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Covid 19, stop ai mezzi pubblici affollati. Como guarda Milano e Bruxelles: maxi ciclabili subito e zone 30

Si avvicina l’inizio del ritorno alla normalità, che – almeno per una prima fase – dovrebbe scattare il 4 maggio prossimo. In questa prospettiva, uno dei temi centrali sarà senza dubbio – anzi, lo è già – la questione dei trasporti. E dei trasporti pubblici in particolare, il che per Como ad esempio significa bus, treni, battelli e funicolare.

A oggi, salvo lo stop alla Ztl e la gratuità dei parcheggi, né Palazzo Cernezzi né le aziende di trasporto hanno comunicato provvedimenti specifici sul fronte mobilità, ma l’urgenza di avere necessariamente i mezzi meno pieni, con passeggeri meno accalcati e distanze di sicurezza rispettate sarà stringente tra 10 giorni.

Due esempi di come si stanno organizzando città sicuramente molto diverse da Como per conformazione e dimensioni possono comunque aiutare a individuare le linee di tendenza dei municipi tra Italia ed estero.

Milano, ad esempio, ha già annunciato un maxi piano per alleggerire il trasporto pubblico e nel contempo non favorire un ritorno in massa delle auto per le strade: privilegiare i mezzi leggeri. Le bici, innanzitutto, e conseguentemente i pedoni.

Il capoluogo della lombardia, infatti, sta mettendo a punto una realizzazione massiccia di nuovi percorsi ciclabili e parallelamente di zone 30, per ridurre il rischio di incidentalità. Addirittura 35 i chilometri di nuovi percorsi ciclabili che dovrebbero arrivare a Milano tra maggio e giugno, che si sommeranno ai 200 attuali.

L’assessore alla Mobilità di Milano, Marco Granelli (sopra), così si è espresso in un’intervista per Repubblica: “La prima è fare percorsi ciclabili e una pedonalità che allarghi i marciapiedi dove è necessario camminare meno fitti, nel minore tempo possibile, in sola segnaletica […] Una seconda modalità sarà utilizzare i controviali di assi della nostra città facendoli diventare zone 30 e far circolare le biciclette insieme con gli altri, ma in migliori condizioni di sicurezza e a bassa velocità […] Insieme, fare percorsi ciclabili e mettere in sicurezza strade e incroci lungo alcuni assi. Per fare tutte queste cose abbiamo bisogno di risorse, ma anche di modifiche di regole del codice della strada”.

In Europa, un altro esempio – riportato da Bikeitalia.it che ha ripreso un articolo del giornale francese Le Soir – viene da Bruxelles. Vi si riferisce che “dal 3 maggio, a Bruxelles pedoni e ciclisti avranno la priorità nel centro città – il cosiddetto Pentagono – dove la velocità di tutti i veicoli a motore (auto, tram e autobus) sarà di 20 km/h: questo significa che gli spostamenti a piedi e in bicicletta saranno consentiti non solo sui marciapiedi e sulle piste ciclabili ma anche sulla carreggiata”.

Dicevamo in avvio: città diversissime da Como, con zone centrali e pianeggianti molto più estese e dimensioni ben differenti dal capoluogo lariano. Ma il tempo stringe e i problemi affrontati sotto la Madonnina e in Belgio saranno – in proporzione – gli stessi anche qui.

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2 Commenti

  1. Questa emergenza sta mettendo in luce tutti i limiti del centrodestra in Regione e del centrodestra in Comune. Tra questi limiti quelli che però si notano di più sono l’aver sempre condizionato le proprie scelte agli interessi economici di categorie e potentati e l’aver inneggiato a “ciò che vuole il popolo” per coprire queste scelte partigiane.
    In Lombardia per la sanità e l’istruzione,le scelte sono state condizionate dagli interessi dei proprietari delle cliniche private e delle congregazioni religiose che gestivano sia le cliniche sia gli istituti scolastici; per il Comune, è evidente, gli interessi sono quelli degli esercizi commerciali.
    Adesso tra i tanti ritardi abbiamo la ciclabile, già finanziata e progettata da chi c’era prima. Così, con tutto pronto, partiamo un anno e mezzo dopo.
    Chi dobbiamo ringraziare dell’ennesima scelta poco avveduta? I politici compiacenti o, non dando inutile spazio, direttamente i commercianti e le loro miopi organizzazioni di categoria? Mah….questo si che è un dilemma, chissà cosa “vuole il popolo”!

  2. Magari sarebbe proprio bella la città così, peccato che a como l’unica vera pista ciclabile (già finanziata) che dovevano fare in via mentana non la hanno mai voluto realizzarla perché togliva posti auto ovviamente, figuriami se adesso si mettono a fare piste ciclabili dapertutto e zone 30 poi una bestemmia per la giunta Landriscina!

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