La posizione del sindaco di Como Alessandro Rapinese sugli autovelox è ben nota: sono utili, risparmiano vite umane e puniscono quelli che spesso ha definito ‘sociopatici’. In città dovrebbero esserne installati dieci, il percorso burocratico è stato attivato da tempo dal primo cittadino ed è proceduto spedito ma poi si è impantanato nell’omologazione (problema che non riguarda solo Como ma l’intero Paese). La responsabilità è ministeriale, non è mai stato pubblicato un decreto attuativo.
Oggi Rapinese è intervenuto nuovamente sulla questione con parole di fuoco. Lo ha fatto durante la quarantaduesima Assemblea di Anci a Bologna. Ecco cosa ha detto:
L’autovelox è un preziosissimo strumento di misurazione, è una cosa come la bilancia. Non è che se metti venti chili ti incazzi con la bilancia, no, sei tu che stai a magnà troppo. O se vai a venti all’ora in più ti arrabbi con l’autovelox, non ha senso. E’ quindi uno strumento che misura una velocità oggettiva semplice.
Però in Italia misura una cosa in più, molto più importante, che è l’affidabilità della classe politica. La verita è che l’autovelox in questo Paese rappresenta una cartina al tornasole, una prova chimica, un po’ come quando si va a fare il prelievo del sangue, il tema vero è che questo meccanismo di misura ci dà anche la qualità di noi cittadini e di che esseri umani di qualità siamo, perché diciamo di volere salvare le vite, diciamo di volere la sicurezza ma poi quando ti arrivano 1.000 e rotti euro a casa ti arrabbi e dici ‘è fatto per fare cassa’. [La multa dell’autovelox] Sarebbe il primo prelievo di denaro pubblico che arriva direttamente da un imbecille, ma imbecille due volte; primo perché va veloce, secondo perché pensate quanto è difficile prendere una multa con l’autovelox… Cioè tu stai andando in macchina, ti dicono ‘guarda che tra un chilometro misuro a che velocità vai’ e l’imbecille va e sotto la telecamera dice ciao a 170 all’ora. La patente gliela devi togliere non perché va veloce, perché è scemo.
Guardate che non ci si crede in giro per il mondo sulle polemiche di questo Paese dove a un certo punto viene detto da un ministro (Salvini, Ndr) che ci sono degli autovelox messi in una maniera fraudolenta per fare cassa. E allora quando dici queste parole qua e rappresenti la repubblica, devi avere in mente due cose belle chiare: la prima è che i prefetti sono quelli che assieme a noi vedono il sangue sulle strade. Secondo cosa fa il mio prefetto che mi ha autorizzato dieci autovelox? Non ha detto ‘sindaco dove li vuoi? Sì ma dai tieni…’. Inizia a parlare con la polizia locale, vuole un’indagine, vuole parlare con la sua Stradale, fanno relazioni. Cioè, non siamo la repubblica delle banane, siamo una repubblica seria.
Concluderei dicendo: l’autovelox è un mezzo salvavita esattamente come il defibrillatore. Non ho mai visto nessuno lamentarsi col defibrillatore perché dà la scossa, no. E’ un mezzo e soprattutto ci fa capire a che livello di maturità la nostra Repubblica è arrivata. Perché se siamo qui ancora a discutere sulla possibilità di mettere un decreto in trent’anni da quando esiste il Codice della Strada forse abbiamo un problema ma non con chi ci governa, con noi stessi. E’ questo il problema.
Il video di Citynext: