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Como, il gioiello abbandonato del Razionalismo rifugio dei senzatetto: Asilo Sant’Elia simbolo di due drammi

“Questa è la situazione stamattina all’Asilo Sant’Elia, dove un senzatetto ha scelto di dormire qui approfittando dello stato di abbandono in cui versa l’edificio”. A segnalarlo è l’architetto Paolo Brambilla, vero e proprio nume tutelare di questo monumento che ne ha più volte segnalato il crescente degrado e che ha inviato alla redazione questo scatto, accompagnato da un titolo che sa ormai di rassegnazione: “Hotel Sant’Elia”. L’immagine parla da sola: una persona senza dimora – in queste ore di gelo, con temperature scese sottozero in città e in provincia – dorme avvolta in un sacco a pelo a ridosso delle vetrate dell’edificio di via Alciato, capolavoro razionalista chiuso ormai da 4 anni e in stato di evidente degrado e incuria. Due drammi diversi ma che alla fine sembrano fondersi nella stessa istantanea.

“Mi fa piacere sapere che il sindaco parli di lavori di sistemazione futuri ma questo non significa che, nel frattempo, l’Asilo venga abbandonato al suo destino, con le reti da cantiere strappate e il giardino pulito solo in occasione del sopralluogo della Soprintendenza e alla mercé di chiunque – dice Brambilla – è la prima volta che vedo qualcuno dormire qui ma già in altre occasioni ho visto gruppetti di persone bivaccare nel giardino e utilizzarlo come wc e questo è inaccettabile perché, esattamente come farebbe chiunque con una proprietà privata anche in attesa di ristrutturazione, il Comune non può permettersi di non occuparsi neppure della manutenzione ordinaria e del controllo di un monumento di questo valore”. L’ultimo sopralluogo sulla struttura risale alla metà dello scorso ottobre, quando vi si recarono il sindaco Alessandro Rapinese, vari assessori, il dirigente alle Opere pubbliche Luca Noseda e la Soprintendenza: alla fine si è parlato di un possibile progetto di recupero in arrivo entro marzo 2024.

“Di questo passo – conclude l’architetto con una provocazione tra l’ironico e lo sconsolato – tanto vale trasformarlo ufficialmente in un dormitorio a disposizione dei senzatetto, almeno verrebbe riaperto e riscaldato invece di essere abbandonato in questo modo”.

 

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6 Commenti

  1. Ieri questo ha destato l’attenzione sulla questione . Se il comune si trincera dietro a discorsi sulla indagine conoscitiva, sui tempi lunghi della burocrazia, ricordiamo che ciò che scandalizza è il contesto in cui viene abbandonato il bene, la sciatteria. Basterebbe un pò di buona volontà e di senso del decoro. L’orrida rete rossa strappata non serve a niente , la soluzione non è recintare , ma tenere in ordine . Mettere delle telecamere. Togliere cartacce e secchi della pulizia abbandonati fuori. Fare fare pulizia all’interno, eliminando tutto ciò che non ha più senso, come un buon custode dovrebbe fare. Rivedere il progetto dell’area verde esterna così come l’aveva pensata Terragni.

  2. Gli architettoidi potrebbero anche spe dersi per i giorlielli liberty, barocchi, rococò e neo classici, non solo per le cag**e del modernismo, dopotutto i barboni trattano meglio le loro creazioni.

    1. I palazzinoidi come lei non vedono l’ora di abbaterlo e farci un autosilos visto che non sono minimamente in grado di capire, neppure campassero 2.000.000 di anni, L’immenso Valore dell’edificio, dell’idea che ne sta alla base.
      È un edificio di una modernità pazzesca e con soluzioni geniali che sono state copiate successivamente in tutto il mondo….. tranne in mondo di chi ha una mente da premio Nobel come la sua!!!

  3. Allucinante….. siamo oltre la devastazione, siamo alla follia pura!!!
    A questo punto propongo di “regalarlo” ai disperati che dormono in strada.

  4. Su Comozero del 16/07/2023 l’architetto Attilio Terragni, intervistato, disse che con 500000 euro avrebbe sistemato il Sant’Elia (per Rapinese ci vogliono 4 milioni). È grave che nessuno abbia dato ascolto all’architetto; ma, d’altra parte, a questa giunta – come a quella precedente – dell’Asilo Sant’Elia non importa assolutamente nulla.

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