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“Dati sbagliati, danni enormi”. L’Istituto Comprensivo Como Borgovico stronca la giunta Rapinese sulle scuole da chiudere

Clamorosa presa di posizione (all’unanimità) da parte del Consiglio dell’Istituto Comprensivo Como Borgovico sulla decisione del Comune di Como di chiudere la scuola primaria di via Perti e la scuola dell’infanzia Carluccio di via Volta. Il documento approvato dall’organo scolastico  contesta fortemente la scelta della giunta Rapinese “presa senza alcun tipo di confronto con la dirigenza, gli insegnanti e i genitori” ed elenca le “profonde” ricadute educative, scolastiche e sociali del provvedimento oltre a contestare persino i dati su cui poggia la decisione dell’amministrazione. Di seguito, pubblichiamo il testo integrale.

Il 27 settembre scorso, il Consiglio dell’Istituto Comprensivo Como Borgovico ha deliberato all’unanimità (18 voti su 18 presenti) contro la decisione del Comune di Como di chiudere due scuole del proprio comprensorio: la scuola primaria N. Sauro di via Perti e la scuola dell’infanzia L. Carluccio di via Volta.

L’iniziativa del Comune di Como, che propone di chiudere o accorpare ben sei scuole del territorio, è stata presa senza alcun tipo di confronto con la dirigenza, gli insegnanti e i genitori. Un confronto preventivo sarebbe stato utile per inquadrare correttamente il problema ed evitare disagi e sprechi di denaro pubblico.

“Il funzionamento delle scuole pubbliche di ogni Istituto Comprensivo è complesso – il commento di Simone Molteni, Presidente del Consiglio di Istituto – e la decisione del Comune, oltre a basarsi su numeri e considerazioni di partenza errati, non ha valutato le reali conseguenze sul resto delle scuole del territorio. Insieme ai membri del Consiglio abbiamo analizzato i potenziali danni che verrebbero arrecati a tutta la collettività e, trattandosi di una materia complessa per i non addetti ai lavori, riteniamo doveroso informare i genitori e cittadini”.

1) Negli ultimi 3 anni, nelle scuole dell’Istituto – comprese quindi la Sauro e la Carluccio – oltre ai soldi impiegati dal Comune di Como sono stati realizzati ingenti investimenti di denaro pubblico grazie ai bandi del PNRR e dei fondi europei.
L’ammontare dei soli bandi è pari a oltre 386.000 euro per ottenere i quali sono state necessarie centinaia di ore lavorative del personale scolastico. Se chiuderanno le scuole, tutti gli sforzi profusi e il denaro pubblico investito andranno inevitabilmente sprecati (si tratta di opere non traslocabili, come arredi su misura o lavori per il cablaggio delle reti). Si noti che tali investimenti sono ancora oggetto di possibili ispezioni da parte delle autorità competenti, interessate proprio ad evitare eventuali sprechi di denaro pubblico.

2) Chiudere due scuole provocherebbe enormi danni non solo a chi le frequenta, ma potenzialmente anche a tutte le altre scuole del territorio. Analizziamo ad esempio il personale in esubero: 26 persone andranno in mobilità e altre 10 perderanno il posto di lavoro per la chiusura delle due scuole in questione, ma le graduatorie sono generali, ossia valide per tutte le scuole dell’Istituto Comprensivo.

In parole semplici: anche se vengono chiuse la Carluccio e la Sauro andranno in mobilità maestre di altre scuole (ad es. la Raschi, la Mauri, la Filzi o la Corridoni) perché più giovani e/o ai posti più bassi della graduatoria. Non “solo” ci saranno molti bambini che perderanno i compagni di scuola a causa della riorganizzazione: molti altri bambini di altre scuole perderanno le maestre attuali. Questo crea un grave danno agli alunni e ai docenti perché interrompe la continuità didattica e rompe gli equilibri faticosamente raggiunti negli anni passati per consentire ad ogni alunno di mantenere gli stessi docenti per tutto il ciclo scolastico. Inutile sottolineare quanto questa situazione di incertezza creata dal Comune abbia già avuto conseguenze nefaste sulla motivazione e la produttività di docenti e allievi di tutto il territorio.

