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Como, voci da un quartiere rassegnato: “I parcheggi? Solo promesse. Così perdiamo anche i clienti svizzeri”

“Dateci dei parcheggi, anche solo temporaneamente, altrimenti il quartiere muore”. L’appello, l’ennesimo, dei negozianti di Ponte Chiasso arriva ancora una volta forte e chiaro nella speranza che, prima o poi, qualcuno si decida ad ascoltarli. A riaprire la ferita, mai chiusa, di chi lavora a due passi dalla dogana con la Svizzera e deve fare i conti con un’inarrestabile fuga dei clienti scoraggiati dall’assenza di posti auto (presi d’assalto dai frontalieri che prendono i mezzi pubblici oltreconfine o lavorano a Chiasso) è una storia al sapore di beffa che abbiamo raccontato qualche giorno fa su ComoZero.it. Cioè quando Tommaso Giudici, titolare del negozio di calzature S.T.E.P Shoes, a poca distanza dal confine, ci raccontava di essersi offerto di pagare di tasca sua la multa presa da una cliente, rea di aver lasciato l’auto in sosta davanti alle vetrine sulla corsia degli autobus (qui il racconto).

“Dopo due giorni senza battere cassa, è finalmente entrata una cliente che voleva acquistare una borsa in saldo lamentandosi di non essere riuscita a trovare un parcheggio nonostante i mille giri del quartiere – erano state le parole di Giudici – allora le ho detto che, trattandosi di una cosa di pochi minuti, poteva lasciare l’auto davanti al negozio sulla corsia dei bus, ovviamente con le quattro frecce accese, tanto l’avremmo tenuta d’occhio e sarebbe uscita al volo in caso di necessità”. E, invece, un attimo di distrazione al momento di pagare era costato una contravvenzione da sessanta euro, pagata appunto dal negoziante, e due punti in meno sulla patente per l’automobilista.

Nessun dubbio sulla legittimità della contravvenzione però, davanti a un quartiere nel quale il numero delle saracinesche abbassate comincia a essere preoccupante, per sopravvivere non resta che invocare un minimo di tolleranza: “Pagare è stata una scelta quasi obbligata per tutelare il poco lavoro che abbiamo, altrimenti perché mai un cliente dovrebbe scegliere noi invece di un qualsiasi centro commerciale munito di parcheggi? – era stato infatti il commento di Giudici – sarebbe bastato affacciarsi alla porta del negozio chiedendo di spostare l’auto, che in quel momento non intralciava alcun bus, venendo incontro a chi cerca di tenere duro in questa zona, dove buona parte dei negozi storici sta chiudendo”.

E a far sentire la loro voce sono oggi, ancora una volta, anche alcuni degli altri negozianti della via che abbiamo contattato per quello che ormai sembra essere una sorta di ‘bollettino medico’: “Continuano a dire che, quando aprirà Esselunga (sull’area ex Lechler, ma il progetto è in stallo, Ndr) avremo parcheggi a disposizione per il quartiere ma, visto che il cantiere non è ancora partito, nel frattempo non si potrebbe avere almeno un po’ di tolleranza per chi lascia qualche minuto l’auto in divieto di sosta, chiedendo di spostarla invece di fare subito la multa? – è il pensiero di Giuseppe Cortese, titolare di un negozio di parrucchiere a poca distanza dal confine – i miei clienti sono per lo più svizzeri e fanno davvero di tutto per trovare un parcheggio regolare, ma qui è praticamente impossibile riuscirci. E se a questo aggiungiamo la guerra contro le targhe ticinesi iniziata dall’amministrazione il gioco è fatto e la politica, invece di essere al servizio dei cittadini, è l’esatto opposto”.

“Una volta i vigili, prima di fare le multe, chiedevano di chi fosse l’auto in divieto, invece ora è partita una vera e propria guerra a tolleranza zero per chi si ferma al volo sulla corsia dei bus per fare due compere – gli fa eco Lorenzo Gagiardo, titolare della rinomata macelleria Bianchi – lavoriamo prevalentemente con gli svizzeri che vengono da noi perché fare la spesa qui gli conviene, ma se poi prendono sessanta euro di multa, perché dovrebbero tornare? Un paio di anni fa anch’io ho pagato la contravvenzione a una mia storica cliente e il risultato è stato che, comunque, non è più tornata a comprare da noi”. La soluzione secondo lui? “Parcheggi con sosta di trenta minuti davanti ai negozi e un vigile di quartiere che verifichi il rispetto delle regole”.

“Lavoro qui da trent’anni e ormai sono rassegnato – è il pensiero di Nicola Bolgeri da dietro il bancone del bar Trieste – questa volta, però, mi ero illuso che sarebbe stato diverso perché, in campagna elettorale, il sindaco Rapinese era sempre qui a promettere mari e monti e invece, al dunque, non è cambiato niente”. E se tutto sommato, per i suoi clienti, lasciare l’auto con le quattro frecce accese per il tempo di prendere un caffè non è troppo rischioso, anche lui è ben consapevole che, se si andrà avanti così, il quartiere rischia di morire: “Capisco bene che comprare un paio di scarpe o fare la spesa richiede più tempo e, senza tolleranza da parte di chi è addetto alle multe, in tanti rischiano di chiudere – dice infatti – ed è inutile ripetere che con Esselunga avremo a disposizione duecento parcheggi, perché nell’attesa un bel po’ di negozianti ci avranno rimesso le penne”.

C’è un’altra cosa, però, sulla quale concordano tutti cioè che la soluzione, anche solo temporanea, a tutti i mali c’è, è a costo praticamente zero ed, letteralmente, a portata di mano: abolire la corsia preferenziale dei bus che, partendo da piazzale Anna Frank, dopo poche centinaia di metri arriva poco prima della dogana e realizzare qui degli stalli a pagamento per la sosta breve.

“La corsia preferenziale andava bene quando c’era la coda di gente che andava in Svizzera a fare benzina o a comprare le sigarette e i dadi, ma adesso se il bus fa due minuti di coda è già tanto – concordano i negozianti – la riprova che anche senza corsia le cose funzionerebbero comunque è sotto gli occhi di tutti perché già adesso, con auto e moto parcheggiate in divieto, gli autobus sono costretti a viaggiare sulla corsia normale e non ci sembra sia successo nulla in termini di servizio pubblico. E poi, come mai a Monte Olimpino, dove la strada è molto più stretta, la corsia preferenziale non c’è e, al suo posto, ci sono i parcheggi davanti ai negozi mentre qui sembra una soluzione impossibile da realizzare?”.

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7 Commenti

    1. All amministrazione di Como non frega una mazza dei cittadini. Questo è certezza dopo tutti gli atti fatti quest’ anno. Poi tutto il resto dei commenti che leggo sono aria fritta… Cio detto. Li i parcheggi farebbero comodo a tanti. Quindi, non li faranno. Sarebbe da andare in municipio a chiedere perché..

  1. Falso, falso! Ci sono diversi momenti e occasioni, anche durante la giornata, in cui la via si paralizza e, senza corsia riservata, i bus rimarrebbero completamente paralizzati facendo venire meno la convenienza del loro utilizzo.

  2. Sono sempre un po’ perplesso quando leggo certe interviste. Nell’era di Amazon e dell’e-commerce e nella piena maturità della grande distribuzione, il problema dei piccoli negozi di quartiere sono i parcheggi? E se ci fossero centinaia di parcheggi, la gente correrebbe a consumare nel negozio di scarpe di Ponte Chiasso? Magari fossero i parcheggi il problema….

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