Cucinare al fresco, la raccolta di ricette dalle carceri,nelle librerie di tutta Italia
Esce martedì 15 giugno in tutte le librerie d’Italia Cucinare al Fresco, Edito da L’Erudita.
La prima raccolta di un progetto che, da tre anni, è entrato nelle carceri italiane, un laboratorio di idee all’interno del quale, attraverso i piatti preparati dai detenuti e dalle detenute, vengono raccontate storie, emozioni e soprattutto ricordi.
Un percorso che vuole creare momenti di normalità per creare nuove chance e nuovi percorsi riabilitativi. Partito in sordina nella Casa circondariale del Bassone di Como, oggi la redazione conta un centinaio di detenuti che lavorano su singole proposte editoriali, oltre ad essere riusciti a strutturare una redazione con ruoli e organizzazione simili a quanto avviene nei giornali.
Difficile, anzi improbabile pensare che in carcere si possano preparare dei manicaretti da leccarsi i baffi, ma così è, e solo leggendo le pagine di questo libro, che preferiamo definire “quaderno dei sapori”, i detenuti e le detenute raccontano, con un linguaggio semplice, il proprio rapporto, sempre molto personale, con il cibo, narrando i propri gusti e i propri piatti preferiti.
Cucinare al fresco con Arianna. Bello, giusto il magazine scritto e voluto dietro le sbarre
Cucinare al fresco è un laboratorio che vuole essere un canale di dialogo aperto sugli interessi comuni dei detenuti e delle detenute, una serie di lezioni che danno l’opportunità di esprimere il proprio sapere, si tratta di un corso che mette in contatto tutti e fa riflettere.
“Cucinare al fresco” è diventato uno slogan, un contenitore di profumi e di idee, di suggerimenti e di esperienze perché è proprio attraverso questi piatti che ognuno ha tirato fuori una storia.
“Partendo dal presupposto che non sono nata per insegnare, ma sempre per imparare dagli altri, ho approcciato i gruppi di lavoro con grande leggerezza cercando di mettere al centro di ogni lezione loro, i detenuti e le detenute, coloro che mi hanno dato fiducia e stimolata a proseguire. – commenta la coordinatrice del progetto, Arianna Augustoni – Ho lasciato a loro il compito di organizzare il progetto in base alle singole esigenze, ma sempre con un solo obiettivo: raccontare le proprie esperienze in cucina attraverso un linguaggio corretto e preciso. Dal racconto alla scrittura il passo è stato breve, in quanto le tante nozioni sono state organizzate per dare vita a una pubblicazione che raccontasse queste esperienze anche all’esterno”.
Autori dell’iniziativa sono i reclusi e le recluse che si sono messi e messe in gioco per realizzare una pubblicazione dedicata al cibo.