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Como, la ‘rivoluzione’ parcheggi e tariffe: “Pronto il ricorso, 30 anni di errori. La giunta non ha letto quel documento”

Da qualunque parte la si guardi, la rivoluzione dei parcheggi, annunciata dal sindaco Alessandro Rapinese, rappresenta in assoluto “una grande occasione persa. Uno spreco”. E se è vero che uno dei grandi problemi di Como, da sempre, è la mancanza di posti auto “non è abbattendo una scuola per far spazio a un autosilo o sacrificando un’immensa area come la Ticosa solo per degli stalli che si risolvono i problemi e si guarda al futuro di Como”. E intanto – a titolo precauzionale – si parla anche di un possibile “ricorso al Tar”.

Alessandro Rapinese

Questa netta bocciatura arriva dal presidente di Acus (Associazione civica utenti della strada), l’avvocato Mario Lavatelli che era già intervenuto di recente in questo articolo. Una voce, quella di Acus, che nel corso degli anni ha sempre evidenziato da un lato la necessità di creare una città a misura di residente (qui le questioni legate ai parcheggi dedicati) ma anche di automobilista che ha bisogno di poter trovare un posto auto a un costo non esorbitante non proprio in estrema periferia e magari, perché no, magari vicino a casa.

Mario Lavatelli

Ma, partendo dal nuovo regolamento che tanto sta facendo discutere, ecco che leggendo il documento si vede come molti posti gialli sono destinati a diventare blu, parcheggi bianchi cancellati, via quasi tutte le gratuità nei festivi e nuovi parcometri. Inoltre, spariscono gli stalli per moto in Largo Miglio, utili agli studenti dei licei Volta e Ciceri. Senza dimenticare le mega tariffe da tre euro all’ora 24 ore su 24, vale a dire un costo giornaliero di 72 euro nelle zone considerate a maggior vocazione turistica, solo per citare alcuni elementi.

La premessa dell’avvocato Lavatelli è chiara. “Il problema di fondo è che la disciplina della sosta come modalità della circolazione e la conseguente tariffazione devono rispondere non già principalmente a criteri di “cassa” o dissuasivi della sosta ma tenere conto di tutti gli interessi coinvolti. Elemento che qui manca”.

E così ecco subito un primo chiarimento. “Non è possibile che i posti gialli si trasformino in blu, non è possibile che chi aveva uno stallo vicino a casa o comunque comodo per le proprie esigenze, adesso si ritrovi senza posto e a dover cercare parcheggio nelle strisce blu. Di recente abbiamo chiesto all’amministrazione di fare un passo indietro su questo regolamento e ci aspettiamo che così avvenga per tutelare residenti, cittadini e quanti arriveranno in città. Se così non fosse siamo già pronti a fare ricorso al Tar”, spiega il presidente di Acus annunciando dunque una prima novità.

Ma non è l’unica. “Esiste poi anche un’altra strada per far valere le proprie ragioni. Visto che tale delibera è per noi discutibile, può anche capitare che una persona, dopo aver preso una multa, decida di chiedere al giudice ordinario di disapplicare la delibera in questione. Già in passato abbiano avuto un caso simile”, dice Lavatelli.

Secondo Acus vi sarebbe un progressivo cumulo di errori originati in passato che cadrebbe fatalmente sull’ultimo documento. In particolare, si parla di un testo del 1995 definito illegittimo e da annullare o revocare. Il documento di Rapinese dunque “contiene un’evidente contraddittorietà” gemmata dall’errore di 30 anni fa. Così l’associazione affonda: “La Giunta Comunale non ha letto compiutamente il testo della deliberazione del 1995″.

Intanto sullo sfondo di questa intera vicenda c’è anche il fatto che “la città di Como “manca” di almeno 4000 posti auto ed il centro storico, per varie ragioni, non ultime la carenza di parcheggi o l’esosità di quelli disponibili, è soggetto ad una progressiva desertificazione (1968: circa 9.000 abitanti; 1970: circa 11.000 abitanti; attualmente tra i 3.900 e 4.200 abitanti”.
Un buco che “nessuno ha mai colmato e di certo quest’ultima decisione non aiuterà a risolvere, anzi inciderà ancora di più nell’aggravarsi di tale situazione”.

Inevitabile, in tema di parcheggi, non citare due elementi chiave nella discussione. Uno, ormai molto datato, il futuro della Ticosa e l’altro, decisamente più attuale – con un infinito strascico di polemiche – quello relativo all’ipotesi di abbattimento della scuola Corridoni per far spazio a un autosilo a servizio delle partite del Como e dell’utenza.

“Sulla Ticosa, presenza ingombrante ormai da decenni, il giudizio è chiaro. Giusto pensare alla creazione di parcheggi ma assolutamente sbagliato, come si vorrebbe invece fare, pensare di utilizzare per intero un’area così ampia solo per dei posti auto. Non ha molto senso. Si tratta di un compendio enorme, all’ingresso della città, dove sicuramente dei posti auto mancano ma dove sarebbe meglio ipotizzare innanzitutto l’insediamento di servizi per la città e per i cittadini”.

La scuola Corridoni di via Sinigaglia

Ultimo passaggio, infine, l’idea di un autosilo al posto di una scuola. Non serve neanche la domanda per far rispondere in maniera netta. “Non ha senso. Sarebbe una scelta inammissibile. Certo c’è più che mai bisogno di parcheggi in questa città, ma abbattere una scuola è illogico”.

Anche perché il discorso è ovviamente molto più ampio. “Non è compito di Acus o mio entrare nel merito di un piano così importante come quello di uno stadio – conclude Lavatelli – Ma realizzare una struttura così impattante sul territorio circostante, deve essere valutato in maniera molto minuziosa. Sono tantissime le variabili da tenere in considerazione. Penso, ad esempio, a chi magari si trova con una casa fronte lago che da un giorno all’altro non ha più il panorama davanti a causa della nuova struttura. E parlo non solo di svalutazione dell’immobile ma anche del rispetto del bello e di una zona di pregio”.

L’articolo è uscito in prima battuta su ComoZero periodico del 5 dicembre 2025

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