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Divieti sulla Statale Regina: la devastante lettera di Confcommercio contro i sindaci

Si apre uno scontro pesante tra Confcommercio Como e i sindaci dei Comuni di Tremezzina, Colonno, Sala Comacina e Menaggio. Nodo della frattura la lettera che i primi cittadini hanno inviato al Prefetto di Como, Ignazio Coccia, con una serie di proposte sulla viabilità della Statale Regina definite “inaccettabili” dall’associazione di categoria.

Oggetto del contendere è la viabilità della Strada Regina, in particolare il tratto che collega i Comuni di Colonno e Lenno, da sempre congestionato dal traffico nei mesi estivi. Una su tutte la misura contestata: lo stop di giorno ai Tir e forti limiti orari ai viaggi dei pullman turistici da e per gli hotel della zona. Nel dettaglio, tra le 6 e le 22 da marzo a novembre si vorrebbe il divieto di transito in corrispondenza delle strettoie di Colonno, Sala Comacina, Spurano e Isola di Ossuccio per tutti i mezzi pesanti con lunghezza massima di 9 metri.

“Le proposte avanzate dalle Amministrazioni Comunali, seppur sotto forma di bozza, appaiono inaccettabili per Confcommercio Como e metterebbero a dura prova gli albergatori, i ristoratori e i commercianti associati della zona, soprattutto in vista dell’inizio della prossima stagione turistica”, si legge in una durissima nota di Confcommercio Como.

“Confcommercio Como – afferma il Presidente degli Albergatori di Confcommercio Como, Roberto Cassani – da anni tutela gli interessi di albergatori e strutture ricettive. Comprendiamo le legittime necessità di residenti e pendolari, ma riteniamo che questo provvedimento danneggi eccessivamente le strutture ricettive della zona”.

“Ricordiamo – prosegue il Presidente di Confcommercio Como, Giovanni Ciceri – che i Comuni delle zone interessate dall’ordinanza così come tutta la Provincia di Como, vivono di commercio e di turismo e per questo è necessario tutelarli. Così com’è strutturata la proposta da presentare al Prefetto di Como, Ignazio Coccia, avrebbe delle gravi ripercussioni sulle attività della zona”.

“Così come formulata – conclude Matteo Valdè, consigliere Confcommercio Como e portavoce al tavolo Prefettizio sulla Statale Regina anche delle altre principali Associazioni di categoria – la proposta sarebbe un colpo mortale per tutto il tessuto economico e produttivo locale (già seriamente messo alla prova dalle difficoltà logistiche, che impattano soprattutto su chi lavora, e dalla contingente situazione di mercato). Gli investimenti in infrastruttura hanno sempre un enorme impatto positivo sulle aree dove queste vengono realizzate”.

“Le limitazioni hanno invece sempre, nel breve periodo, un effetto altamente destabilizzante – prosegue Valdè – I Sindaci rischiano di rendere insostenibile (a volte addirittura impossibile) la logistica di quasi tutti gli operatori economici locali (non degli “autotrasportatori stranieri” che utilizzano la strada come transito), in aperto contrasto con le loro dichiarazioni di intenti, quando si dicono pronti a difendere con i denti i presidi territoriali dei negozi o delle attività, o a promuovere la destagionalizzazione delle attività turistiche. Si rischia di arrivare ad avere la “Variante della Tremezzina” senza che vi sia più la necessità dell’opera, perché sul territorio saranno spariti alberghi, supermercati, imprese”.

Secondo l’associazione inoltre “lo scorso anno la situazione viabilistica sul tratto della Statale Regina in oggetto non ha evidenziato traumi particolari (eccezion fatta per i fine settimana, quando però il traffico pesante è nullo) nonostante su di essa transitassero ogni giorno decine di autoarticolati, che quest’anno saranno tolti dalla strada: non ci sarà più infatti il traffico originato dall’enorme cantiere del complesso alberghiero di Menaggio, a breve ultimato. Non si vede quindi la necessità di una così forte modifica alle limitazioni del traffiico già in essere. Così come teorizzata la proposta dei Sindaci sembra quasi una “sparata” per trattare poi al ribasso ulteriori limitazioni. Spiace, perché il tavolo prefettizio non dovrebbe essere visto come un mercato, ma come un momento di confronto civile durante il quale tutti portano il loro contributo”.

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