Il tema è di quelli che caratterizzano il dibattito ormai da lungo tempo. Come arginare la fuga del personale sanitario nella vicina Svizzera dove salari e condizioni di lavoro sono decisamente migliori rispetto all’Italia.
Da sempre in prima linea la Uil FPL del Lario e Brianza che ribadisce come “l’indennità di confine è una misura necessaria e non più rimandabile per il personale sanitario che lavora nei territori adiacenti alla Svizzera”.
E la recente tassa sulla salute, ormai prossima ormai all’applicazione di certo non aiuterà. “Non si può pensare di trattenere medici, infermieri e operatori sanitari nei nostri ospedali senza un riconoscimento economico adeguato, mentre oltreconfine si offrono stipendi doppi e condizioni migliori. I ristorni della Svizzera devono essere reinvestiti nei territori di confine, lo Stato e la Regione devono attraverso una ZES, attuare sgravi fiscali e incentivi stabili per chi decide di restare a lavorare nel nostro sistema sanitario”.
Questa la spiegazione alla quale seguono le richieste. “Senza azioni concrete, i concorsi andranno deserti e nel prossimo futuro, interi reparti rischieranno la chiusura. Noi sempre sul pezzo”, dichiara la Uil