Timore diffuso per una situazione critica e purtroppo in fase di peggioramento. Assenze nel corpo docente, tra il personale e tra gli studenti, massima cautela da parte di chi era in aula. Sono i tre aspetti che questa mattina, alla riapertura delle scuole comasche erano presenti, visibili e palpabili nei diversi istituti cittadini. I cancelli si sono dunque riaperti e non è stato accolto l’appello di oltre 2mila dirigenti scolastici di tutta Italia, comaschi inclusi ( qui il racconto ), affinché si partisse dal 10 gennaio con la Dad e si rinviasse di almeno un paio di settimane il ritorno vero e proprio sui banchi.
Tra i firmatari della lettera indirizzata al presidente del consiglio Mario Draghi, il preside del liceo classico Volta, Angelo Valtorta. “Navighiamo a vista – afferma – Vediamo cosa succederà nei prossimi giorni. Per questa prima mattinata siamo riusciti ad aprire e a non avere eccessivi problemi. Abbiamo lavorato fino a notte fonda domenica per essere preparati. Stamattina avevamo un centinaio di studenti assenti perché positivi o contatti di positivi e un paio di docenti. Ovviamente se i dati dovessero aumentare il tracciamento salterebbe e la situazione diventerebbe più complicata. Per adesso con le unghie e con i denti cerchiamo di fare tutto il possibile per tenere la scuola aperta”.
Una situazione complicata ma fortunatamente non ancora critica è stata segnalata in altri istituti. “Abbiamo sicuramente avuto delle assenze, in particolare tra gli studenti. Ne mancavano all’appello 150 su 1600 – spiega il preside del Liceo scientifico Paolo Giovio, Nicola D’Antonio – E anche due insegnanti non erano in classe. Diciamo che siamo riusciti a far procedere tutto regolarmente. Ovvio che se la situazione dovesse peggiorare bisognerà intervenire. Oggi comunque tutti i ragazzi erano seri e concentrati. Tutti con le mascherine Ffp2 e non volava un mosca nei corridoi. Tutti si sono resi conto della situazione particolare che stiamo vivendo e tutti si sono prontamente adeguati”.
Avvio con banchi e cattedre vuote anche al Setificio. “Abbiamo retto l’urto. Eravamo e siamo ovviamente preoccupati per la difficile situazione che ci troviamo a dover affrontare ma da parte nostra c’è il massimo impegno e l’assoluto rispetto delle regole – spiega il dirigente scolastico Roberto Peverelli – Avevamo 15 assenti tra i docenti su circa 200 professori e 300 studenti su 1700. Di questi la metà per motivi legati al Covid, tra contatti con positivi, quarantene e altro e il restante non era in classe per ragioni che dobbiamo ancora verificare”.
Un quadro complesso di una realtà, quale è quella scolastica, a forte rischio contagio. “In effetti dal 5 gennaio i numeri dei positivi tra i ragazzi e negli istituti in fase di riapertura sono cresciuti in maniera impressionante e se la curva dovesse continuare a crescere certamente ci avvieremo a grandi passi verso la Dad. Se si dovesse toccare il numero di 3 studenti assenti per motivi legati al Covid in ogni classe scatterà inevitabilmente la chiusura. Attendiamo l’evolversi della situazione”, chiude il preside del Setificio.
“Il primo giorno di scuola? Un delirio”. Questa la risposta, senza troppe possibilità di appello, che arriva dalla dirigente dell’Istituto Comprensivo Como Albate Lucia Chiara Vitale, che nei giorni scorsi aveva firmato la richiesta a Draghi di rinvio della ripresa delle lezioni in presenza.
“Oggi era assente il 15% del personale, tra docenti e collaboratori scolastici – spiega – e, anche se non ho ancora il check esatto delle classi, posso dire che abbiamo ricevuto moltissime richieste di Dad e mi sono già arrivate notizie di sezioni dimezzate”.
Un problema che, oltre a ricadere su docenti e alunni, rischia di travolgere soprattutto le fasce più deboli: “Tra i docenti in quarantena ne abbiamo anche alcuni di sostegno ad alunni gravemente disabili e questo crea un problema duplice – dice Vitale – innanzitutto al bambino che si ritrova sballottato tra diversi sostituti e, in seconda battuta, anche per il tracciamento dei contagi perché, in caso di positività ci troveremmo a dover mettere in quarantena anche quattro o cinque docenti chiamati a tamponare l’assenza del collega”.
E a chi ribatte che è pur sempre possibile ricorrere all’organico Covid (il personale aggiuntivo previsto dal Decreto Rilancio già dal 2020), la dirigente risponde senza mezzi termini: “La scuola non funziona come nel privato, dove se hai bisogno puoi prendere il primo che ti bussa alla porta – spiega – al mio Istituto, ad esempio, spettano solo un docente della scuola dell’Infanzia e tre collaboratori scolastici di cui uno è sempre stato in malattia, ma persino sostituirlo è difficile perché non è detto che il budget che abbiamo a disposizione basti a pagare anche un sostituto. E poi ci sono le graduatorie e il fatto che in tanti sono già stati chiamati altrove o hanno optato per un altro impiego. Già stiamo soprassedendo alla norma che regola i tempi di attesa prima di ricorrere a un sostituto, ma per i miracoli non siamo ancora pronti”.
2 Commenti
È un delirio ovunque, anche nelle aziende. Ma non per questo si chiude. Si gestisce, pur con difficoltà, ma si gestisce.
Fermo restando che una buona parte dei contagiati/quarantenati sono riconducibili al periodo vacanziero natalizio e alle regole sui contatti a dir poco assurde( e infatti cambiate giusto da poco dopo la corsa al tampone selvaggio)….direi che ieri il buon Draghi abbia messo giusto un paio di puntini sulle I…siamo quelli che han chiuso più di tutti le scuole e continuiamo a chiedere chiusure …a qualche km da noi non hanno mai chiuso e non mi pare che si siano estinti o sono stati vittime di catastrofi da contagi….visti poi che piacciono le %…gli anni precovid c’era un tetto di malattia cosiddetta stagionale per cui si chiedeva tutti in casa…suddai. certo bisogna fare attenzione, e chi non lo sta facendo in ogni ambito da ormai da due anni….ma basta con sti piagnistei…da categoria protetta