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Covid, vaccino, green pass? Don Roberto da Grandate: “I capricci non sono diritti, lo Stato non deve salvaguardare tutto”

Sì-no vax, sì-no pass (green). Il dibattito è questo, va detto che non è bilanciato poiché ci sono ragioni e argomenti che riteniamo potenzialmente esiziali ma e ne diamo ampiamente e comunque conto, da tanto tempo con cronache puntuali.

Così in un confronto continuo si inserisce anche la riflessione potente di Don Roberto Pandolfi, parroco di Grandate non nuovo a pensieri lucidi, forti che sempre aggiungono (comunque la si pensi) e mai sottraggono al pensiero.

Scrive il sacerdote a proposito di covid, vaccino e certificato verde: “In tutto questo marasma una delle parole più citate è ”libertà”. Certo, in un’epoca in cui ci si è abituati a scambiare per diritti tutti i propri desideri e anche i propri capricci e si ritiene che questi desideri e questi capricci debbano essere approvati e accettati da tutti e tutelati dallo Stato, non è facile convincersi che la libertà di ognuno finisce dove inizia quella dell’altro e che lo Stato non può e non deve salvaguardare tutto e che i capricci rimangono capricci e le frustrazioni rimangono frustrazioni”.

Ecco la riflessione integrale, di qualche giorno fa:

Nel Paese dei guelfi e dei ghibellini è ovvio che si litighi su tutto: così è normale che anche sul Covid ci siano schieramenti contrapposti.

Sì ai vaccini, no ai vaccini, ni ai vaccini; sì al green pass, no al green pass; tutto aperto, tutto chiuso… In una situazione del genere è proprio difficile ragionare con oggettività, anzi, è difficile ragionare. E anche chi tenta di farlo è tacciato di partigianeria.

In tutto questo marasma una delle parole più citate è ”libertà”. Certo, in un’epoca in cui ci si è abituati a scambiare per diritti tutti i propri desideri e anche i propri capricci e si ritiene che questi desideri e questi capricci debbano essere approvati e accettati da tutti e tutelati dallo Stato, non è facile convincersi che la libertà di ognuno finisce dove inizia quella dell’altro e che lo Stato non può e non deve salvaguardare tutto e che i capricci rimangono capricci e le frustrazioni rimangono frustrazioni.

Sarebbe importante, poi, capire che la libertà di scelta ha sempre qualche conseguenza. Sarebbe comodo poter scegliere sempre, tra gli applausi e gli inchini deferenti, situazioni che hanno solo conseguenze positive. E invece questo non sempre avviene.

Così chi sceglie, per esempio, di vaccinarsi sa che potrà andare incontro a complicazioni tra qualche tempo e, se ciò dovesse capitare, non se ne lamenterà. Così come non deve lamentarsi chi, per esempio, decide di non vaccinarsi e viene escluso da ristoranti e musei. Ma siccome siamo troppo abituati a lamentarci delle conseguenze negative di scelte che abbiamo consapevolmente fatto conoscendo queste conseguenze negative, diventa ovvio arrabbiarsi con gli altri per non ammettere che siamo un po’ sciocchi. Oppure per non poter andare sempre in pianura anche quando la strada presenta una ripida salita.

E, ovviamente, sono sempre gli altri (lo Stato o la Chiesa o chi per essi) a dover rendere la strada agevole e senza ostacoli così che le nostre gambette possano procedere spedite senza la fatica di affrontare la salita conseguente alla scelta di quella determinata strada. Ormai tra virologi, scienziati, politici, manifestanti, giornalisti, generali, blogger, cantanti, attori, critici d’arte, scrittori, farmacisti, venditori ambulanti, ognuno che dice la sua (e cioè tutto e il suo contrario), forse riusciamo ancora ad avere la libertà di scegliere, fidandoci, in ultima analisi, di Dio.

don Roberto

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2 Commenti

  1. Il grande epistemologo Karl Popper diceva che solo quello che è scientifico può essere falsificato. Infatti, per dimostrare l’inefficacia dei vaccini sarebbe necessario falsificare i dati empirici sul numero dei ricoverati non vaccinati in terapia intensiva sul totale dei ricoverati. D’altro canto, bisogna riconoscere, non si hanno prove scientifiche sugli effetti dei vaccini nel tempo ma, a dire il vero, non le si hanno neppure sugli effetti della malattia e del contagio. Tutto ciò che non è scientifico non è invece falsificabile. Qualsiasi affermazione non dimostrabile, qualsiasi dogma, qualsiasi verità assoluta anche i più banali pareri sulla qualità delle tattiche della Nazionale di Calcio non possono essere messe in discussione se non in una dinamica di tesi e antitesi. Quelle più assurde, tipo componenti nel vaccino che consentono il controllo a distanza del libero pensiero umano (che spreco di denaro sarebbe per certi cervelli!) oppure la marcatura delle pecore umane, ho imparato a ignorarle completamente tanti anni fa. Le ho ignorate da quando un mio compagno d’Università, molto religioso e attivo nei movimenti più confessionali, mi spiego che i miei (troppi!) insuccessi scolastici dipendevano dalla punizione divina per essere oggetto delle simpatie (assolutamente non corrisposte!) della ragazza, altrettanto fanaticamente religiosa, a cui lui faceva spudoratamente la corte da molti anni. Da allora, ho ignorato il mio devoto compagno d’Università e la meno devota sua fiamma. Al volere di Dio non ci si deve opporre….infatti, mi sono immeritatamente laureato! Non solo Lui e i miei genitori ma anche Karl Popper furono molto contenti. E se qualcuno non ci crede, mi dimostri il contrario.

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