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Dalla Libertas alla Comense passando per la Canottieri: “Così il Covid ha piegato lo sport comasco”

Dopo un anno complicato per tutti i settori, anche il mondo dello sport continua a soffrire per gli effetti della crisi provocata dal Covid.

Società e associazioni spesso dimenticate, costrette a interrompere le attività o a riprenderle a spizzichi e bocconi, con la conseguenza che in molti casi i ragazzi hanno perso l’entusiasmo. Perché lo sport per i giovani non è solo mantenersi in forma ma soprattutto condividere momenti di svago con amici e avversari, confrontarsi e crescere insieme.

E poi ci sono gli educatori, allenatori, preparatori e tutte le figure che si occupano di garantire un’attività sana e formativa. Anche loro persi nel calderone delle professioni lasciate da parte dalla crisi. Nel comasco sono molte le società in difficoltà: di seguito vi proponiamo alcune testimonianze.

Libertas San Bartolomeo

“La situazione delle società dilettantistiche di calcio? Perché, esistono ancora?”. Potrebbe finire qui la telefonata con Enrico Bello, presidente della storica società calcistica comasca Libertas San Bartolomeo che, con i suoi 640 tesserati, dal 1953 fa risuonare di voci e pallonate il campetto dietro la chiesa di via Milano.

E invece, la voglia di continuare è più forte delle evidenti difficoltà: “Abbiamo ripreso gli allenamenti – spiega – ma, come tutte le società come la nostra, lo facciamo perché crediamo fortemente nella funzione educativa e sociale dello sport”.

Perché, a conti fatti, tra tornei saltati e iscrizioni non rinnovate di fronte alle incertezze dovute al Covid, la situazione è tutt’altro che rosea: “Oltretutto con la Federazione, anche se fermi, continuiamo a sostenere tutti i costi di un normale anno di campionato – racconta – inoltre Como ha scelto di ignorare la possibilità offerta dal Decreto Liquidità di prolungare fino al 2023 le convenzioni per l’utilizzo delle strutture, cosa che ci avrebbe permesso di accedere a contributi a fondo perso. Ma andiamo avanti lo stesso, per il bene dei nostri ragazzi”.

Circolo Vela Como

Una realtà storica, nata in città nel 1932, che dal 2004 si è unita a Mila (Motonautica Italiana Lario) dando vita allo Yacht Club Como. Il Circolo Vela Como al momento raccoglie una trentina di atleti agonisti. E, come molte altre sul territorio, ora sta affrontando tutte le difficoltà dovute allo stop della pandemia.

“La nostra attività, per le imbarcazioni con due persone, è considerata sport singolo – spiega il direttore sportivo Roberto Caresani – in questo momento si sta allenando solo una tipologia di barca su quattro che abbiamo, ovvero chi ha in programma regate a livello agonistico”. I problemi per la vela non sono tanto in acqua, quanto a terra.

“Dobbiamo attivarci con tutte le precauzioni del caso per evitare assembramenti e non abbiamo a disposizione gli spogliatoi – aggiunge – si riesce a fare attività ma con un po’ di disagio. Il calendario delle regate è ancora in standby”. A livello di adesioni, poi, c’è stato qualche caso di abbandono. “Qualche ragazzo ha perso un po’ l’entusiasmo – conclude Caresani – ma gli altri hanno voglia di tornare in acqua col vento in faccia, speriamo possano farlo tutti il prima possibile”.

Canottieri Lario

Se per gli atleti agonisti gli allenamenti sono sempre permessi, nel rispetto di tutti i protocolli, la situazione è ben diversa per chi pratica canottaggio a livello amatoriale. “Allievi, cadetti e ragazzi si allenano a turni e mai all’interno – commenta il presidente della Canottieri Lario, Leonardo Bernasconi – e non possono usare le macchine. In questo periodo dell’anno non è l’ideale stare fuori, infatti abbiamo posto una tensostruttura esterna ma non è la stessa cosa”.

Inoltre, i corsi di avviamento allo sport che la società organizza ogni anno hanno subito una brusca frenata. “I genitori sono stati molto comprensivi – osserva – e ora i loro figli hanno ripreso a venire una volta a settimana. Per noi è importante perché sono un po’ il nostro serbatoio: se vediamo che qualcuno ha delle doti gli proponiamo di fare agonismo, ogni anno sono 15-20 ragazzi. Quest’anno però sarà difficile”.

Altra difficoltà, a livello economico, è data dalle limitazioni per i soci. “Ne abbiamo parecchi ma in questo momento sono molto penalizzati dalle restrizioni – conclude – abbiamo chiuso il 2020 con una perdita non indifferente, quindi speriamo possano tonare a sostenerci”.

Polisportiva Comense

Situazione estremamente difficile anche per la Polisportiva Comense, storica società di basket e pallavolo.

