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Da Como alle porte di Milano, così spariscono i cinema storici: l’addio, il degrado e poi alloggi da ricchi

Mentre a Como l’ex cineteatro Politeama langue nel degrado dal 2005 in attesa dell’annunciata vendita, a pochi chilometri di distanza, verso Milano, lo storico ex Cinema Elena di Sesto San Giovanni si prepara a una trasformazione radicale con l’addio alle funzioni originarie così come accaduto in tantissime città lombarda, Milano in primis (a differenza – caso abbastanza unico – di quanto accaduto a un altro Politeama, quello di Varese)

L’ex Politeama di Como

Chiuso dal 2008, questo storico edificio nel cuore della città è al centro di un ambizioso progetto di riqualificazione che mira a restituire alla comunità uno spazio strategico e rigenerato.

Il progetto, a cura di Uniabita, non prevede solo il recupero dell’ex cinema – che diventerà un edificio residenziale – ma un’ampia riqualificazione dell’intera area circostante, da via Solferino a piazza Trento e Trieste, con nuove aree pedonali e spazi verdi.

Un Progetto privato con impatto pubblico

La riqualificazione dell’ex Cinema Elena è un’iniziativa privata, ma il Comune di Sesto San Giovanni ha giocato un ruolo chiave nella fase istruttoria e nell’approvazione della convenzione urbanistica. L’intervento comunale ha avuto l’obiettivo di migliorare l’integrazione del progetto nel contesto urbano, ponendo particolare attenzione alla riqualificazione degli spazi pubblici.

Oltre a un edificio residenziale che ospiterà 35 appartamenti, sorgeranno anche spazi per attività commerciali al piano terra. Il piano include inoltre la riqualificazione della pavimentazione delle vie confinanti e l’installazione di un impianto di videosorveglianza per aumentare la sicurezza nelle aree pubbliche. Il nuovo edificio sarà in armonia con il tessuto urbano esistente, dialogando con l’intero isolato e con l’area pedonale che collega Rondò a piazza Trento e Trieste.

Cosa cambia per i cittadini: spazi pubblici, verde e sicurezza

La riqualificazione porterà significative novità per i residenti:

  • Nuovi Spazi da Vivere: Il recupero dell’ex Cinema Elena si inserisce in una visione più ampia di valorizzazione dello spazio urbano pubblico tra piazza Trento e Trieste (prossima alla riqualificazione) e Piazza IV Novembre. Il progetto prevede anche la riqualificazione delle vie Solferino, Marconi e San Martino, e la creazione di un attraversamento in via Risorgimento per l’accesso alla scuola.
  • Nuovo Arredo Urbano e Verde: Saranno migliorate le zone a traffico limitato, con l’introduzione di nuove alberature, nuove pavimentazioni per strade e marciapiedi e la riduzione dei dislivelli per migliorare l’accessibilità per le persone con disabilità o mobilità ridotta.
  • Videosorveglianza: L’installazione di telecamere garantirà maggiore sicurezza in tutta l’area.

Tempi e storia di un luogo simbolo

I lavori, una volta ottenuto il titolo edilizio, avranno una durata stimata tra i 22 e i 25 mesi.

L’ex Cinema Elena, inaugurato in via Solferino il 3 agosto 1911 come ideazione della famiglia De Ponti, era un vero fiore all’occhiello per la Sesto dell’epoca. Con 500 posti, un vasto palcoscenico e una “fastosa illuminazione”, come riportava il “Cittadino della Domenica”, si adeguò prontamente alle innovazioni, proiettando nel 1930 “La canzone dell’amore”, il primo film sonoro italiano. Demolito e ricostruito nel 1953 con 1.100 posti, mantenne il primato di principale cinema sestese fino al 1999, per poi ospitare eventi saltuari, trasformarsi in teatro nel 2002 e chiudere definitivamente nel 2008.

Per quindici anni, l’edificio è rimasto transennato, simbolo di degrado in un’area un tempo fiorente di Sesto San Giovanni. Oggi, con l’avvio delle demolizioni interne che hanno riportato alla luce i vecchi proiettori della cabina di regia, si apre un nuovo capitolo. L’ex Elena diventerà un edificio residenziale, con appartamenti già in vendita sulla carta a quattromila euro al metro quadro. Un segnale dei tempi, dove il residenziale assume un ruolo predominante, a volte anche a discapito della cultura.

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