Arrivano previsioni a tinte oscure sul fronte della disoccupazione in Ticino dall’Istituto di Ricerche Economiche (IRE). Sebbene nel terzo trimestre del 2025 il tasso di disoccupazione si sia attestato al 2,57%, confermando una sostanziale stabilità rispetto al trimestre precedente, gli ultimi mesi dell’anno e l’inizio del 2026 vedranno un aumento dei senza lavoro.
Le proiezioni, elaborate tramite il modello di stima dell’IRE, indicano un quadro economico in raffreddamento e prevedono che il tasso di disoccupazione tocchi il 3% nell’immediato futuro per poi salire ulteriormente al 3,2% nel primo trimestre del 2026.
Secondo l’esperto interpellato, la lieve progressione della quota dei senza lavoro registrata negli ultimi due anni è da attribuire principalmente a una serie di fattori macroeconomici sfavorevoli.
Le cause sono identificate nel rafforzamento del franco rispetto all’euro e al dollaro e nella debolezza congiunturale in Cina e in alcuni importanti settori economici come quello automobilistico. A complicare ulteriormente il quadro si sono aggiunti i dazi americani, introdotti lo scorso aprile e drasticamente aumentati nel mese di agosto.
Le statistiche sul lavoro ridotto (la nostra cassa integrazione) iniziano a mostrare segnali di una maggiore incertezza, specialmente in relazione all’introduzione delle barriere doganali.
Le notifiche provvisorie di lavoro ridotto sono salite nel mese di settembre, interessando 514 aziende per un totale di 11.500 lavoratori. L’esperto ha comunque commentato che, rispetto al picco registrato a marzo – quando le richieste provvisorie erano state 38.000 – si tratta ancora di un numero esiguo.