Come noto, la giunta Rapinese ha deciso di vendere l’ex centro di accoglienza di Prestino. Ora, però, ben 10 soggetti attivi nel mondo della solidarietà e dell’accoglienza chiedono al sindaco Alessandro Rapinese ma anche all’intero consiglio comunale di fermarsi e poi che l’immobile venga destinato all’accoglienza di persone in situazione di fragilità. Di seguito, il documento integrale e i firmatari.
AL CONSIGLIO COMUNALE DI COMO
I sottoscritti
ACLI COMO APS
CARITAS DIOCESANA
PARROCCHIA DI REBBIO
PARROCCHIA DI CAMERLATA
ODV REBBIO SOLIDALE
COMO SENZA FRONTIERE
CGIL – CAMERA DEL LAVORO TERRITORIALE DI COMO
CISL DEI LAGHI
UIL LARIO,
COMO ACCOGLIE
Premesso
– che il Consiglio Comunale di Como è chiamato ad approvare il Piano delle Valorizzazioni e delle Alienazioni per il triennio 2025-2027;
– che in tale Piano, nell’anno 2027, è prevista l’alienazione dell’immobile di proprietà comunale sito in Via Sacco e Vanzetti a Prestino;
– che tale immobile è sempre stato destinato all’accoglienza di persone in situazione di fragilità (ospitalità a carattere residenziale temporaneo per persone socialmente emarginate, accoglienza migranti, accoglienza richiedenti asilo);
– che l’immobile, edificato nell’anno 2004, attualmente inutilizzato, è in buone condizioni e potrebbe essere nuovamente destinato all’accoglienza di persone in difficoltà;
– che, anche con l’intervento del Terzo Settore (es. coprogettazione), l’immobile potrebbe quindi rispondere ad esigenze presenti nel territorio;
CHIEDONO
1. che l’immobile sito in Via Sacco e Vanzetti a Prestino venga stralciato dal Piano delle Valorizzazioni e della Alienazioni per il triennio 2025-2027;
2. che tale immobile venga destinato all’accoglienza di persone in situazione di fragilità individuando, anche in collaborazione con gli enti del Terzo Settore, la modalità di gestione;
3. che le scelte di destinazione d’uso di immobili con finalità di housing sociale, di patrimonio della collettività, prevedano di essere oggetto di confronto e dialogo istituzionale e collettivo con tutte le realtà del territorio che sono coinvolte nella costruzione di progetti di inclusione, accoglienza, accompagnamento delle persone in situazioni di fragilità ed esclusione;
4. che nel malaugurato caso di una ribadita volontà di alienazione dell’immobile in oggetto, tale rinuncia a un bene comune di valore sociale sia da subito compensata con l’individuazione di un ulteriore immobile da destinare esplicitamente alla residenzialità temporanea per soggetti a rischio di emarginazione sociale.