Difficile considerare soltanto un incontro fortuito quello tra le frasi pronunciate ieri da don Giusto della Valle, parroco di Rebbio, e l’occasione che le ha accolte, ossia la serata organizzata dal circolo Arci Xanadù al Cinema Gloria a sostegno del modello di accoglienza di Riace e del sindaco Domenico Lucano con la proiezione del documentario “Un paese di Calabria”.
Tra i vari interventi rilanciati dal presidente dell’Arci Como Gianpaolo Rosso, come sempre uno di quelli destinati a scuotere la platea e a far sentire la propria eco anche fuori dalla sala, è stato quello del sacerdote, imperniato sul lungo inverno in arrivo per ciò che riguarda l’accoglienza dei migranti (e non soltanto) a Como.
“Qualcuno vuole che la gente viva male, reagisca violentemente per essere autorizzata a reprimere ancora di più e dire che l’aveva detto. Questo atteggiamento è demoniaco: far soffrire e influenzare le persone per poi reprimere le devianze”.
“Como ha bisogno di una sovrabbondanza di accoglienza – ha affermato – C’è qualcuno che dice trattiamo male la gente così reagirà e giustificherà uno stato di repressione. Allora bisogna organizzarsi, mettere a disposizione spazi abitativi e appartamenti, magari sfitti, c’è bisogno di spazi, di accompagnamento, tanto e forte, soprattutto per chi è più in basso, per chi ha toccato il fondo, si è abbrutito e non riesce a risalire. Due anni fa era molto diverso, c’era voglia di vivere e di fare, adesso meno”.
Un tasto, questo, toccato più volte da don Giusto che ha portato anche esempi concreti di migranti che in qualche modo, dopo mesi di permanenza sul territorio, si sono lasciati andare allo sconforto se non proprio al confine con lo sbando tra alcol e sostanze stupefacenti.
Sul fronte pratico, don Giusto, arrivato anche ipotizzare di sfidare norme e regole pur di far prevalere l’accoglienza e i sentimenti di umanità.
“Bisogna aumentare in modo sovrabbondante l’accoglienza accompagnando individualmente, mettendo spazi a disposizione e usando magari quello che la legge non permette. Cioè, di fronte al bisogno l’umanità prevale su tutto il resto. Il bisogno di accoglienza, di calore, di una casa, prevale su tutto il resto”.
“Bisogna rimetterci in moto – ha concluso – bisogna organizzarsi per rendere questa città bella e accogliente. Gli spazi vuoti della città sono di tutti e vanno rivendicati, abbiamo il diritto di chiedere che vengano usati. Possiamo accogliere anche due-tre persone in casa, sul divano. Di umanità c’è bisogno quando c’è qualcuno che invece vuole disumanizzare”.
Un commento
Si devono trovare modi per combattere le paure, frutto di manipolazioni di dati e di semplificazioni a livello di slogan di una realtà complessa. Riace e Domenico Lucano, un bellissimo esempio di accoglienza e integrazione. Riace ora è vita nella speranza che riesca a resistere contro chi vorrebbe farne tabula rasa.
Giovanna