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Como, zona a traffico illimitato. Tre anni e mezzo di politica inesistente su viabilità e sosta

Se il mandato di questa amministrazione comunale finisse oggi, che voto si potrebbe dare alla gestione del tema viabilità? Zero? Uno? Due per spirito natalizio?

Certo, il cambio di assessori tra Vincenzo Bella e poi, a partire dalla fine dello scorso luglio, Pierangelo Gervasoni (Forza Italia) non ha giovato, come non giova ad alcuna attività cruciale dover spezzare una linea di condotta per un’altra. Ma la domanda, forse, dovrebbe essere un’altra: esiste una linea di condotta in tema di mobilità, traffico e parcheggi a Palazzo Cernezzi? Onestamente, non sembra.

Dal luglio 2017 a oggi, da qualsiasi punto si osservi la materia, emerge un sostanziale nulla di fatto. Poi, per carità, qualcuno potrà legittimamente rivendicare come fiori di cemento all’occhiello la rotondina a San Rocco, il ritorno delle auto in via Milano Alta, il parcheggino al posto dell’ex centro migranti in via Regina, la sperimentazione in un pugno di posteggi della prima mezz’ora gratuita, la messa in sicurezza di alcuni passaggi pedonali. Singolarmente, cose positive.

Ma siamo seri: questo è il campo dell’ordinaria amministrazione minima per un Comune (straordinario è il caso del Viadotto dei Lavatoi, ma intervenire – pure per colpe altrui – era un obbligo).

Nella sostanza, però, per una città che per di più rivendica anche l’ambizione di centro turistico di risonanza internazionale, almeno prima della pandemia, siamo sotto l’accettabile.

Ironia della sorte: finora, gli unici due atti vagamente impregnati di ottica politica in questo ambito sono una cestinazione e mezza. Da un lato spicca il piano del traffico già messo sostanzialmente a punto dalla giunta Lucini e buttato nell’umido come primo atto dagli attuali governanti. Una scelta politica, anch’essa naturalmente legittima proprio perché si tratta dell’atto politico per eccellenza, nell’ambito. Ma intanto, aspetta una giunta, aspettane un’altra, Como dal 2001 rimaneggia e ritocca un documento con quattro lustri sulle spalle. Un paio di ere geologiche, in tema di mobilità.

Dall’altro lato del cestino della monnezza, c’è il tema della maxiciclabile nota come Dorsale dei Pellegrini, su cui l’attuale titolare della delega, Pierangelo Gervasoni, recentemente ha dapprima ammesso che non sarebbe quasi male perdere il milione e 800mila euro garantito dalla Regione per poterne modificare alcuni tratti e, nel caso, cassarne definitivamente altri.  Salvo, poco dopo, ribadire che invece che si farà di tutto per non dire addio al congruo finanziamento milanese e tradurre in pratica l’opera per le due ruote. Uno zig-zag da mountain bike, iinsomma.

Il resto? Parole, futuribili studi preliminari (sui miseri 70 posti auto in Ticosa al costo di mezzo milione o sulla rotonda via per Cernobbio-via Bellinzona, ad esempio) e grandissime praterie piene di nulla di fatto. Nulla di nuovo in tema di Ztl, nulla su piazza Roma a dispetto dei proclami, nulla sull’incentivazione di reali alternative all’auto (e tralasciamo le ipotesi buone giusto per le campagne elettorali di metrotranvie e simili), nulla di davvero innovativo sulla sosta, nulla di nuovo sul destino dell’autosilo Valmulini, nulla di nuovo sull’avvenire del Girone, nulla di nuovo sui parcheggi di interscambio, sul trasporto pubblico.

Nulla di nuovo, in buona sostanza. Anzi, nulla e basta se pensiamo che tra una manciata di mesi il mandato sarà finito.

Il punto dell’assessore

A fronte delle critiche che avete letto sopra, che poi altro non sono se non una cronistoria degli ultimi tre anni, abbiamo chiesto lumi all’assessore ai Lavori Pubblici Pierangelo Gervasoni.

Assessore cosa bolle in pentola, perché la viabilità non è cambiata molto dall’ultimo giorno da sindaco di Mario Lucini.
Al momento abbiamo qualcosa in cantiere ma non voglio anticipare nulla. Posso dirle che in Convalle si può inventare poco vista la conformazione della città. Stiamo invece pensando a come far scorrere meglio il traffico a Lazzago, all’uscita dell’autostrada dove c’è la rotonda.

