Sono tanti gli italiani all’estero che, a causa del Coronavirus, in questo momento non hanno la possibilità di rientrare nel proprio Paese.
Tra loro c’è Stefania Martinelli, 36enne di Capiago Intimiano, che nel mese di gennaio era partita con destinazione India per concedersi una vacanza all’insegna della sua grande passione: lo yoga.
Poi è arrivato il Coronavirus, insieme ai provvedimenti di chiusura totale da parte del Governo indiano. Così la giovane comasca, da un giorno all’altro, si è ritrovata bloccata nello stato indiano di Goa.
“Il 13 marzo avevo il volo di rientro, ma è stato cancellato. Al momento sono ospite di una famiglia indiana, con un guru che mi insegna la meditazione – spiega Stefania – rispetto ad altre persone, so di essere molto fortunata perché almeno abbiamo un pozzo da cui possiamo prendere acqua: è un bene che inizia a scarseggiare, insieme al cibo”.
Stefania ci racconta come la situazione sia precipitata in pochissimi giorni. “Il Governo indiano ha subito bloccato tutti i voli aerei interni e in uscita o in arrivo, così come hanno fermato le compagnie di autobus e dei treni – racconta – Non c’è, quindi, molta possibilità di muoversi. Inoltre, sono stati chiusi gli hotel e le persone obbligate a fare il check-out”.
Il problema maggiore, in questo momento, è legato agli approvvigionamenti. “Nel giro di un paio di giorni, il mercato della zona è stato preso d’assalto – continua Stefania – il problema è che rimane aperto solo per un’ora e mezza al mattino, se non riesci a entrare vieni rimandato indietro. Inoltre, non è l’ideale perché ci sono tantissime persone e quindi si crea assembramento”.
Stefania, però, evidenzia anche la difficoltà di spostarsi all’interno del Paese, soprattutto per chi come lei vorrebbe raggiungere l’aeroporto di Goa per rientrare in Italia.
“A Goa lavorano tante persone che però risiedono in altre parti dell’India – spiega la giovane comasca – proprio loro hanno fatto la corsa ai voli per rientrare a casa, creando assembramento nelle stazioni dei treni e nell’aeroporto di Goa”.
“Per questo motivo non me la sono sentita di muovermi da qui, nonostante il Consolato italiano avesse organizzato un volo da Nuova Delhi. I mezzi di trasporto verso gli aeroporti sono bloccati, i prezzi dei voli sono inaccessibili. Ci sono anche stati vari episodi di violenza per le strade, verso chi violava il coprifuoco, quindi ho un po’ paura a uscire”.
L’urgenza di rientrare inizia a farsi sentire per la giovane comasca, come lei stessa ci racconta.
“Fino a una settimana fa ero abbastanza tranquilla, anche perché a Goa non c’erano casi di Coronavirus – continua Stefania – ora però sono state confermate 33 persone positive. La situazione sta diventando preoccupante soprattutto per l’approvvigionamento di beni. Non me la sento di restare qui altre settimane, toglierei il cibo alla famiglia che mi ospita e non è giusto”.
Fortunatamente, in questi giorni Stefania è riuscita a entrare in contatto con il Consolato italiano che la sta assistendo per farla tornare al più presto in Italia.
“Il nostro Consolato è eccellente rispetto a tanti altri paesi, mi ha sempre dato assistenza – conclude la 36enne di Capiago – mi hanno richiesto di compilare un file con i miei dati, quindi credo stiano organizzando i rimpatri. Ci sono circa 200 persone a Goa, in questo momento, alcuni davvero in difficoltà. Spero tanto di rientrare presto”.
Come ci conferma la mamma della ragazza, Adriana, ora per Stefania non è più sicuro rimanere in India.
“Lei viaggia spesso da sola e quindi sono abituata a questi suoi viaggi – spiega – purtroppo, però, in India sta vivendo una situazione di vero pericolo. Se riuscisse a rientrare, avremmo una casa dove potrebbe stare da sola nel periodo di quarantena. Ho parlato con il sindaco di Capiago Intimiano e ha detto che metterà a disposizione un interlocutore, per seguire le procedure di rimpatrio”.