è meglio che distruggere. Al giusto canone e con regole condivise sarebbe stata una bella opportunità per tutti.

  3. Rapinese, ma non hai mai provato a pensare quale potrebbe essere l’opinione dei cittadini in merito alle tue decisioni circa i cambiamenti che stai attuando all’immagine di Como? Sicuramente no, chi se ne frega di cosa fa piacere o meno ai contribuenti, le uniche scelte valide sono le tue!!

  4. Non riesco proprio a capire gli evviva e la soddisfazione di chi esulta per l’eliminazione di un pezzo di storia del lago.
    Forse nell’animo umano albergano meschinità, invidia e cattiveria in misura sempre più crescente, dovremmo vergognarci di ciò…

    1. Ci tolgono un angolo storico che ha regalato a tutti memorie. Non ho parole per questa assurda decisione. E’ sempre stato così carino e quasi trasparente. Piuttosto che togliessero quell’obrobrio di installazione orrenda che padroneggia in mezzo al lago di fronte a piazza Cavour sulla passeggiata dai giardini. Chiunque lo vede si chiede di come sia possibile che si cercasse a tutti i costi di imbruttire la vista del lago. Altroché il chiosco storico di Como. Ma una petizione non la promuove nessuno???

    1. Mi dispiace molto,la granita al limone più buona non la degustaremo più. Ma possibile che questo Rapinese faccia solo danni.La città dei balocchi via,il Bar Molo via, poi di chi sarà il turno.Comunque Como e diventata bruttissima,code per un traghetto negozi che chiudono,Ma dove vuole arrivare questo Sindaco!!!.

  5. Secondo la filosofia comunale il chiosco andrebbe sostituito con una serie di autovelox intelligenti che misurano la velocità in uscita dal rondo’, giusto per incassare qualche soldino che non guasta mai, in nome e per conto della prevenzione degli incidenti stradali ovviamente

  6. Chissà chi si ricorda anche il cavallo di ferro a gettoni vicino al chiosco…io ero piccolo..ma che semplici bei ricordi..ora sembra tutto sintetico e privo di anima, come probabilmente chi prende queste decisioni..

  7. Leggere i commenti di chi dice che era bello il chiosco mi fa morir dal ridere. Quando fu installato ero ragazzino e ricordo le polemiche per via di un design finto antico, colore verde acceso e strisce gialle che cozzava con tutto.. adesso stessa polemica con la biglietteria, ma il chiosco e’ diventato bello ! .hahhhah

  8. Buongiorno,
    Vivo a Como da 9 anni ed ho sempre pensato che il chiosco fosse un elemento simbolico della passeggiata del lago, a maggior ragione che è da più di 20 anni presente lì.
    Come al solito, come ci ha mostrato più volte questa amministrazione comunale, non si cerca La soluzione logica, bensì Una soluzione … fregandosene di ciò che gradirebbero i cittadini.
    Se è vero che il contenzioso è stato ereditato è anche vero che è un dovere del comune prendere decisioni che tengano conto delle volontà di tutti gli “ Attori “: i cittadini, la storicità e la fattura del chiosco, i passeggeri che scendono dal treno che vorrebbero vedere il lago, il comune con un affitto adeguato ecc.
    Senza troppe polemiche si poteva spostare il chiosco di 50 metri e magari farlo diventare fermata per l’imbarcadero e sostituire quella fantastica biglietteria stile : stazione fermata Tor di Valle anni ‘80… con tutto il rispetto per il quartiere Tor di Valle.
    Salute a tutti

    1. Buongiorno
      È un’attività esistente da una vita,un esercizio come tanti altri sparsi in città(vedi chioschi p.zza mercato,alcuni brutti e fatiscenti, davanti alle storiche MURA cittadine,tenute male anche loro),ben tenuto,funzionale per i passanti,ottimamente gestito da ottimo personale.Povero comune,quanti scempi vedremo ancora!!!!!