E per quel che riguarda il nuovo Piano del Traffico?
Purtroppo ci sono stati dei ritardi, questo è vero, ma principalmente a causa di due fattori di cui tenere conto negli studi: il primo ovviamente è il Covid-19 e il secondo sono i nuovi tempi dei passaggi a livello in viale Lecco. Dovremmo riuscire ad approvarlo entro la fine del mandato del sindaco.

Trenord proprio in questi giorni ha deciso di far fermare alcuni treni a Como Borghi.
Sì e lo ha fatto senza darcene comunicazione preventivamente. E’ chiaro che teniamo alla viabilità ma d’altra parte non vogliamo penalizzare le attività commerciali che contano sulle persone e i turisti che arrivano a lago. La soluzione sarebbe che i treni andassero un po’ più veloci in quel tratto. Io, mentre parlo con lei, sono bloccato al passaggio a livello.

Chiudiamo con la mobilità alternativa. Con Asf state lavorando per portare dei bus elettrici in città. Come sta andando?
Per il triennio 2020/2022 il Ministero dei Trasporti ci darà 6milioni di euro, di cui 2 quest’anno, per l’acquisto di bus ibridi o elettrici. Noi con Asf Autolinee abbiamo optato per l’elettrico. Contiamo di fare l’ordine a inizio 2021 ma la produzione richiede tempo: credo arriveranno a inizio 2022.

L’ARTICOLO CHE HAI APPENA LETTO E’ USCITO SU COMOZERO SETTIMANALE: ECCO DOVE PUOI TROVARLO

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2 Commenti

  1. …………………………………………………….,………………….
    ….
    ……….Como regina del teatro dell’assurdo incompiuto, degna di ospitare l’anima di Eugene Ionesco. Articolo molto esplicativo. Grazie!

  2. L’articolo coglie perfettamente l’essenza del problema. Questa Giunta non sta facendo nulla se non l’ordinario e il poco che fa, lo fa pure male non solo in tema di viabilità ma su tutto il resto. E perché? Su questo si possono fare solo congetture e ipotesi. Personalmente sono convinto che una campagna elettorale senza idee se non quella che quelli di prima avevano sbagliato tutto, ha generato l’incapacità non solo di trovare ma di proporre soluzioni. Per intendersi, ci siamo sentiti dire che Lucini aveva fatto male senza che nessuno spiegasse cosa si doveva fare per far bene e alla fine abbiamo scoperto che non ha fatto benissimo (come alcuni sostengono) ma non ha assolutamente fatto male. Anzi.
    Oggi, tuttavia, ad essere onesti, la situazione a ruoli invertiti non è cambiata molto. Tra chi è all’opposizione in Consiglio Comunale solo Scelta Civica sta proponendo qualcosa di diverso e di alternativo allo sfascio a cui stiamo assistendo. Civitas sta tirando fuori le stesse ricette di 10anni fa che sono solo più vecchie e sempre meno attuabili. Tra chi è fuori dal Consiglio c’è stato un timido ma molto interessante intervento in città, prima della seconda ondata pandemica, da parte del gruppo di Italia Viva, poi qualche intervento isolato dei Verdi e di Azione, molte proposte dalla società civile, Officina Como, Lega Ambiente e altri, ottime idee da parte di imprenditrici del settore del turismo che abbiamo letto (ovviamente!) su queste pagine. Il resto? Il Partito democratico? I 5Stelle? Lista Rapinese? Missing in action.
    Il Partito Democratico protesta ma non propone. La Lista Rapinese fa finta di protestare e fa finta di proporre ma sui temi importanti è allineata alla mediocrità della maggioranza. I 5Stelle né protestano né propongono. A essere onesti è come se non esistessero. Se questa è l’alternativa, non stiamo allegri.
    Speriamo che questo 2021 porti una sintesi delle idee che sono emerse da chi non si riconosce nel frustrante immobilismo dell’Amministrazione Landriscina. La sfida non sarà tra partiti o tra destra e sinistra ma sarà su quello che si vorrà che la città sia nel 2030. È questa la vera sfida che è necessario pretendere dagli schieramenti politici. Altri cinque anni di immobilismo faranno decadere la città in modo irreversibile. Dobbiamo esserne consapevoli. Bisogna tirar fuori le migliori energie. Non c’è altra soluzione.
    Ps. Complimenti per l’articolo. Veramente ben fatto.

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