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Betty, la vita sconvolta dal virus: “Turni di 9 ore, colleghi ammalati, le paure dentro. Le guarigioni la ricompensa. E sogno il mare”

“Ci siamo trovati all’improvviso pazienti nuovi, una patologia mai vista e un nemico più aggressivo, silente. Posso dire che molte vite, a partire dalla mia, sono state sconvolte”.

Betty Grande lavora a Villa Beretta, notissima struttura riabilitativa di Costa Masnaga (Lecco) che in questo momento di emergenza deve però gestire anche casi di Coronavirus. Nel VideoTalk di ieri con Emanuele Caso, racconta il devastante impatto di questa nuova realtà. Sia nelle lunghissime giornate di lavoro, sia quando al ritorno a casa dalle figlie.

“Lavorare nove ore con camici, mascherine, senza magiare, senza bere, senza andare alla toilette è dura, è veramente dura – racconta Betty – E oltre alla professione siamo sempre esseri umani, con le nostre paure, con i nostri timori. Tutto mentre comunque dobbiamo sempre essere in grado di curare, tranquillizzare il paziente ma anche i parenti ai quali telefoniamo, parliamo, che dobbiamo consolare tenendoci dentro le nostre preoccupazioni”.

“Rischiamo un sovraccarico sia fisico che psicologico – sottolinea – Ho visto colleghi ammalarsi, dobbiamo fare ore e turni in più. E poi si torna a casa, dove le mie figlie comprensibilmente sono terrorizzate sia dal fatto che possa essere contagiata io, sia che possa toccare a loro. La vita normale è sconvolta, siamo diventati esseri fluttuanti. Ma continuiamo, abbiamo scelto questo lavoro, lo facciamo con amore e non abbandoniamo la nave. Ma ogni guarigione è una ricompensa. E sogno la fine di tutto questo, al mare”.

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