Nonostante la firma del decreto che ha chiuso la Lombardia migliaia di frontalieri attendono di capire se domani potranno andare, o meno, al lavoro. Certo “chiusa” vuol dire “chiusa” ma è assolutamente necessario che la politica dia indicazioni precise a chi si guadagna da vivere oltre confine.
LOMBARDIA CHIUSA IL TESTO DEFINITIVO DEL DECRETO
Anche perché oggi, il transito tra i due paesi è assolutamente aperto.
Intanto in Svizzera, al solito, c’è chi ha le idee più chiare di tutti e invoca la chiusura delle dogane. E’ la Lega dei Ticinesi che chiede al governo di Berna il blocco immediato parlando di “situazione da tempo fuori controllo malgrado le drastiche misure prese. Il fatto che il Ticino sia il Cantone con più contagi da coronavirus è evidentemente dovuto alla contiguità con la Lombardia e VCO in regime di libera circolazione delle persone”.
I leghisti sono chiari, bisogna “difendere i propri confini in modo da tutelare la popolazione ticinese e svizzera, in particolar modo quella più esposta dei nostri anziani”.
Con un però (sono furbi questi leghisti), il partito precisa che i dipendenti italiani della sanità e degli ospedali dovranno poter passare poiché: “indispensabili al funzionamento del nostro sistema sanitario, fermando gli altri e in particolare i 45mila che lavorano nel terziario (che sono poi i due terzi del totale)”.
Altrimenti fa notare la Lega, il Ticino “si troverà nel giro di breve tempo nella condizione della Lombardia. E il resto del Paese non può ritenersi al sicuro, poiché i contatti del Ticino con la Svizzera interna sono intensi e quotidiani”.
Un commento
Il paese del cioccolato, delle mucche e, prima, delle banche…