“Registro, come sempre, che in Comune passi ‘la ciucca’ d’agosto e intanto studiamo le carte in attesa dell’incontro che il sindaco ha fissato per il 15 settembre prossimo con i presidenti dei consigli d’Istituto delle scuole coinvolte dalle chiusure”.
Sono queste le (ovviamente metaforiche) parole con cui di Simone Molteni, presidente del Consiglio d’Istituto Como Borgovico di cui fa parte la scuola di via Sinigaglia, ha commentato per noi l’annuncio di oggi da parte del sindaco Alessandro Rapinese e della vicesindaco e Assessore alle Politiche Educative Nicoletta Roperto, sulla chiusura della scuola elementare di via Sinigaglia, ultima “vittima illustre” del piano di riorganizzazione delle scuole intrapreso dall’amministrazione comunale (qui la cronaca).
“Quello che dispiace è questo continuo far spendere risorse in tempo e denaro ai cittadini in battaglie che poi perde, invece di occuparsi di questioni più importanti – ha poi aggiunto – il lato positivo è che a poche ore da questo annuncio mi hanno già contattato un centinaio di persone che si sono messe a disposizione, anche a livello professionale, per dare una mano in questa nuova battaglia e che si aggiungono a quanti hanno già portato avanti le loro ragioni per altre scuole (il riferimento è ai comitati nati in difesa del nido Magnolia, delle elementari di via Perti e dell’asilo Carluccio di via Volta, per i quali il TAR si è espresso rinviandone la chiusura Ndr)”.
Sul tavolo, le sorti di una delle scuole più attive e amate della città, 210 alunni in crescita rispetto all’anno scorso tanto da aver permesso l’apertura di un’ulteriore classe prima, che ancora non sanno dove potranno andare a scuola se la Corridoni dovesse essere davvero chiusa l’anno prossimo: “Trovare una collocazione per tutti quei bambini alla vicina media Foscolo è materialmente impossibile – spiega infatti Molteni – non restano che le elementari di Tavernola e quelle di via Fiume con tutti i problemi logistici immaginabili, visto che si non si trovano nel quartiere, ma dall’altra parte della città con i ben noti problemi di traffico”.
Nessun commento ufficiale da parte di Molteni, invece, circa l’ipotesi che questa chiusura possa avere a che fare con il progetto del nuovo stadio e con la necessità di dotarlo di un autosilo. Idea che era stata avanzata a inizio anno in un artico del quotidiano La Provincia a firma di Paolo Moretti e che, tuttavia, il sindaco aveva apparentemente rispedito al mittente giusto lo scorso febbraio rispondendo alle richieste di chiarimenti da parte dell’opposizione: “Se fosse stato interesse di questa amministrazione fare un autosilo lì, a parte il fatto che è sempre meglio fare un autosilo che fare niente come succedeva in passato quando voi chiudevate le scuole e basta, rimanevano lì a marcire e nel caso trovo che sia assolutamente decoroso e dignitoso che abbiano un’altra funzione e lì un autosilo serve, ma se avessimo voluto fare questo, avremmo chiuso quella lì e ne lasciavamo aperta un’altra – aveva infatti detto – pensate che ci manchi il coraggio di chiudere la Sinigaglia? Abbiamo dimostrato che quello che vogliamo facciamo”
“Quindi qual è il problema? – aveva proseguito – Che non avremmo il coraggio di dire che vogliamo chiudere una scuola? Abbiamo detto che ne avremmo chiuse addirittura due l’anno prossimo quindi non potete accusarci che teniamo nascoste le cose. Se avessimo voluto chiudere quella scuola lì, per logica non ve lo avremmo detto? O meglio, la chiudevo prima di altre. Poi nello specifico, tranquilli che di scuole ne dovranno essere chiuse altre”.
La scuola di via Sinigaglia, inoltre, non più tardi di un anno fa era stata indicata tra le alternative per gli alunni di via Perti, teoricamente destinata a essere chiusa a partire dal prossimo anno scolastico se non fosse intervenuto il Tar.
Oggi però, qualcosa nei piani del Comune è decisamente cambiato e ora si preannuncia una nuova battaglia.
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