Dopo il boom del turismo del 2019, con presenze elevatissime in città e sul lago, c’è chi ha deciso nel 2020 di partire per una nuova avventura.
Parliamo, in particolare, di un percorso partito da via Rezzonico – a pochi passi dal centro di Como – che però si è bruscamente interrotto dopo poche settimane.
Rossana Belmonte abita a San Fermo e lavora in centro città. A fine gennaio dello scorso anno, ha firmato la proposta di compravendita di un immobile appunto in via Rezzonico.
“Era la prima volta che entravo nel settore delle case vacanza come host – ci racconta Rossana – era già un po’ di tempo che ci pensavo e avendo trovato un’occasione, insomma l’appartamento giusto, io e mio marito ci siamo lanciati in questa sfida. Avrei gestito la casa vacanza con l’aiuto di mio figlio Andrea. Si tratta di un monolocale che necessitava di alcuni lavori di ristrutturazione”.
Gli interventi sarebbero dovuti durare alcune settimane per rendere l’appartamento fruibile agli ospiti. Poi, però, è arrivato il lockdown con tutte le conseguenze del caso.
“L’intenzione era di iniziare ad accogliere clienti già lo scorso anno, in primavera – conferma Rossana – ma col lockdown abbiamo avuto i primi ritardi a partire dai lavori, anche perché l’impresa era fisicamente ferma per le chiusure imposte dal lockdown. Sono stati chiusi anche i mobilifici, avevo ordinato tutti i mobili a fine febbraio 2020 e mi sono stati consegnati a settembre”.
Insomma, alla fine Rossana ha firmato il rogito a metà gennaio 2021 e la casa vacanza ora è finalmente pronta ad accogliere i turisti – anche se al momento la stagione non può certamente dirsi avviata né alle porte. E le conseguenze non si sono limitate allo slittamento dell’inizio dell’attività ma hanno inciso anche a livello economico.
“Essendo arrivato tardi il rogito, ovviamente ho dovuto pagare cifre in più alla cooperativa da cui avevo acquistato l’immobile”, aggiunge infatti Rossana – che ha preferito però non entrare nel merito delle cifre. Una situazione, ad ogni modo, che ha creato momenti di sconforto anche in seno a quanto stava accadendo a livello sanitario.
“Purtroppo all’inizio c’è stata una forte delusione – aggiunge – finalmente avevo trovato ciò che volevo ed ero pronta a partire, ma tutte queste complicazioni hanno posticipato le cose. Ci sono stati momenti in cui mi sono scoraggiata, ma non mi sono mai pentita di questo acquisto e, seppur con ritardo, speravo che sarei partita prima o poi. A volte ripenso alla firma pre-lockdown: se mi fosse capitato qualche giorno dopo, non so se avrei avuto la stessa forza e determinazione per andare avanti. Invece, concludendo l’affare a fine gennaio, ormai ero in ballo e non potevo tirarmi indietro”.
Le prospettive per i prossimi mesi? “Questo non è ancora il momento giusto ma mi aspetto che arriveranno richieste – conclude – purtroppo, continuando ad alternare i colori delle zone a livello nazionale, non è facile ricevere prenotazioni. Non ci si può muovere tra Regioni, ci sono ancora molte incertezze e quindi per ora è tutto fermo. Purtroppo si sono verificate conseguenze a catena, non ne siamo ancora fuori e quindi continuiamo con le difficoltà di vedere arrivare le persone. Ma siamo fiduciosi”.
Non solo a Como: anche nel Lecchese, le difficoltà per i proprietari delle case vacanza sono evidenti. Soprattutto per chi si è appena lanciato in questa nuova avventura.
A Imbersago, Alice Caciorgna ha scelto di cambiare vita a inizio 2020. Poi, però, il Covid ha scombussolato tutti i piani.
“Io e il mio compagno abitavamo in due case diverse – ci spiega – volevamo venderle e comprarne una insieme, così a Imbersago abbiamo trovato questa abitazione che ci piaceva molto. Volevamo aprire un b&b con spazi comuni anche per far conoscere e interagire gli ospiti, poi però abbiamo deciso di dedicare tutta la mansarda a casa vacanza per via del Covid. Io avevo già una piccola esperienza in questo settore perché per un paio di anni avevo messo in affitto una stanza nella mia vecchia casa”.
Così, a febbraio 2020, Alice e il compagno hanno firmato la proposta per una nuova dimora con l’idea di ricevere ospiti di lì a poco tempo.
“Non c’erano grossi lavori da fare per renderla fruibile sia a noi sia ai clienti – aggiunge Alice – quindi saremmo partiti subito con l’attività di casa vacanza. Purtroppo, però, vedendo come stava evolvendo la situazione nel 2020 abbiamo scelto di non mettere a disposizione la struttura. Fortunatamente siamo riusciti a trasferirci per tempo e a viverci noi, altrimenti sarebbe rimasta vuota e inutilizzata per tutto lo scorso anno”.
Il rogito, alla fine, è stato firmato ad agosto 2020. Ma Alice e il compagno non si pentono della scelta, nonostante la situazione di crisi e la necessità di posticipare l’apertura della casa vacanza al 2021.
“Ce la siamo presi un po’ comoda – spiega – abbiamo preso tempo per sistemarci. Essendoci trasferiti ad agosto, appunto, ci è servito un po’ di tempo per svuotare le nostre vecchie case e metterci a posto in quella nuova. Per il 2020 ci siamo rassegnati al fatto di non aprire, ora però spero che possano arrivare ospiti al più presto. Da quanto sento in giro, sembra che qualcosa si muova nella nostra zona: ci sono turisti di passaggio e speriamo possano aumentare nelle prossime settimane. Stiamo notando che ci sono varie persone che hanno bisogno di un luogo d’appoggio anche per lavoro e quindi è un altro mercato che potremmo esplorare, affiancandolo al classico ospite turista”.
Di fatto, non vi pentite quindi dell’investimento? “No, anche perché fortunatamente avevamo venduto le nostre due vecchie case – afferma – siamo stati contenti del fatto che, nonostante tutta la situazione vissuta a causa del Covid, siamo riusciti a fare quello che volevamo. Io ho deciso di cambiare vita a fine 2018 con l’affitto della stanza a casa mia, con questa nuova sfida volevo occuparmi della casa affiancandolo al mio lavoro di guida ambientale”.