La premessa: “Non ho letto la documentazione che ha spinto la giunta a bocciare la proposta, quindi potrei rivedere qualche giudizio”.
Però. “Però mi pare chiara l’assenza di una decisione reale, non vi è stata alcuna richiesta di approfondimento o chiarimento, tipiche del Project Financing. Sembra che la giunta non abbia voluto veramente decidere”. Colpisce, in punta di fioretto, ma colpisce.
Ieri sera Mario Landriscina e l’esecutivo di Palazzo Cernezzi hanno respinto la proposta per un nuovo parcheggio a raso in viale Varese (qui la cronaca), al centro, per settimane, di un confronto infuocato fra fronti opposti (tutti i racconti).
Oggi, cose fatte, Angelo Majocchi allarga la cravatta e si lascia (garbatamente) andare. “Ho avuto l’impressione, leggendo le dichiarazioni del sindaco e dell’assessore Bella che vi sia stato quasi imbarazzo nel prendere la decisione”.
Cioè? “Il sindaco ha espresso apprezzamento per alcuni aspetti progettuali e legittimamente evidenziato altri che ha ritenuto critici. E’ esattamente questo che prevede lo strumento del Project, una proposta da perfezionare nel tempo per arrivare a una gara aperta a più soggetti, una competizione virtuosa con altri per fare di più e meglio. Eppure non ci è stato chiesto nulla”.
Perciò, dice l’imprenditore “C’è stata la volontà politica di non decidere pienamente. L’amministrazione, tra contrari e favorevoli, non ha voluto prendersi responsabilità, hanno detto: ‘Lasciamo così””. Però anche vero che il Comune ha spiegato come, dopo la conclusione dei rapporti con Multi, prima o poi arriverà il parcheggio Ticosa.
“Ma sono aree con vocazioni diverse. Viale Varese è centrale, svolge una funzione per i turisti e i visitatori. Ticosa è semicentrale e attira altre utenze. Non sono realtà sovrapponibili. Bella poi ha parlato di piano del traffico, anche qui sono questioni diverse, il Project Financing, per Legge, non deve tener conto degli strumenti di programmazione, altrimenti il privato non potrebbe mai proporre. Mi sembrano scuse, ma quando leggeremo i pareri vedremo”.
Poi parole per il sindaco. “Landriscina dice di sperare che la bocciatura non scoraggi altri progetti, si rende conto che l’atteggiamento non benevolo nei confronti del privato può creare un precedente”. La gara non ci sarà, così Majocchi può svelare i jolly che l’impresa avrebbe presentato in gara: “Intanto avremmo portato il canone di concessione da 450 a 650mila euro, costi di gestione a nostro carico, Iva compresa e cifra netta per il Comune. Oggi nessuno sa esattamente quanto Como Servizi Urbani versa al Comune. Quanto costa Viale Varese? Quanto costa la manutenzione generale, verde compreso? Se si fanno i conti la differenza è bella. Noi avremmo presentato un progetto d’eccellenza per il verde, per le mura, con bike sharing e altro, cose che non abbiamo enfatizzato per non aiutare la concorrenza, c’erano altre aziende interessate, ne siamo certi”.
Insomma, fine dei giochi. “Bella dice che chiederà a Csu di realizzare un progetto, bene, speriamo sia d’eccellenza. Noi siamo sereni, almeno abbiamo riportato viale Varese al centro del dibattito. L’importante è che non rimanga nella mediocrità e nel caos in cui si trova oggi”.
5 Commenti
Bravo CarloB, possibile che nessuno si renda conto che se diamo in gestione tutta la convalle a Nessi e Maiocchi, magari con delle “sbarre di ingresso e di uscita” a Camerlata, Villa Olmo e Blevio, riusciremmo a “far fruttare molto di più” tutta Como ???
É evidente che quell’area potrebbe rendere in termini economici parecchio, ed é scandaloso che CSU non abbia (o non voglia dire) i dati attuali.
Majocchi riuscirebbe a farla fruttare molto di più grazie all’introduzione del sistema sbarra di ingresso e di uscita, e grazie all’innalzamento del costo della prima ora, per questo rilancia
Ancora una volta quello che ha saputo cogliere la realtà é stato Rapinese
Ma quanto insistono.Ci hanno provato durante la precedente Giunta: respinti. Hanno ritentato con l’attuale e stessa conclusione. Ma la ditta Nessi e Majocchi non ha altre risorse intellettuali e economiche per fare business.? Possibile che hanno da puntare solo dove è facile il guadagno anche se a discapito degli interessi urbanistici, ambientali e architettonici della città?
Ma poi quale mediocrità e caos… ma si vergogni…
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Caro Majocchi, fra i vari rilievi mossi c’è anche l’aspetto finanziario, ma mi è parso di capire che non sia l’unico. Di fatto non esiste l’interesse pubblico nel realizzare una proposta del genere o, se anche ci fosse, soccombe in comparazione con altri interessi pubblici (in primis, quello relativo alla tutela costituzionale alla salute).