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Como, il caso della scuola Corridoni finisce in Parlamento. Avs presenta un’interrogazione

Le vicende della scuola Corridoni arrivano in Parlamento. Lo scorso 29 ottobre infatti Alleanza Verdi e Sinistra ha depositato – attraverso l’onorevole Dori – un’interrogazione formale al Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, al Ministro dell’Interno e al Ministro dell’Istruzione e del merito “per chiedere chiarezza e trasparenza sulla vicenda della scuola Corridoni e per attivare le verifiche ispettive”.

A comunicarlo è l’esponete comasca Elisabetta Patelli che sottolinea come tale atto sia stato necessario per evidenziare “l’assenza totale di un percorso di concertazione con la cittadinanza, le famiglie e il corpo docente, nonostante gli obblighi di legge – scrive – Oltre ai pareri tecnici negativi non considerati o aggirati, incluso quello dell’Ufficio Scolastico Provinciale”.

Senza contare “il rifiuto, da parte dell’Amministrazione, di valutare proposte alternative migliorative già presentate dagli Istituti e dalle comunità educative. Inoltre le valutazioni sulle capienze dei plessi scolastici sono basate su parametri obsoleti e non coerenti con l’attuale organizzazione scolastica a tempo pieno”.

Nessuna attenzione poi alle possibili sedi alternative. Inoltre – si sottolinea – nei plessi oggetto di chiusura “risultano essere stati recentemente realizzati interventi finanziati con fondi del PNRR, che vincolano la destinazione d’uso scolastica degli immobili almeno fino al 2030, rendendo la demolizione potenzialmente configurabile come danno erariale”.

Forte, vista “la mancanza di una motivazione fondata, il dubbio che l’abbattimento serva per realizzare parcheggi e strutture di servizio del nuovo stadio e degli spazi commerciali collegati”.

La città – questa la conclusione – “merita trasparenza totale e ascolto. Gli spazi pubblici non possono essere trattati come merce di scambio per operazioni speculative. E’ urgente fermare le decisioni calate dall’alto, riaprire il dialogo con chi la scuola la vive ogni giorno e garantire che le trasformazioni urbane rispondano al bene comune, non agli interessi di pochi”.

Qui sotto il testo dell’interrogazione:

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

Al Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, al Ministro dell’Interno, al Ministro dell’Istruzione e del merito – Per sapere – premesso che: il Comune di Como ha approvato una delibera che prevede la chiusura e la successiva demolizione della Scuola Primaria “Corridoni”, insieme ad altri plessi scolastici cittadini, con il contestuale trasferimento forzato degli alunni in sedi alternative;

nella stessa delibera comunale emerge che l’area occupata dalla scuola “Corridoni” è indicata come potenziale destinazione per la realizzazione di un autosilo (parcheggio multipiano) connesso alla riorganizzazione dei parcheggi nell’ambito del progetto del nuovo stadio “Sinigaglia”, promosso dalla società calcistica Como 1907, già oggetto di ampie contestazioni per il suo impatto paesaggistico e ambientale;

tale decisione è stata assunta senza alcun percorso di consultazione con famiglie, docenti, consigli d’ istituto e comunità locali, in contrasto con i principi di partecipazione sanciti dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 275 dell’8 marzo 1999 in materia di programmazione dell’offerta scolastica;

i pareri tecnici acquisiti, compresi quelli dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Como, risultano critici o contrari al progetto e la delibera comunale non contiene adeguate motivazioni rafforzate a sostegno della scelta di chiusura; diverse segnalazioni mettono in luce una contraddizione tra le analisi tecniche svolte dal Comune nel 2024 e quelle attuali, dalle quali vengono tratte conclusioni opposte a partire dagli stessi dati di popolazione scolastica;

le valutazioni relative alle capienze dei plessi scolastici, alla base della decisione comunale, risultano basate su parametri obsoleti (D.M. 75/1975) e non coerenti con l’attuale organizzazione scolastica a tempo pieno, che prevede mense, laboratori e spazi per l’inclusione degli alunni con disabilità;

nei plessi oggetto di chiusura risultano essere stati recentemente realizzati interventi finanziati con fondi del PNRR, che vincolano la destinazione d’uso scolastica degli immobili almeno fino al 2030, rendendo la demolizione potenzialmente configurabile come danno erariale e in contrasto con gli obiettivi di sostenibilità e rigenerazione educativa previsti dal Piano;

le sedi alternative indicate presentano inoltre criticità oggettive: accessibilità pedonale, distanza, assenza di mense o laboratori adeguati e inidoneità ad accogliere in condizioni di sicurezza gli alunni e le alunne, con una riduzione complessiva della qualità educativa;

la vicenda ha suscitato forti proteste tra i genitori e il personale scolastico, che hanno denunciato l’ assenza di ascolto da parte delle istituzioni e una percezione di subalternità dell’interesse scolastico a favore di interessi urbanistici connessi allo stadio cittadino;

la demolizione della scuola Corridoni non risponde a logiche di razionalizzazione dell’offerta formativa, ma a finalità di carattere urbanistico e commerciale, ponendo in secondo piano l’interesse primario dei minori in favore di un progetto urbanistico ampiamente contestato da associazioni, cittadini e studiosi per la sua invasività paesaggistica e ambientale, in un’area già sottoposta a vincoli e forte pressione urbanistica;

Se i Ministri interrogati, alla luce di quanto espresso in premessa,, ritengano legittima la procedura adottata dal Comune di Como e se intendano attivare verifiche ispettive al fine di accertare la correttezza delle valutazioni di capienza e di idoneità dei plessi scolastici alternativi, nonché verificare il rispetto dei vincoli di destinazione d’uso e di rendicontazione dei fondi PNRR al fine di evitare la possibile configurabilità di un danno erariale derivante dalla demolizione di edifici recentemente ristrutturati con fondi pubblici.

On. DEVIS DORI

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