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Como, altri minori stranieri abbandonati fuori dalla questura. Ci pensano i soliti don Giusto e Croce Rossa. Bedetti: “Il sistema è folle”

A due settimane dall’arrivo a Como di tredici minori non accompagnati lasciati per giorni ad attendere l’intervento, mai pervenuto, del Comune responsabile per legge della prima accoglienza (il sindaco Rapinese, su Etv, aveva poi spiegato di aver partecipato alle riunioni sul tema col prefetto), la situazione si ripete identica (qui le cronache precedenti). E, ancora una volta, a “metterci una pezza” sono il solito Don Giusto, parroco di Rebbio, e il campo di accoglienza per adulti di Lipomo gestito dalla Croce Rossa Italiana. “Se non ci fosse da piangere sembrerebbe una barzelletta perché il copione è assolutamente identico a quello dell’altra volta – racconta Chiara Bedetti di Refugees Welcome che ci ha contattati per raccontare questa nuova triste vicenda – esattamente come è successo qualche settimana fa, martedì una volontaria ha incontrato un ragazzino egiziano seduto sui gradini della Questura in attesa di essere fotosegnalato e indirizzato a un centro di prima accoglienza, così ci siamo subito attivati”.

Assolte le pratiche in Questura, e in assenza di una soluzione da parte del Comune, esattamente come già accaduto due settimane fa con gli altri ragazzi, il sedicenne è stato poi accolto da Don Giusto per la notte e per tutta la giornata di ieri, giorno festivo durante il quale gli uffici sono chiusi.

“Quando oggi lo abbiamo riaccompagnato in Questura per capire se fosse stata trovata una soluzione per lui (la presenza del minore in Questura è necessaria nel caso venisse trovato un posto di prima accoglienza libero Ndr), abbiamo trovato altri due ragazzini suoi coetanei, uno egiziano e l’altro del Benin, e, come sempre, ci siamo alternati per non lasciarli soli e per procurare loro almeno un panino per pranzo – continua – ma ancora una volta dal Comune non è arrivata alcuna soluzione per accoglierli ed è intervenuta, esattamente come l’altra volta, la Croce Rossa per accompagnarli al campo di Lipomo”.

“Quello che vediamo in questi giorni è un sistema folle perché lascia dei minori fragili in balìa di se stessi, se non interviene il buon cuore di qualcuno che li accoglie per la notte, gli dà un passaggio o anche solo gli porta da mangiare o una giacca – conclude Bedetti – evidentemente a Como c’è un problema di arrivi ma è altrettanto evidente che, mentre si cerca una soluzione politica, non ci si può limitare ad avere solo sedici posti di pronta accoglienza perennemente pieni. Serve un hub per minori adeguato e serve che chi di dovere si prenda le sue responsabilità senza scaricarle sui volontari o su don Giusto, anche perché se per caso dovesse succedere un incidente o anche solo una rissa, di chi sarebbe la responsabilità?”.

E proprio per parlare di minori non accompagnati, mercoledì 8 novembre alle 18 presso Palazzo Carducci in viale Cavallotti si terrà un tavolo di discussione organizzato dalla parrocchia di Rebbio, dall’Osservatorio Giuridico per i Diritti dei Migranti e dal Progetto S.C.I.A.T. (Cammini di Inclusione e Autonomia Territoriale di MSNA e neomaggiorenni) a cui sono invitati i cittadini ma, soprattutto, tutte le istituzioni per provare a fare il punto e a confrontarsi su quanto è possibile fare affrontare, insieme, questa situazione ormai arrivata a un punto decisamente critico.

Locandina MSNA A4
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6 Commenti

  1. non capisco ma li leggete i giornali? non vengono da soli ma sono accompagnati seguendo un piano di distribuzione sul territorio stabilito dal ministero dell’interno.
    Una volta portati a Como è il sindaco che se ne deve fare carico.
    Vi piaccia o no.

  2. Evvai con il solito complottismo strisciante, e con le solite assurde prese di posizione, facendo finta di ignorare che le istituzioni hanno dei doveri. Avanti, avanti, il bar è sempre aperto, e serve volentieri i bianchini!

  3. Ripeto per l’ennesima volta che i volontari se VOGLIONO fanno il sacrificio di rinunciare a 30 euro a testa al mese per sempre e con una bellissima colletta raccolgono i soldi per affittare uno o più appartamenti per ospitare i minori a cui tengono tutti loro. Ovviamente cercare di capire chi permette ai minori di arrivare qui senza nulla non è minimamente possibile. Cercare di capire chi gli paga il biglietto ferroviario non è minimamente possibile. etc.

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