3) Le ricadute negative sulla qualità delle altre scuole del territorio sono ancora più profonde. Il Comune ritiene utile questa “razionalizzazione” perché individua posti liberi nelle scuole attuali. Smembrare le classi della scuola Sauro significherebbe distribuire i bambini in altri contesti, altre classi, con altre maestre. Anche la soluzione di spostare tutte le classi in modo compatto non è scevra da disagi: il Comune ritiene erroneamente che alla Corridoni ci siano 151 posti liberi, ma trasferire le classi della Sauro alla Corridoni significherebbe perdere d’un colpo il laboratorio di musica, il laboratorio di scienze con i computer recentemente installati, la sala docenti, l’aula di religione, la ludoteca e gli spazi dedicati agli alunni con disabilità. Si andrebbe cioè a distruggere l’eccellenza formativa di una scuola perfettamente funzionante, oltre a causare un ulteriore spreco del denaro pubblico investito negli ultimi anni per realizzare questi laboratori.

4) I dati di partenza su cui si basa il Comune di Como per prendere la decisione di chiudere le scuole in questione sono errati. Analizziamo la situazione della scuola Carluccio. Senza produrre alcuna scheda tecnica o preventivo a supporto, si citano problemi strutturali che non sono stati rilevati in alcun modo nell’ultimo DVR (il Documento di Valutazione dei Rischi che valuta la sicurezza dei luoghi di lavoro). Quest’ultimo infatti ha evidenziato solo problemi minori risolvibili con semplici opere di manutenzione ordinaria.

Sempre per la Carluccio il Comune lamenta la mancanza di “adeguati spazi aperti e verdi” mentre la scuola offre numerosi ed ampi spazi esterni utilizzabili tutto l’anno, come il cortile, il giardino pensile sulle mura, l’orto.
Inoltre il Comune non allega alcun documento sull’analisi demografica: analizzando i dati dal 2017 ad oggi la scuola è stata sempre al massimo della capienza, nel corso degli anni non ha mai avuto un calo di iscrizioni e al contrario ha sempre avuto una lista di attesa (ci sono sempre più richieste dei posti disponibili).

5) I bambini della Carluccio secondo il Comune dovrebbero essere trasferiti nella scuola di via Passeri negli spazi dell’asilo nido Magnolia, ma tale struttura ad oggi è attiva e vi è un contenzioso in corso.

“Come genitore e come cittadino – commenta il Presidente del Consiglio di Istituto Simone Molteni – sono preoccupato dalla modalità con cui il Comune ha affrontato un tema così importante e delicato come l’educazione dei nostri figli. Sono il primo a chiedere di tagliare costi inutili, ma non in questo modo. Vorrei” – conclude il Presidente – “che si aprisse un confronto serio sulle priorità e sulla visione che il Sindaco ha di questa città. Vogliamo davvero un centro storico totalmente privo di scuole pubbliche? Era necessario mettere in difficoltà docenti e genitori e creare preoccupazioni ai nostri alunni distogliendoli dalle loro attività didattiche? Come è possibile anche solo immaginare di peggiorare il livello delle scuole cancellando dei laboratori didattici in una città ricca come Como?”.

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5 Commenti

  1. Dai Rapinese, confuta uno per uno i dati stilati in questo comunicato. Senza buttare la palla in tribuna, però, parlando male del PD, dei giostrai e dei poteri forti.

    Su, tanto lo sappiamo che leggi tutto.

    Senza ironia, potresti avere ragione. Smonta una per una queste argomentazioni, dimostra di aver approfondito dovutamente con i dirigenti scolastici coinvolti le tematiche esposte, sputtanali dimostrando le falsità di quanto esposto.

    In mancanza, l’impressione sarà che fai quello che ti passa per la cabeza quando ti alzi dal letto. Paura.

  2. Genitori coraggiosi contro un uomo egocentrico e circondato da assessori e consiglieri che non osano o non sono in grado di contraddirlo.
    Qui si evidenziano ulteriori menzogne del sindaco, gravissime perché dette sulla pelle di bambini e famiglie e con ripercussioni devastanti sul tessuto sociale del centro città, già violentato.senza regole da ristoranti e turismo di massa

  3. Ora finalmente siamo riusciti a capire e sapere come fanno i TAGLI in Comune!!!
    Pazzesco chiudere una, scuola che ha liste d’attesa per poter frequentare e abbia rinnovato recentemente il certificato di sicurezza.
    Povero Rapinhood che per via Perti ha fatto una figura terribile.
    Tra l’altro essendo la scuola a 10 metri dal comune non costava nulla andare a parlare informalmente con i vari addetti!!!!

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