La pioggia non ha fermato quanti si erano dati appuntamento fuori dalle micropiscine di via del Dos per manifestare contro la chiusura degli impianti e la mancanza di informazioni sul futuro.
La chiusura delle micropiscine e della palestra, struttura che accoglieva oltre 700 utenti, risale infatti all’estate 2022, quando furono evidenziate diverse criticità, anche a livello strutturale in aggiunta alla sospensione della gara per individuare il nuovo gestore.
Da allora, però, poco o niente si è mosso e questa mattina si è voluto nuovamente evidenziare la situazione.
Tra i promotori dell’iniziativa odierna c’è Enzo Cresta segretario del circolo PD di Como Sud. “1202 giorni dalla chiusura della piscina, uno scandalo – ha ricordato Enzo Cresta – I 90 giorni promessi dal Sindaco Alessandro Rapinese, per la riapertura, dopo gli interventi di manutenzione, si sono replicati per più di 13 volte. Il disagio ai 130 utenti e la privazione di una struttura, sul territorio comunale, di fondamentale importanza nella terapia e riabilitazione motoria, ci vede ancora presenti, per chiedere la riapertura della piscina di Via del Dos”.

E nel ripercorrere le varie tappa si è fatto riferimento anche alla “risposta data, nella seduta consiliare del 4 settembre, all’interrogazione da parte del gruppo PD, in merito ai tempi di fine lavori. In quel caso il Sindaco lapidario aveva detto “la riapriremo”. Ultimo atto, dell’Amministrazione Comunale, l’assurda scelta di servire i pasti, del servizio diurno, attraverso il centro unico di cottura. Ci sono disabilità che hanno bisogno di alimenti preparati ad hoc, per il singolo, non possono essere standardizzati”.
Erano presenti circa 50 persone tra le quali Pia Pullici, Franco Campanella, Gabriele Romanò, Luca Gaffuri (PD), Elena Negretti (Lega) , Gianluca Giovinazzo (AVS), Alessandro Nardone (FdI), Vincenzo Falanga e Teresa Minniti (Nova Como).
E proprio da questi ultimi arriva un commento. “Siamo convinti che situazioni di questo tipo sono sempre più intollerabili per chi ha bisogno di servizi e strutture create per tutelare le fragilità e per le famiglie che ancora una volte vengono lasciate sole. Eravamo presenti per questi motivi e per ribadire la necessità di riaprire subito servizi di questa natura”, fanno sapere da Nova Como.