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Como, parla la comunità pastorale di Rebbio: “Totale condivisione del pensiero di don Giusto. Rileggete bene cosa ha scritto”

Le parole di Don Giusto nell’ultimo editoriale pubblicato sul periodico della parrocchia di Rebbio e Camerlata, “Il focolare”, hanno acceso un ampio dibattito nei giorni scorsi: Don Giusto: “Como città disumana. L’intolleranza si fa strada nei quartieri. E facciamo fatica a identificarci con chi ci governa”.

La reazione nettamente più forte, riportata dal quotidiano La Provincia, è stata quella del sindaco di Como, Alessandro Rapinese che ha detto: “Posso garantire che a Rebbio non vedono l’ora che a don Giusto trovino un’altra destinazione. I rebbiesi non riconoscono più il loro quartiere e non si riconoscono nemmeno nel suo caotico e disordinato modello di accoglienza e, francamente, appena dovesse essere trasferito, anch’io sarò più sereno considerate le lagnanze che mi continuano ad arrivare dal quartiere. Mi chiedo ancora a che titolo gestisse prodotti commestibili come i cocchi o se tutte le persone che accoglie lo siano nel rispetto di tutte le leggi sanitarie che valgono della nostra Repubblica”.

Questa sera poi è arrivata una Nota dell’Assemblea della Comunità Pastorale che si schiera con forza dalla parte di don Giusto. La riportiamo integralmente:

L’assemblea della Comunità Pastorale di Rebbio e Camerlata, riunitasi nei giorni 12 e 13 settembre 2025, intende esprimere la propria totale condivisione del pensiero del parroco, don Giusto Della Valle, espressa nel suo recente editoriale sul periodico “Il Focolare”.

Le sue parole, riportate anche da diversi media, sono state fonte di dibattito e hanno stimolato la nostra riflessione. L’assemblea invita tutte le persone a rileggere attentamente il testo originale, per coglierne il profondo significato: la richiesta alle istituzioni di assumere una posizione chiara e agire con urgenza di fronte a una situazione internazionale inaccettabile.

L’editoriale di don Giusto mette in luce, tra l’altro, la drammatica situazione in Palestina, con particolare riferimento a Nablus, città gemellata con Como. Negli ultimi mesi, la città è stata teatro di continui raid da parte dell’esercito israeliano, con arresti, perquisizioni e uccisioni. Il 6 settembre 2024 la giovane attivista turco – americana Aysenur Ezgi Eygi è stata uccisa da un colpo alla testa da parte di un cecchino israeliano durante una manifestazione pacifica contro alcuni insediamenti illegali a sud di Nablus. Più recentemente, in data 27 agosto 2025, l’invasione della città da parte delle Forze di Difesa di Israele (IDF) ha provocato ottanta feriti.

Eppure davanti a tanta sofferenza ricordiamo come durante il consiglio comunale del 17 febbraio 2025 alla richiesta di esprimere solidarietà alle città gemellate di Nablus in Cisgiordania e Netanya in Israele, la giunta abbia risposto con un netto no. L’assemblea si unisce all’auspicio di don Giusto affinché l’amministrazione comunale riprenda i contatti con le città gemelle, in particolare con Nablus, dando un segnale forte di solidarietà e attivazione concreta verso le popolazioni coinvolte, così duramente provate.

Il pensiero di don Giusto rispecchia l’impegno della nostra comunità, che in città sperimenta quotidianamente quella “Chiesa ospedale da campo” tanto voluta da Papa Francesco. Le nostre attività, non solo attraverso l’accoglienza, cercano ogni giorno di sanare le ferite dei più fragili, supplendo spesso a funzioni pubbliche e favorendo l’integrazione e la coesione sociale. In un mondo che presenta preoccupanti segnali di indifferenza e colpevole passività, le parole del nostro parroco sono un potente stimolo per evitare chiusure e non smarrire il senso di comunità.

Per noi, il rispetto e l’amore per il prossimo sono valori evangelici fondamentali. Come ci ricorda il Vangelo di Matteo: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti” (Mt 7,12). Questo principio guida la nostra azione quotidiana e ci spinge a promuovere il dialogo, il confronto e l’ascolto.

La nostra comunità pastorale crede fermamente nella corresponsabilità tra istituzioni, parrocchie, associazioni, enti del terzo settore e cittadini. Solo lavorando insieme possiamo raggiungere obiettivi condivisi: garantire a tutti un’abitazione, un lavoro, aprire luoghi di aggregazione, favorire una vera integrazione tra culture, favorire il dialogo intergenerazionale. L’impegno per la “polis”, la città, deve orientarsi al bene comune e non temere la dialettica, ma usarla per ricomporre il tessuto sociale e dare risposte concrete alle aspettative delle persone.

L’assemblea della Comunità Pastorale di Rebbio e Camerlata

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