Chiude l’Hospice San Martino, il luogo in cui da vent’anni molti comaschi, e le loro famiglie, hanno trovato supporto, ascolto e amore, prima ancora che cure sanitarie, negli ultimi giorni del difficile percorso della malattia.
E la comunicazione, arrivata in questi giorni al personale sanitario e, di conseguenza, alle famiglie degli ospiti, è un fulmine a ciel sereno per la città che rischia di perdere un luogo prezioso e unico.
“Quest’anno avremmo dovuto festeggiare vent’anni dall’apertura dell’Hospice e, invece, ci troviamo ad affrontarne la chiusura – commenta Cristian Belloli, infermiere palliativista e direttore della struttura – pur volendo tenermi fuori da qualsiasi polemica politica o relativa all’amministrazione, ho il dovere di difendere questo servizio e far capire cosa rischia di perdere la comunità comasca se l’Hospice dovesse chiudere definitivamente, è una questione umana”.
Perché qui, tra il verde del parco che ospitava l’ex manicomio, c’è molto più di un semplice luogo in cui vivere gli ultimi giorni di vita con un’adeguata assistenza sanitaria ma c’è, appunto, ancora vita degna di essere vissuta fino all’ultimo istante: “Sono sicuro che si troverebbero senza problemi dieci posti letto dove poter ricoverare i pazienti che seguiamo, ma non ci sarebbero più le pizzate con le famiglie in giardino o il concerto del figlio per la mamma malata qui nel verde con tutti gli ospiti ad ascoltare, moriranno semplicemente in un letto d’ospedale – prosegue Belloli – so quanto sia difficile tenere aperta una struttura come questa ma, se davvero crediamo che il fine vita sia un valore e lo sia anche il conforto che ricevono le famiglie, perderla è un crimine e noi abbiamo il dovere di difendere l’umanità ricordando che ci sono luoghi che vanno gestiti non solo con i soldi, ma soprattutto con il cuore”.
E proprio per raccontare la straordinaria bellezza e importanza di questo luogo capace di trasformare il peggior dolore in dolcezza e amore, l’Hospice San Martino aprirà le sue porte a tutti sabato 29 giugno alle 16: “Sarà un momento per farci conoscere meglio dalla città e far capire quanto sia preziosa una struttura come questa perché, come personale, prima ancora che per il nostro futuro professionale siamo preoccupati per le famiglie che non avranno più un punto di riferimento così importante – conclude – quel pomeriggio lanceremo anche dei palloncino con alcuni messaggi scritti dai parenti dei nostri ospiti e l’invito, a chi ne dovesse ritrovare uno, a farcelo riavere. È un modo simbolico per dire che, in un momento in cui l’Hospice rischia di volare via e perdersi, quando cadremo a terra qualcosa di quello che abbiamo costruito finora tornerà indietro”.
“La decisione è stata presa alla luce di problematiche gestionali che si protraggono da lungo tempo – fanno sapere dal Consorzio A.S.P. che dal 2010 gestisce l’Hospice – non si conoscono ancora nel dettaglio le tempistiche relative alla chiusura, che verranno definite nelle prossime settimane e non sappiamo se la struttura verrà gestita in futuro da altri”.
15 Commenti
Non ho parole …..
Sono un infermire in pensione e penso nn solo alle famiglie degli ammalati che una famiglia hanno ma a quei poveri soli che come famifnglia hanno solo le varie strutture cittadine come caritas parrocchiale o
altre simili senza le quali nessuno si cura di loro nenche x fare I funerali .che il cielo ci aiuti .grazie a chi potrà adoperarsi questa struttura continui ad essere operativa
Ho avuto modo di frequentare l’Hospice purtroppo per motivi personali. Trovo orribile che non si trovino risorse per mantenere in piedi questa struttura che da’ sollievo non solo al malato ma anche ai familiari. Devo però dire che trovo ingiusto che ogni volta ci si scagli contro la politica che non interviene. La politica siamo noi: a parte i costi gestionali sicuramente altissimi, c’è la necessità di personale volontario che H 24 sia all’ingresso per accogliere i parenti. Ho sempre visto solo persone anziane, sempre le stesse e sempre in pochi, presente anche durante le feste di Natale. Como è una città ricca, si apra una sottoscrizione per la raccolta di fondi e di sensibilizzazione.
Speriamo in un ripensamento. Questa scelta potrebbe fare emergere la totale disumanità dell’uomo teso a perseguire un obiettivo! Ricordarsi sempre che morire può essere un’esperienza terribile e di dolore e un posto dove l’abbraccio allevia è vitale. Non si può lasciare andare….
Questa notizia mi ha intristito.
La chiusura dell’hospice S. Marino è segno del degrado e dell’insensibilità umana difronte al dolore e all’amore nell’ultimo saluto.
ASL, Comune, Regione dove siete.
Una cartina di tornasole del nostro vivere e morire.
Se fossi il sindaco non lo permetterei mai.
Morire nell’indifferenza (delle istituzioni) e nella sofferenza.
Sono un’ infermiera e ho lavorato fino a qualche mese fa all’ Hospice San Martino. Credo fortemente in quel posto, in quello che ogni giorno umanamente si porta ai pazienti e alle loro famiglie. Si riconoscono le sofferenze, le si accolgono , le si sostengono. E trova sicuramente il mio pieno appoggio il Direttore Belloli Cristian che da due anni a questa parte ha cercato di essere un punto di riferimento per la Comunità comasca, per i pazienti e le loro famiglie e per tutto il personale che con grande competenza svolge il proprio lavoro quotidianamente.
Non dobbiamo permettere che il San Martino chiuda i battenti!
Credo che un posto dove la gente venga accompagnata con estrema tenerezza alla morte. Dovrebbero esserci più posti come questo. Nel verde del parco, dove tutti si sentono più tranquilli, anche chi li accompagna. Bisogna capire il significato di un posto come l’hospice a Como. Credo che la gente pensa sempre di non morire mai, soprattutto mai con dolore. Invece la realtà è un altra
Gli appetiti milionari sull’immenso parco non guardano in faccia a nessuno e niente. A brevissimo leggeremo che la Ats è costretta a vendere…. Ripeto costretta perché casualmente non ci sono più soldi o meglio ancora non c’è alternativa. È una tecnica che va avanti dal 1992.
Spero che sia un ripensamento. E’ una struttura necessaria, assolutamente da mantenere. Come si può fare?
Un conto e’ chiudere e un conto è cambiare gestore. Non mi sembra che ciò sia stato adeguatamente spiegato. Alle autorità sanitarie il compito di fare chiarezza in tempi brevi
Concordo.
Orribile
Vergogna assoluta, specchio di una città e una Regione semplicemente disumane
ASSURDO. Una struttura e un personale che sa alleviare in maniera straordinaria i dolorosi momenti deglio ospiti e dei rispettivi parennti e famigliari. Che chiuda è un danno incredibile ed inaccettabile!!