C’è aria davvero di rivolta tra i pendolari di Trenord per i contini disservizi sulla Como-Milano. Proprio stamattina avevamo pubblicato una prima lettera di una pendolare esasperata. E ora ne arriva una seconda, ancora una volta (aspetto tutt’altro che secondario) circostanziatissima. E’ insomma una autentica catena di proteste quella che riceviamo nella forma di segnalazioni e lettere e ricordiamo che è sempre possibile contattarci – magari anche per foto e video o messaggi vocali, su qualsiasi tema – alla mail redazionecomozero@gmail.com o al numero whatsapp 335.8366795.
Di seguito, la lettera firmata da due lettori-pendolari, decisamente infuriati.
Spett.le Redazione di ComoZero,
quest’oggi ci decidiamo a scrivervi per segnalarvi l’ennesimo, purtroppo, imbarazzante disservizio di Trenord. I disagi come noto sono all’ordine del giorno, presentare reclami tramite i canali adeguati ci pare evidente non porti proprio a nulla, proviamo quindi con la stampa.
Ieri 27/09/2023 siamo saliti sul treno in partenza da Milano Cadorna alle ore 18.13 e diretto a Como Lago. I ritardi dovuti al deragliamento di ieri pomeriggio sembravano essere stati assorbiti o comunque “accettabili”.
Dopo essere partiti con 10 minuti di ritardo abbiamo effettuato una sosta insolitamente lunga alla stazione di Milano Domodossola, durante la quale a bordo si è cominciato a sentire odore di bruciato. In seguito abbiamo raggiunto – a stento – la stazione di Milano Bovisa dove è apparso chiaro che il treno avesse evidenti problemi all’impianto frenante (fumo e odore erano diventati insopportabili). Nonostante la situazione non permettesse chiaramente al treno di proseguire, nessuno ha annunciato la soppressione dello stesso o eventuali ritardi. A domanda diretta al capotreno se il treno venisse cancellato o meno lo stesso ha risposto “Stiamo verificando”.
Molti passeggeri tra cui noi sono scesi dal treno con l’intenzione di salire sul treno successivo in arrivo a Bovisa alle ore 18.50, sempre direzione Como Lago (il treno “fumante” è stato poi soppresso dopo 43 minuti, come abbiamo appreso dal tabellone).
Segnaliamo inoltre che una ragazza in sedia rotelle è stata aiutata a scendere dai viaggiatori, vista la totale inerzia del personale di bordo e assenza del personale di stazione. All’arrivo, il treno delle 18.50 aveva 8 minuti di ritardo ed era talmente pieno da non permettere la salita ad altri passeggeri. Alcuni sono riusciti a salire accalcandosi in tutti gli spazi possibili senza che nessuno desse indicazioni o rassicurazioni. A domanda diretta al capotreno intercettato sulla banchina su cosa stesse succedendo la risposta è stata: “Ho chiesto di mandare un altro treno”.
Saliti finalmente sul treno delle ore 19.20 (6 minuti di ritardo, blocchiamo le porte per consentire alla ragazza in sedia a rotelle di salire in autonomia dato che il percorso tramite ascensore è particolarmente lungo ed evidentemente nessuno aveva avvisato della sua presenza il personale del treno). Riusciamo dunque a proseguire il viaggio fino alla stazione di Como Camerlata. Qui restiamo fermi per circa 10 minuti senza indicazioni di sorta da parte del personale di bordo, che non avevamo visto per tutta la durata del viaggio.
Una volta arrivati a Como Borghi (nostra stazione di arrivo) raggiungiamo la testa del treno per domandare al capotreno per quale motivo nessun annuncio fosse stato dato a Camerlata in merito al ritardo, che si era accumulato fino a raggiungere un totale di 22 minuti. Il “gentile” capotreno ci comunica di aver effettuato “dieci annunci” e che ci avrebbe mostrato il suo tablet “se non ci credevamo” (sic). Al che gli facciamo notare che gli altoparlanti molto probabilmente non sono funzionanti in quanto nessuno a bordo aveva sentito alcun annuncio. A tal punto il capotreno, per eludere la contestazione, commenta elegantemente “Vai a cagare” chiudendosi successivamente in cabina.
In ultimo, cerchiamo di segnalare al capostazione il malfunzionamento degli altoparlanti, nella speranza che possa segnalare il presunto guasto tecnico per una verifica, sorvolando su quanto appena accaduto. Il capostazione si mette quindi in comunicazione col capotreno e questo è quanto abbiamo capito dello scambio tra i due: “Eh… sì, si sono arrabbiati, ciao”. Fine.
E’ francamente incommentabile che nel 2023 si debbano impiegare oltre 2 ore e un quarto per percorrere il tragitto da Milano a Como in pieno orario pendolari, soprattutto quando oramai queste tempistiche sono la consuetudine e non un’eccezione dovuta ad eventi imprevedibili. Oltretutto l’abbonamento non è a buon mercato, anche questo ben noto, e le condizioni di sicurezza quantomeno questionabili.
L’ennesimo formale reclamo è stato inviato, attendiamo fiduciosi un riscontro.Vogliamo in chiusura ringraziare Trenord per l’esperienza e per l’apprezzabile sforzo quotidiano per incentivare la mobilità green a discapito dell’automobile!
Chiediamo cortesemente l’anonimato qualora decideste di pubblicare questa nostra.
P.S. La bozza della presente è stata preparata ieri sera. Abbiamo letto poco fa la segnalazione della pendolare Cristina pubblicata questa mattina, neanche a farlo apposta. Non possiamo che sottoscrivere ogni parola della signora.
Grazie per l’attenzione e buona giornata da due vostri fedeli lettori.