“Nell’ultimo anno abbiamo perso almeno 350 bambini – sottolinea il presidente dell’associazione sportiva comasca Guido Corti – perché tradizionalmente noi utilizzavamo circa dieci palestre scolastiche per i corsi dopo scuola e con gli istituti chiusi non c’era questa possibilità. Purtroppo abbiamo perso una delle parti più importanti del nostro lavoro: quella del primo approccio e del reclutamento tra i più piccoli. Ci stiamo perdendo delle annate e dovremo ricominciare da capo”.

Finalmente è arrivato il momento almeno per una fascia di ragazzi di tornare in palestra. “Settimana prossima ricominciano gli allenamenti per i ragazzi tra gli 11 e i 18 anni – aggiunge Corti – per questo sabato abbiamo fissato una sessione di tamponi che sono obbligatori prima del primo allenamento”.

OSHa Como ASD-APS

Osha è una realtà estremamente nota a Como: fondata nel 1974, ha l’obiettivo di promuovere, sviluppare e coordinare attività sportive fra disabili, per contribuire alla loro formazione psico-fisica, sociale e culturale.

“Purtroppo siamo fermi con l’avviamento al nuoto ma anche con il tennis da tavolo – spiega la presidente Mariangela Volpati – il problema è che lo sport per queste persone in difficoltà è un modo per uscire di casa e rapportarsi con gli altri. Quest’impossibilità si ripercuote sui ragazzi fisicamente e psicologicamente e purtroppo stiamo notando che regrediscono. Per questo confidiamo davvero che il vaccino arrivi presto per loro. Al momento purtroppo possono allenarsi solo i nostri atleti nazionali di nuoto e tennis, per gli altri possiamo solo lavorare con allenamenti da remoto”.

Eppure la voglia di ripartire di questi ragazzi è molta. “Ogni volta che li sentiamo ci chiedono quando potranno tornare in vasca o con la racchetta in mano – aggiunge Volpati – il nostro desiderio oggi è non solo poter tornare ad allenarli ma anche organizzare il Progetto Mare per questa estate”. Gli iscritti all’associazione infatti d’estate vengono portati al mare con l’assistenza dei giovani volontari dell’associazione per fare attività fisica ma anche e soprattutto per regalare loro un momento di indipendenza e divertimento.

Arrighi: necessario riaprire, sport essenziale

Lo sport è fermo ormai da un anno, se si esclude la breve e condizionata parentesi estiva. I risvolti sociali e economici del blocco, paragonabile solo a quello della cultura, si stanno già cominciando a vedere. “Mi auguro davvero che questa situazione finisca presto – commenta il delegato del Coni della Provincia di Como Katia Arrighi – è necessario tornare a fare sport, ovviamente nel rispetto della normativa per la sicurezza contro il Covid: ne hanno bisogno tutti, soprattutto bambini, anziani e popolazioni speciali”.

Non solo perché fa bene al corpo e allo spirito (e chi ha sempre praticato sport lo sa bene) ma perché si tratta di un altro sistema economico che deve tornare a respirare. “Ci tengo a ribadire ancora una volta che ci sono mamme e papà che vivono di sport e che per tutti gli operatori di questo settore è lavoro, è essenziale – conclude Arrighi – e ora se ne rendono conto tutti coloro che grazie ai professionisti dello sport facevano qualcosa che li faceva stare bene”.

Dal Comune 270mila euro alle società

Anche l’assessore allo Sport del Comune di Como, Marco Galli, è consapevole del difficilissimo periodo che stanno attraversando le società sportive del territorio. Ma cosa sta facendo concretamente l’Amministrazione per cercare di dare un supporto al settore?

“Attraverso la Consulta dello Sport avevo incontrato le varie società in videoconferenza – spiega Galli – a ottobre e novembre 2020. Avevo chiesto ai rappresentanti delle varie categorie di fare da tramite ed essere portavoce delle esigenze delle associazioni”.

E aggiunge: “Purtroppo il mondo dello sport è stato devastato nell’ultimo anno. La ripresa sarà molto complicata e quindi sto raccogliendo le richieste delle società delle varie discipline, in particolare quelle dedicate ai giovani. Tutte sono preoccupate perché non ci sono certezze su calendari e allenamenti, ma la situazione è ancora peggiore per le realtà che fruiscono di piscine o palestre”.

Secondo quanto riferito da alcune società (si veda testimonianza a fianco), il Comune di Como non avrebbe dato la possibilità di rinnovare le convenzioni per l’utilizzo delle strutture fino al 2023. “Purtroppo lo confermo – osserva Galli – il parere negativo sulla questione è stato dato da due ex dirigenti dello sport e io non ho potuto fare nulla. Però per alcune associazioni abbiamo trovato soluzioni alternative, con la possibilità di affidamento oltre il 2023”.

Per quanto riguarda i contributi comunali? “Abbiamo deliberato una somma molto importante per il 2020: 270mila euro distribuiti a tutte società che hanno fatto richiesta, circa 50, per andare incontro alla situazione di emergenza. Per i prossimi mesi, valuteremo anche in base alle risorse”.

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