Solo pochi giorni fa il Tavolo per la Competitività, riunitosi per discutere del tema del giorno, ovvero potenzialità e problemi del settore del turismo (qui i dettagli), aveva avanzato una proposta: ovvero quello di “coordinare, in collaborazione con l’Università degli Studi dell’Insubria e con il coinvolgimento delle Associazioni datoriali e sindacali, la realizzazione di uno studio di prefattibilità per promuovere la sperimentazione di un regime che agevoli la trasformazione dei contratto di lavoro stagionali in assunzioni annuali, attraverso il riconoscimento di una riduzione degli oneri contributivi”.
Richiesta valutata positivamente seppur bisognosa di verifiche, da parte della Uil, presente al Tavolo, che però contrasta con le cifre.
Chiare le parole del subcommissario della Uil Lario, Dario Esposito:
“I dati Excelsior, forniti da UnionCamere, offrono infatti uno scenario di precarietà cui non è possibile rimanere indifferenti, nel mese di maggio (solo per citare un esempio) le nuove assunzioni nel settore del turismo hanno avuto una tipologia contrattuale a tempo indeterminato solo in 11 casi su ogni 100 nuove attivazioni. A fronte di questa netta preponderanza dei contratti a termine vi è un’alta richiesta di esperienza e di soggetti con un percorso di studi secondario sul turismo, l’enogastronomia, l’ospitalità: nel 75% dei casi infatti è stato richiesto ai candidati, per le nuove assunzioni, una esperienza pregressa o nel settore o nella professione. Non è inoltre di maggior conforto il dato, fornito da Open Data Inps, che su 5.006 assunzioni stagionali (complessive in tutti i settori produttivi) avvenute nel 2022, solo in 117 casi vi è stata una successiva trasformazione del rapporto lavorativo in un contratto indeterminato. Se a questi numeri aggiungiamo che nel 2022 l’isee medio (dato comprendente tutti gli isee prodotti al di là del settore produttivo di riferimento) è stato di 18.704 euro esce un quadro in cui valorizzare il lavoro deve considerarsi una priorità. E’ questa la priorità che deve darsi il Lario se vuol riuscire a non vedere aumentare il mismatch crescente fra domanda ed offerta di lavoro: puntare sulla stabilità dei rapporti lavorativi, su premi produzioni e sistemi di welfare aziendale che sappiano incentivare i dipendenti, garantire percorsi di crescita professionale e qualificante che possa contribuire ad aumentare – nel modo più nobile possibile – la produttività “.