L’ordine degli architetti deve tornare a essere “la casa degli architetti. A partire dalla nostra sede che deve aprire le porte agli iscritti, che invito a essere sempre più presenti, e anche alla cittadinanza”. Questo uno degli obiettivi del neoeletto presidente dell’ordine degli architetti Paolo Molteni.
Caratteristica che negli ultimi anni, a partire dal Covid “si era un po’ persa. Obiettivo è riaprire, prevedere anche eventi culturali e diventare centro di dibattito culturale a livello cittadino”.
Intanto sul lato formale va detto che nella seduta del 5 novembre 2025 si è ufficialmente insediato il nuovo Consiglio dell’Ordine che, durante la prima riunione, ha proceduto alla nomina delle cariche istituzionali: Presidente: architetto Paolo Molteni, Segretario: architetto Silvia Volontè e Tesoriere: architetto Matteo Nava.

Completano la composizione del Consiglio gli architetti Enrico Clerici, Maria Valeria Colombo, Giorgio Costanzo, Federica Douglas Scotti, Eleonora Figini, Diana Rachele Fullin, Frida Galparoli, Lucrezia Benedetta Lombardo, Gianfredo Mazzotta, Giacomo Maria Ismaele Pozzoli, Emiliano Sarti ed Enea Guzzetti. Il nuovo Consiglio resterà in carica per il quadriennio 2025–2029.
E immediatamente viene da domandare al neoletto presidente come vede la città di Como, coinvolta in una fase di profondi cambiamenti. Una città “stravolta” – anche in positivo va sottolineato – dall’overtourism e una città che sotto l’amministrazione Rapinese vede tornare sotto i riflettori grandi temi: dal nuovo stadio, al futuro della Ticosa, passando per opere quali il palazzetto di Muggiò.
“Viviamo un momento di profondo mutamento. Questo è sotto gli occhi di tutti. A partire dall’overtourism. Como ha subito degli stravolgimenti nel modo d’uso che si fa della città non tanto nella forma. Per me in questo contesto è decisivo l’approccio culturale ai vari temi. Determinante la pianificazione degli eventuali progetti, l’aspetto urbanistico. Il tutto collegato a una giusta programmazione. Su ogni tema, a mio parere, non si deve essere a priori pro o contro. Bisogna discuterne senza tralasciare il fatto che è inevitabile e spesso utile la presenza di interessi privati oltre che pubblici. E proprio questi interessi vanno modulati sapientemente. La politica ha un proprio, difficile ruolo”.
Ecco perché su temi di grande importanza “a mio avviso sarebbe fondamentale l’utilizzo del concorso di progettazione che garantisce la possibilità di avere in mano il maggior numero di elementi e proposte da poter poi valutare e su cui basare la validità di un’idea”.
Ragionamento che non può non portare a calarsi nella stretta attualità cittadina. E allora viene subito spontaneo chiedere un’opinione sullo stadio e sull’infinto dibattito nato sul futuro del Sinigaglia. Progetto che ha suscitato discussioni e polemiche.
“Si parla di una trasformazione importantissima e che non si vede facilmente nelle città. È vero che le città sono vive e spesso tollerano cambi e stravolgimenti ma nel caso specifico, forse, tutto l’iter avrebbe avuto bisogno di maggiori discussioni e analisi. Magari anche di un concorso di progettazione per avere più elementi e più punti di vista. Capisco, naturalmente, l’interesse privato, però sulla bilancia va attentamente ponderata anche la ricaduta sul pubblico”.
E certamente non “può essere presa in considerazione la realizzazione di un autosilo al posto di una scuola (il riferimento è all’ipotesi di realizzare al posto della scuola Corridoni un parcheggio multipiano). In tal caso la risposta sarebbe peggio della domanda”. (Oggi peraltro i genitori hanno annunciato il ricorso).
Altro tema di rilievo è quello relativo alla Ticosa. In una visione futura della città ha senso riconvertire una superficie così ampia in un parcheggio”.
“Seppur necessari, una città non può essere vista come un luogo dove creare solo posti auto o luoghi lussuosissimi fronte lago o case per dormire. Non mi stancherò mai di ripeterlo, una città deve avere una strategia, deve avere funzioni diverse. In Ticosa, ad esempio andrebbe necessariamente creata un’area con più servivi e utilizzabile dai cittadini. Bisogna progettare e gestire la Ticosa così come deve avvenire per l’overtourism e gli altri grandi temi”.
Infine, il presidente ribadisce “la gioia per l’elezione e per la fiducia che mi è stata concessa. Obiettivo immediato è quello di fare in modo che l’ordine degli architetti diventi sempre più luogo di dibattito cultuale. Noi intanto faremo ripartire a breve i nostri tavoli di lavoro interni con un occhio sempre aperto verso la città che vogliamo riportare a partecipare”.