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Como, per l’associazione Carducci c’è la data dello sgombero: il 5 novembre alle 10. La presidente: “C’è ancora spazio per il dialogo”

Attimi di tensione questa mattina all’Istituto Carducci di viale Cavallotti a Como. L’allerta è scattato intorno alle 10 quando ha cominciato a circolare la voce che questa volta polizia locale e il sindaco Alessandro Rapinese sarebbero arrivati per mettere veramente i sigilli alla struttura dopo il mancato blitz dei giorni scorsi. Nulla di fatto in un primo momento.

Poi però nel pomeriggio in forma più burocratica e meno scenografica della volta precedente la conferma è arrivata: lo sgombero della struttura ci sarà ed è in programma per il prossimo 5 novembre alle 10. C’è insomma un discreto anticipo affinché l’associazione possa organizzarsi.

“E’ arrivato un atto dal Comune – spiega a ComoZero la presidente Maria Cristina Forgione – che ha comunicato data e orario”. E ora? “Questa sera è in programma il nostro Consiglio e ne parleremo. Ho notato che l’atto è stato inviato per conoscenza anche a prefettura e questura, spero che questo permetta di aprire al dialogo che la dichiarazione di guerra non ci sia e si possa ancora avere occasione di riunirsi e confrontarsi”. Resta però un punto: “L’atto di oggi è un preavviso, ma noi non abbiamo mai ricevuto la notifica dell’ordinanza di sgombero. Questo impedisce di fare ricorso. Come associazione non abbiamo una Pec e dunque aspettavamo l’arrivo di un ufficiale giudiziario. Invece niente”.

Come noto tutto ruota intorno alla scrittura del 1930 che prevedeva la donazione delle mura dell’istituto al Comune il quale in cambio concedeva una sorta di utilizzo imperituro e il pagamento delle bollette a carico dell’amministrazione. A oggi il sodalizio ha impugnato il provvedimento si sfratto dell’aprile scorso, il tribunale però nei giorni scorsi si è pronunciato attivando così il Comune che appunto si è presentato con sindaco e polizia locale tentando lo sgombero, operazione cui la presidente Forgione si è opposta rimediando una denuncia.

Nei giorni scorsi in tv il primo cittadino era stato più che chiaro: “Al Carducci voglio il Conservatorio, arriveremo con la forza”.

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9 Commenti

  1. la vicenda, vista dall’esterno, senza conoscere i dettagli che, immagino, le parti in causa conoscano bene, risulta veramente confusa.
    se esiste un atto, anche se del passato, in cui alcuni locali sono destinati all’associazione Carducci, non comprendo come possa essere attuato uno sfratto – a meno che tale atto abbia perso di validità per motivazioni che non sono state comunicate.
    Oppure l’oggetto del contendere non è l’intero fabbricato, ma solo parte, sinceramente la questione rimane poco chiara. è comunque una scelta discutibile quella di porsi “muro contro muro”, messa in atto tra amministrazione comunale e associazione carducci.

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