  9. La realizzazione del lungolago non ha minimamente il senso del bello. Una “cozzaglia” di elementi studiati male, obsoleti, mal gestiti e non funzionali… dalla biglietteria a quelle panchine già vecchie solo a guardarle.
    Tutto questo, ed altro ancora rappresenta la mancanza di competenza e l’incapacità di saper gestire e realizzare opere che dovrebbero essere realizzate per valorizzare e migliorare ciò che c’era. L’unica cosa che pare evidente è di come siano stati spesi male una montagna di soldi…

    1. Certo, quelli prima (Landrascina, Lucini, Bruni, Botta) erano dei geni assoluti. Io non sono amico di Rapinese ma arrenditevi cari nostalgici: a fine mandato la città sarà, nel bene e nel male, più pulita, più ordinata, più sicura e lui sarà rieletto. Questo vuole il comasco medio. Volevate qualcosa di diverso? Sì… ma non sapete nemmeno voi cosa. Ripeto: dovevate pensarci 30 anni fa, non avete fatto nulla e questi sono i risultati. P. S.: personalmente sono più che felice che quella struttura sparisca.

  10. Ma è proprio una città di morti……
    Ma che fastidio da una struttura così….
    Eppure questo sindaco di adesso è anche giovane……
    Povera Como……..
    Rimarrà sempre una città spenta di idee…..

  11. Peccato prima in quel punto c’erano anche i tandem e “pedalo’ barchetta “e il bar battello dall’altra punta della passeggiata , che sono stati tolti e mai piu’ rimessi, prima c’era piu’ divertimento : ora cosa rimane? 🥺sono molto triste ,vorrei che tutto tornasse come prima, la gente era piu’ felice ed il fine settimana ci si poteva divertire (dopo una settimana di lavoro) con queste attrazioni che si pagavano,ma almeno ci si divertiva
    Ed il trenino per bambini ai giardinetti a lago e le biciclette a noleggio sempre zona giardini a lago?
    Anche il politeama una volta era il cinema principale di Como e chi si ricorda quando c’era un piccolo zoo a como zona carrefour a lago ? 🥺🥺🥺certo lo zoo in centro comprendo che oggi sia impossibile averlo di nuovo , ma il resto invece ? A voi non vi manca tutto questo ? 🥺Buona serata a tutti

    1. Divertire?!?! Ma se bastava una telefonata a far chiudere qualsiasi locale, anche molto lontano dal centro, e la città murata era vuota anche il sabato sera! Ma dove hai vissuto?!?!

  12. Io la farei spostare sopra il tetto dell’autostazione di piazza Matteotti: un magnifico terrazzo da dove godere una privilegiata vista dall’alto sul lungolago gustando una consumazione!

  13. A me un po’ dispiace, si mangiava delle buone coppe di gelato a prezzi accessibili, cosa abbastanza rara ultimamente a Como. La vista del lago!! Con tutto il lungolago che c’è, proprio quel chiosco lo oscurava? Ma dai!!!

  14. Amici della redazione: un po’ a sorpresa? Dopo avere perso al TAR e in sede cautelare al Consiglio di Stato (con motivazione tranchant) a maggio… mi pare logico epilogo. Oltretutto si recupera una vista davvero bella arrivando dalla lariana e dalla stazione.
    Bene così!

  15. Quindi sfrattano l’unica cosa guardabile di quella schifosa spianata con una fila di vasche-porta pattumiera, panchine già rotte, una biglietteria automatica e un prefabbricato.

    1. Un baretto in meno , che non aveva diritto a rimanere lì.
      Bene !
      Speriamo facciano altrettanto con l’occupazione di suolo pubblico selvaggia fatta da tanti esercizi.

  16. Da quale giunta è nata la procedura? Adesso i dati dovrebbero essere pubblici, onde verificare eventuali danni erariali per il Comune di Como, di cui dovrebbero rispondere i firmatari.

  17. Un peccato: il chiosco in quella posizione forniva un buon servizio ai gitanti senza dare fastidio a nessuno. Lo frequentavamo, ragazzini, già negli anni ’90.

  18. Rapinese ha sempre voluto apparire come un politico trasparente che si differenzia dall’opacità degli appartenenti ai partiti politici.
    Dovrebbe rendere noti i contenuti dell’accordo quindi.
    Come avrebbe dovuto dire a chi ha donato il 10% dei guadagni delle iniziative natalizie, sempre che di guadagni ce ne siano stati.

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