RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Attualità

Como, il canile minacciato dalla piena: “Siamo rimasti con i nostri cani ed è andata bene per un pelo. Ora bisogna rinforzare le sponde ma i fondi sono pochi”

La piena del torrente Valbasca ha messo a dura prova cani e volontari del Parco Canile di Como. Dopo ore di paura e lavoro senza sosta, la situazione è tornata sotto controllo, ma la preoccupazione resta alta. A raccontare quei momenti è il mitico e grandissimo Marco Marelli: presidente dall’Enpa Como (Ente Nazionale Protezione Animali), volontario e anima del canile, che non nasconde la tensione: “Siamo stati ad aspettare che finisse, è andata bene per un pelo. Lunedì non si riusciva nemmeno ad entrare, non sapevamo in che condizione avremmo trovato i cani e la struttura. Poi, per fortuna, l’acqua è calata permettendoci di raggiungerli, solo che alla fine siamo rimasti bloccati dentro anche noi. Solo alla sera, quando ha smesso, siamo riusciti ad andare via”.

La seconda ondata di maltempo è arrivata a mezzanotte. “Sono andato da solo e ho tenuto tutto sotto controllo – continua Marelli – Una volta non esistevano né queste raffiche né queste bombe d’acqua così violente. Lo vediamo anche dagli alberi secolari che hanno resistito fino ai giorni nostri per poi crollare proprio ora. Anche i cani hanno sofferto, l’acqua picchiava sul tetto e ha persino grandinato. Alcuni erano terrorizzati e non hanno toccato cibo: c’è un cane che mangia sempre tantissimo e invece ha smesso del tutto, proprio per lo spavento”.

“Sono i nostri cani, non i cani di nessuno”

Nonostante la paura, nessuno ha pensato di lasciare gli animali: “Sono i nostri cani, non i cani di nessuno. Qualsiasi cosa sarebbe successa non li avremmo mai abbandonati”, ribadisce il presidente.

Per il futuro, i volontari stanno già pensando a soluzioni per limitare i rischi. “Terremo dei sacchi per isolare i box dei padiglioni – spiega Marelli – Non ci sono stati danni alla struttura, ma le sponde del ruscello sono molto indebolite. Prima o poi succederà ancora e potremmo non essere fortunati come questa volta: meglio prevenire e rinforzarle. Ci muoveremo con dei muratori per sistemare, anche se con i finanziamenti che abbiamo non è semplice“.

Durante l’emergenza non è mancato l’impegno di tutti: “È stato un grandissimo lavoro, abbiamo usato quattro pompe per far defluire l’acqua dai box. Una fatica enorme ma i volontari si sono sbattuti, rimanendo qui con i cani anche nei momenti peggiori”, sottolinea Marelli.

Il messaggio finale resta chiaro: “In un modo o nell’altro saremmo arrivati, passando dal bosco se necessario. L’importante era che i cani non rimanessero soli. Se gli argini avessero ceduto avremmo subito la stessa sorte, ma non li avremmo mai lasciati soli”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo