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Dopo la morte di Paolo, la scelta sofferta della famiglia: “La ferramenta Pusterla non riaprirà più. Grazie di cuore a tutti”

Ci sono cicli che si chiudono. Racconti che giungono a una fine. E’ giusto, soprattutto quando si parla di scelte famigliari, di storie e vicende private. Così, con il cuore gonfio di tristezza, la famiglia Pusterla ha deciso di non riaprire più le porte della conosciutissima ferramenta di via Indipendenza. Pochi giorni fa è morto Paolo. Anima, mano e vita del negozio conosciutissimo da tutta la città (ne abbiamo parlato qui).

Migliaia, letteralmente, i clienti che hanno voluto testimoniare commozione per la morte decisamente prematura di uno straordinario negoziante, capace, attento, accogliente e preparato. Lo conferma il fratello, Stefano: “Tanti hanno voluto restituirci l’affetto che provavano per Paolo”. Se ne è andato dopo una lunga malattia così negli ultimi mesi Stefano, che è architetto, lo ha aiutato in negozio: “Sempre con al nostro fianco Daniele Zanier, per 20 anni è stato il miglior collaboratore possibile. E’ di famiglia, per questo voglio ringraziarlo”.

Poi in questi giorni la decisione, difficile: “Paolo è stato la quarta generazione dei Pusterla, ha affiancato nostro padre da ragazzo poi per 30 anni si è occupato della ferramenta. Ha dedicato la vita alla “Ditta Romeo Pusterla”. Il negozio è stato aperto oltre un secolo fa e ora finisce il suo viaggio, è onorevole così. Proviamo un enorme dispiacere, abbiamo anche valutato qualche offerta, ma abbiamo preso la nostra decisione. Paolo ha superato negli anni le crisi economiche, i cambiamenti del mercato, poi la pandemia. E’ stato bravissimo, non ha mai ceduto. Alla fine è rimasto dietro al bancone finché ha potuto. Ma il contesto di questa città è cambiato, il centro storico è cambiato, ormai ci sono più jeanserie che altro e bisogna dire che se il negozio ha tenuto è anche perché le mura sono di proprietà, difficilmente altri riuscirebbero a proseguire con l’attività”.

Nei prossimi giorni, “Il Pusterla” sarà svuotato. Per cera, viti, lucchetti e duplicati delle chiavi bisognerà andare altrove. E’ un peccato ma la scelta della famiglia è più che comprensibile in una Como che ha davvero un’altra anima rispetto al passato, dove la bottega sparisce e i commercianti non hanno quasi più nomi e volti. La memoria viene coperta dall’ombra dei brand, dai take away. E’ giusto? Sbagliato? Non è questa la sede per dirlo ma certo non è lo stesso cambiamento che raccontavano i nonni un tempo, quello cui si assiste oggi è una profonda variazione di identità economica e sociale.

Conclude Stefano: “Dopo Bergna e Valentino Rezzonico (altre storiche ferramenta della città, Ndr) siamo rimasti gli ultimi, sappiamo quanto i clienti ne saranno dispiaciuti e per questo oggi o domani affiggeremo un cartello per ringraziarli tutti”.

Due anni fa intervistammo Paolo nel suo regno, qui: A Como chi Pusterla trova: la bottega delle meraviglie, ferramenta e tasca di Eta Beta.

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5 Commenti

    1. Ecco, beh, lascerei perdere visto che chi lo sventolò, non la persona ma il partito al quale apparteneva, già in quel momento era coinvolto nelle stesse vicende che quel “pezzo di corda” avrebbe dovuto stigmatizzare…

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