“Più passano i giorni e più temiamo per l’incolumità del giornalista italiano Nello Scavo”.
Comincia così l’appello firmato da un gruppo di intellettuali, scrittori e giornalisti italiani e maltesi e inviato alle autorità della Repubblica di Malta per chiedere di intervenire nei confronti di Neville Gafà, ex capo di Gabinetto del premier Muscat reo di aver minacciato il giornalista comasco e inviato dell’Avvenire, che da anni si occupa della rotta migratoria libica, di non occuparsi più di quanto avviene nell’area di soccorso maltese.
– “Tieni a mente che il codardo minaccia solo quando è al sicuro, lui trova il coraggio dietro a una tastiera”
– “In quale posto non dovrei sentirmi sicuro, signor Gafà?”.
Questo lo scambio di battute tra Gafà e Scavo che ha portato alla segnalazione al Viminale da parte della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) e, ora, a questo appello firmato, tra gli altri, da don Ciotti, Sandro Ruotolo, Michela Murgia e Corrado Formigli.
“Nello Scavo è entrato nelle mire di Gafà, da quando ha condotto le sue inchieste giornalistiche sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia (giornalista maltese uccisa in un attentato nel 2017 Ndr) e sulla guardia costiera libica – si legge nell’appello – scoprendo che l’ex membro dello staff dell’ex premier maltese Muscat, si era recato in Libia in diverse circostanze per stringere accordi finalizzati ai respingimenti dei barconi di migranti e profughi attraverso una ‘flotta fantasma’ di pescherecci, oltre che altre intese di ‘diplomazia sanitaria’ e ulteriori non specificati negoziati”
“Noi chiediamo di intervenire rapidamente per porre fine a questa situazione – sono le parole con le quali si conclude la lettera aperta – garantire la libertà di informazione per tutti i giornalisti è un dovere di uno Stato che fa parte dell’Europa”.
Non è la prima volta che Scavo riceve minacce in seguito alla sua attività giornalistica. Già dal 2019, infatti, è sotto tutela della Polizia dopo le minacce ricevute proprio a seguito dell’inchiesta sul traffico di migranti dalla Libia che aveva portato all’ individuazione del ruolo di Abd al-Rahman al-Milad, noto con il soprannome di Bija, poi accusato dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu e dalla Corte Internazionale dell’Aja di essere uno dei maggiori organizzatori del traffico di esseri umani dalla Libia.
Qui il testo completo dell’appello e i nomi dei firmatari:
Più passano i giorni e più temiamo per l’incolumità del giornalista italiano Nello Scavo, inviato del quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana, Avvenire. Siamo un gruppo di cittadini italiani e maltesi e chiediamo alle Autorità della Repubblica di Malta di intervenire nei confronti di Neville
Gafà, l’autore delle più recenti intimidazioni e minacce nei confronti di Nello Scavo. Il Signor Gafà continua a presentarsi in pubblico come ex funzionario del governo maltese e ha manifestato lo stesso atteggiamento con chiunque, giornalisti o normali cittadini, ha espresso solidarietà a
Scavo. Inoltre ha tentato di intimare a Scavo di non occuparsi più di ciò che accade nell’area di ricerca e soccorso maltese, perché “non sono affari tuoi”. Neville Gafà è un personaggio pubblico, protagonista in passato di una acerrima campagna denigratoria, alla vigilia del suo omicidio, a discapito della giornalista Daphne Caruana Galizia, uccisa con un’autobomba il 16 ottobre 2017 a Bidnija. Lo ha ricordato recentemente la Pubblic Inquiry maltese.
Nello Scavo è entrato nelle mire di Gafà, da quando ha condotto le sue inchieste giornalistiche sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia e sulla guardia costiera libica scoprendo che l’ex membro dello staff dell’ex premier maltese Muscat, si era recato in Libia in diverse circostanze per stringere accordi finalizzati ai respingimenti dei barconi di migranti e profughi attraverso una “flotta fantasma” di pescherecci, oltre che altre intese di “diplomazia sanitaria” e ulteriori non specificati “negoziati”.
Le minacce contro Nello Scavo sono pubbliche, attraverso i social media, e sono a disposizione delle autorità maltesi. Noi chiediamo di intervenire rapidamente per porre fine a questa situazione. Garantire la libertà di informazione per tutti i giornalisti è un dovere di uno Stato che fa parte dell’Europa.
Sandro Ruotolo, don Luigi Ciotti, Manuel Delia, Lirio Abbate, Caroline Muscat, Paolo Berizzi, Caterina Bonvicini, Paolo Borrometi, Susanna Camusso, Arnaldo Capezzuto, Manuela Cavallari, Teresa Ciabatti, Riccardo Chiaberge, Massimo Coppola, Luisella Costamagna, Fabrizio D’Esposito, Maurizio De Giovanni, Graziella Di Mambro, Emiliano Fittipaldi, Corrado Formigli, Lorenzo Frigerio, Silvia Giannini, Giuseppe Giulietti, Peter Gomez, Gabriella Guido, Helena Janeczek, Nicola Lagioia, Tomaso Montanari, Rossella Milone, Gabriele Muccino, Michela Murgia, Riccardo Noury, Antonella Napoli, Valerio Nicolosi, Dalia Oggero, Maddalena Oliva, Evelina Santangelo, Valeria Parrella, Ciro Pellegrino, Sigfrido Ranucci, Alessandra Sarchi, Elena Stancanelli, Giovanni Tizian, Nello Trocchia, Chiara Valerio, Sandro Veronesi, Hamid Ziarati. Repubblika, #occupyjustice, PEN Malta, Darrin Zammit Lupi, Monique Agius, Miriam Calleja, Arnold Cassola, Regine Psaila, Jean Paul Borg, Vicki Ann Cremona, Rebecca Bonello Ghio, Maria Pisani, Brandon Shaw, Roberta Bajada, Dariush Beritan, Maria Grech Ganado, Kit Azzopardi, Abigail Ardelle Zammit, Naomi Bajada Young, Elizabeth Guyon Spennato, Anika Psaila Savona