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Confcommercio e i mercati, Butti-Gentilini e i tributi, Confindustria e il metalmeccanico: tre allarmi rossi per Como

Le conseguenze del Coronavirus si fanno sentire pesantemente anche sui mercati comaschi.

Dopo aver ottenuto dall’Amministrazione Comasca il rinvio del pagamento della prima rata del Cosap per i commercianti su suolo pubblico, il presidente di Fiva Como Roberto Benelli ha infatti chiesto, tramite una nota inviata da Confcommercio Como, di prendere ulteriori misure per affrontare un periodo di crisi che non si è mai verificato nella storia.

“Abbiamo inviato al Sindaco Mario Landriscina e all’assessore al Commercio Marco Butti – dice Benelli – la richiesta di fare slittare la prima rata del pagamento della Cosap a giugno ma, soprattutto, di annullare totalmente le prossime due rate”.

Il presidente di Fiva Como ha poi evidenziato la situazione tragica causata del Coronavirus, richiedendo provvedimenti straordinari per arginare i potenziali futuri danni alle attività svolte sul suolo pubblico. “Altre situazioni di emergenza si sono verificate negli ultimi 40 anni, ma non che comportassero un blocco totale dell’Italia” continua la nota inviata da Confcommercio Como.

“Pensiamo che i provvedimenti da prendere siano più che straordinari – ha aggiunto Roberto Benelli – L’evolversi purtroppo rapidissimo di questa situazione richiede ulteriori provvedimenti”.

Il presidente di Fiva Como ha espresso preoccupazione, in particolare, per le perdite che subiranno i mercati comaschi in primavera: “Per i commercianti comaschi su aree pubbliche, questa stagione sarà tragica. È evidente che il periodo di Pasqua e ancor di più il periodo estivo vedrà un crollo verticale di turisti e in generale di persone che frequentano Como e il suo Mercato. Probabilmente qualche Ambulante non riuscirà ad arrivare a fine anno”.

“Il governo parla di 50 miliardi a sostegno dell’economia – chiude Benelli – Per una volta non vogliamo essere l’ultima ruota del carro come spesso accade. Chiediamo, in questa situazione veramente unica nella storia, di venirci incontro. Siamo a disposizione per ogni ulteriore chiarimento”.

IL TAVOLO DI CONFRONTO TRA COMUNE E CATEGORIE ECONOMICHE

Questa mattina a Como si è svolto anche un tavolo di confronto tra gli assessori al Commercio (Marco Butti) e al Turismo (Carola Gentilini, foto sotto) con le associazioni di categoria per far fronte all’emergenza legata al Coronavirus che, purtroppo, difficilmente si esaurirà nel breve termine.

“Dopo l’immediato accoglimento delle richieste per il mercato mercerie, con la proroga dei pagamenti al 31 marzo, tutte le associazioni intervenute hanno avanzato richieste e suggerimenti concreti che prenderemo in considerazioni per aiutare imprese ed attività produttive del territorio – sottolinea Butti – I dati che ci sono stati forniti sono sicuramente negativi ma, con la tenacia e l’unione d’intenti, sapremo affrontare questo momento negativo. Sospensione pagamenti tributi locali e oneri per i permessi di costruire, rateizzaioni, piano di comunicazione e promozione, sono alcune delle principali proposte messe sul piatto. Su alcune proposte stiamo già lavorando”.

“Ora – conclude Butti – con tutto il rispetto per la città di Milano che ha già avanzato la propria richiesta, tutta le Regione Lombardia dovrà essere riconosciuta come zona rossa dal punto di vista economico, beneficando di tutte le misure economiche e fiscali previste per far fronte all’emergenza”

L’INDUSTRIA METALMECCANICA

Ma se il commercio piange, anche l’industria metalmeccanica si trova a fronteggiare un quadro a tinte drammatiche.

Oggi sono stati presentati i risultati dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica. I risultati confermano un trend negativo che già era stato annunciato alla fine dello scorso anno.

Le imprese del settore metalmeccanico attive nel territorio di Como, considerando i diversi comparti (metallurgia, fabbricazione di prodotti in metallo, macchinari e attrezzature, fabbricazione di prodotti elettrici, elettronici ed elettromeccanici, fabbricazione di mezzi di trasporto, ecc.), rappresentano oltre un terzo (34,7%) delle realtà manifatturiere locali, dando lavoro a circa il 32% degli occupati manifatturieri.

Nel dettaglio si tratta di circa 1.750 aziende per oltre 16.300 addetti.

L’evoluzione della domanda registra un calo del 2% del secondo semestre 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018 (tendenza annuale) mentre il secondo semestre 2019 rispetto al primo dello stesso anno vede una diminuzione del 4,6%.

Anche l’attività produttiva, seppur con dati meno penalizzanti, vede una forte contrazione: -0,6% il confronto tra il secondo semestre del 2019 con quello dello stesso periodo del 2018, e un calo dell’1,9% confrontando i semestri del medesimo anno. Il confronto dei due semestri del 2019 mostra anche un calo del fatturato del 2,2%.

I giudizi riguardo le prospettive occupazionali risultano improntate alla stabilità, segnalata dal 79,8% del campione; in caso di variazione si registrano invece pari indicazioni sia per le riduzioni che per la crescita (in entrambi i casi +/-10,1%).

In questo ambito, le prospettive per il 2020, rilevate prima dell’emergenza coronavirus, erano caratterizzate da stabilità (84,7%) e da previsioni di riduzione (15,3%), ma lo scenario non prevedeva una crescita. Non si possono ancora calcolare le conseguenze di questa emergenza.

“Se il 2019 è stato un anno molto difficile per il settore metalmeccanico, in questo 2020 la situazione rischia di complicarsi ancora di più – dice Serena Costantini, presidente del Gruppo Metalmeccanici di Confindustria Como – Non possiamo, quindi, nascondere una preoccupazione unita alla richiesta di provvedimenti straordinari che sostengano le imprese in un momento così delicato”.

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2 Commenti

  1. Questa situazione si protrarrà sino a quando non sarà disponibile un vaccino. Quindi almeno un anno.Nel frattempo il virus continuerà a circolare più o meno velocemente.
    Aumenteremo i posti letto in terapia intensiva e terremo botta. I turisti saranno pochi in tutta Europa. Ognuno starà a casa sua e spenderà il minimo indispensabile. E come in tutti i cambiamenti epocali ci sarà chi guadagnerà (chi ti porta la spesa a casa) e chi perderà ( chi aspetta i clienti in posti affollati).

  2. Dati veramente preoccupanti, la situazione è davvero seria. Solo il giornalone locale, con la sua improvvida campagna “uscitedacasa” forse non l’ha capito in pieno.

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