“La volontà di eliminare il parcheggio, facilmente giustificabile dal rapporto tra il numero di persone presenti e quello dei veicoli, di per sé non garantirà, però, una nuova vitalità; tutt’altro: il rischio è quello di avere un vuoto ulteriore che riproporrebbe a una scala più grande ciò che accade nell’adiacente piazza Gobetti: un vuoto, in questo caso, circondato da retri in cui, grazie alle ridotte dimensioni, la presenza di un ristorante (oggi chiuso) ha leggermente risollevato”. E’ una delle conclusioni, certamente la più significativa, cui è giunto l’architetto comasco Sergio Beretta dopo un ampio studio effettuato su piazza Perretta protocollato questa mattina in Comune a Como. Una sorta di monito all’amministrazione che ha già avviato il progetto di pedonalizzazione della piazza (le auto dei residenti saranno trasferite in piazza Roma dove sono in corso i lavori per il ripristino dei parcheggi cancellati 10 anni fa).
E’ un lavoro articolato, certosino quello del professionista che offre numeri e dati con una nota: “Le misurazioni sul campo sono state effettuate durante i giorni del 26 e 30 ottobre 2021 dalle 7 del mattino alle 20 di sera. Si tenga presente che all’epoca delle misurazioni il locale “Babi” era chiuso e che il flusso turistico, seppur presente, non era certo di alta stagione e sicuramente
privo della componente dei “gruppi turistici”. Per ciò che attiene alle misurazioni di aree e perimetri, si è fatto affidamento all’aerofotogrammetrico del Comune di Como del 1994 con e opportune integrazioni (parcheggi, sedute esterne)”.
Così, spulciando tra i numeri si scopre lo stato di vitalità della piazza che ospita o vede transitare:
35.082 persone in un giorno feriale
59.586 persone in un giorno del weekend
1.350 auto in un giorno feriale
1.020 auto in un giorno del weekend
Lo studio poi analizza i flussi, la relazione con le vie in entrata e uscita dalla piazza, il contesto urbanistico e architettonico per poi giungere ad alcune conclusioni:
Piazza Perretta è sicuramente un luogo frequentato, anche se pare essere affetta da una sorta di schizofrenia: alla vitalità che si sviluppa sull’asse via Ballerini via Muralto, si contrappone la stasi sul lato settentrionale asse via Albertolli, via Juvarra; con la piazza in sé solo terra di transito. La domanda che ci si deve porre è perché? Cosa provoca questa situazione? Come si evince dallo studio degli edifici che si affacciano sulla piazza, appare evidente che l’edificio dell’ex Banca d’Italia sia quasi un “buco nero” che fagocita tutta la vita che ha attorno; nello specifico, l’ingresso è a una quota superiore, non ci sono aperture in facciata ad altezza occhi che indichino una permeabilità dello spazio (comprensibile considerata la funzione che ospitava) cui si affianca, sul lato nord un edificio che presenta le stesse caratteristiche, seppur mitigato dalla presenza del porticato, e che ospita la stessa funzione, l’UniCredit; il lato est, nonostante la stessa configurazione con la presenza di uno studio dentistico, ospita anche attività commerciali che ne attenuano l’impatto negativo.
È interessante notare che tutti gli edifici fin qui descritti, con l’aggiunta di quello all’angolo tra via Ballarini e Boldoni, Banca d’Italia, Banco di Roma, Assicurazioni Generali, Banco Ambrosiano, facessero tutti parte di una sorta di “zona finanziaria” mostrando tutti i limiti del modello a zone tipico del Movimento Moderno (post Carta di Atene del 1933) cui questi edifici appartengono. In questo scenario, la volontà di eliminare il parcheggio, facilmente giustificabile dal rapporto tra il numero di persone presenti e quello dei veicoli, di per sé non garantirà, però, una nuova vitalità; tutt’altro: il rischio è quello di avere un vuoto ulteriore che riproporrebbe a una scala più grande ciò che accade nell’adiacente piazza Gobetti: un vuoto, in questo caso, circondato da retri in cui, grazie alle ridotte dimensioni, la presenza di un ristorante (oggi chiuso) ha leggermente risollevato.
Sul fronte degli scenari futuri, poi:
È indubbio che alcune attività, come l’ampliamento dei mercatini che oggi si tengono lungo via Muralto possano aumentare la vivibilità e quindi la qualità di piazza Perretta; è altresì vero che soluzioni come questa siano per definizione temporanee e che la loro intermittenza, si voglia anche solo nel ciclo giorno – notte, non siano sufficienti. Oltre alcuni piccole sistemazioni a partire dall’aumento delle sedute pubbliche, l’eliminazione del marciapiede che oggi delimita il parcheggio e un’illuminazione non a carattere stradale come quella esistente, sarebbe necessario per le motivazioni prima descritte un radicale rifacimento del piano terra degli edifici che affacciano sulla piazza.
Immaginando una nuova funzione e una ristrutturazione dell’edificio dell’ex Banca d’Italia oggi del tutto abbandonato (progetti sono in corso, Ndr), sarebbe opportuno che la nuova configurazione prevedesse un piano terra completamente permeabile e di funzione commerciale con più operatori: si verrebbe così a raddoppiare la facciata attiva ora presente solo su via Muralto aumentando quindi la qualità della piazza.
5 Commenti
…come la proposta del Bosco in piazza Cavour, perchè: “è, e sarà sempre un luogo di passaggio”.
Si, se non ci organizzi mai niente sarà sempre un luogo di passaggio, se invece ci organizzi concerti, come nelle piazze delle città che organizzano concerti, improvvisamente diventa un luogo magico, soprattutto d’estate…
Finalmente si pone fine al controsenso di una piazza, sia pur tristotta, piena di auto e il retro di condomini trasformato in piazza. Un grazie all’architetto per il contributo, ma viee da domandarsi lo scopo di tutte queste proposte che arrivano da professionisti, a volte (non questa) con il tono di sentenza. Puro amore per la città? C’è da augurarselo..
Diventerà certamente “piazza Volta 2” ovvero il regno del tavolino selvaggio (gratis) .
I soliti speculatori del “turismo” si fregano già le mani , oramai sono entrati nelle grazie della nuova amministrazione che aveva promesso ( !!!! ) di mettere fine a questi soprusi.
Nel frattempo in piazza Roma il cantiere è già fermo. Dopo una settimana di lavoro transenne e cantiere deserto.
Si perchè, un anno fanno il progetto, il secondo anno lo approvano, il terzo fanno la gara di appalto e il quarto: “se mi rivoti lo facciamo”.