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Ecco l’agnello di Dio. Don Giusto da Rebbio: tra vangelo, migranti e Salvini. Con galline

Il senso di Don Giusto per l’amore è nelle mani, quando agiscono. Una dolcezza quasi insostenibile sprigiona dal parroco del sobborgo. Uomo avvolto in abiti che nemmeno i suoi assistiti indosserebbero. Tra sandalo e calze, un berretto che pare una scarpa, capelli che, no, non conoscono il pettine, Giusto esplode come luce: eleganza naturale, composta.

La dignità è talmente ovvia che non va restituita: la si trova in una mappa di segni diagonali perfetti, rughe che scavano sorriso. Rebbio, parrocchia di frontiera, aperta a quelle che un linguaggio polare, violentemente tecnico inquadra nelle “gravi marginalità”.

(Intero Fotoservizio: Matteo Congregalli)

Bianco, rosso, nero o blu: chi soffre qui trova cibo, un letto e galline e conigli e orto in cortile e sacchi di patate. Ci sono italiani e migranti, soprattutto dal 2016, quando aprì l’ormai ex centro di via Regina. Don Giusto, classe ‘61 viene ordinato nel 1985. Qualche incarico poi il Camerun, per 12 anni. Diventa parroco di Rebbio nel 2011.

Mi perdoni, alcuni non la sopportano, lo sa?
Non lo so, dipende dal motivo.

Quello che fa, presumo.
Ci sono due estremi: chi idealizza troppo in positivo Rebbio e chi, senza conoscere, la denigra. La cosa migliore è che ciascuno si faccia un’ idea venendo qui e parlando.

Qui cosa fa?
Accogliamo le persone, poi usciamo e andiamo da chi ha bisogno. Ma l’accoglienza occupa molto tempo.

Quanti migranti ci sono?
50, 60 in media

Tutti in regola?
Raramente qualcuno non lo è

Siete un ammortizzatore sociale
Siamo un quartiere con molte case popolari. Ci sono famiglie che fanno fatica e poi Como è città di frontiera

Qualche mese fa parlò, riferendosi a Rebbio, di madri e padri spacciatori che trasmettono il “mestiere” ai figli. Ritratto durissimo (qui).
Ci sono limiti che si trasmettono dal nonno al nipote. Sembra di non poter spezzare questa catena di emarginazione che si trasforma in uso e spaccio di sostanze.

Quanto vi spingete oltre la Legge nell’accoglienza?
(Pausa) Cos’è la Legge?

La Norma.
Cos’è la Norma?

La regola di uno Stato laico.
La norma prima è l’accoglienza. Se si parla di Legge del mare la regola è soccorrere chi è in difficoltà, chiunque sia. Poi c’è chi vuole norme d’altro tipo. Se si parla di Leggi dello Stato qui le rispettiamo. Spesso si tampona quanto altri dovrebbero e non vogliono fare. O non riescono.

Chi?
Le autorità. E’ evidente che una maggior distribuzione dell’accoglienza gioverebbe alla città. Lo chiediamo da anni a tutte le amministrazioni, però picche. Intanto son state chiuse quasi tutte le strutture.

Serve un dormitorio aperto tutto l’anno?
Certo, Como deve prendere atto di essere una città di frontiera. Il disagio aumenta, ci sono padri separati, i disoccupati.

Non solo migranti.
Qui ospitiamo persone italiane per mesi.

E’ più faticoso lavorare da quando la Lega è al potere in città?
Il governo cittadino non intende mettere a disposizione spazi per stranieri e persone in difficoltà. Ma si fatica a trovare disponibilità anche nelle realtà della Chiesa.

Vero, spieghi
Ci sono posti nelle parrocchie e nelle congregazioni religiose, ci vuole più apertura.

Il vescovo Oscar cosa dice?
E’ intervenuto in modo chiaro, ha parlato di città “senza mura”, in linea con il Papa.

Quindi il problema sono i suoi colleghi parroci.
Mi sembra che anche nella Chiesa sia entrata quella paura che contraddistingue l’Italia oggi. Si ha paura di fare accoglienza per non spaccare la comunità. Paura che c’era e c’è anche qui a Rebbio, lo so. Oggi si ragiona più per ideologia che per conoscenza diretta. La Chiesa risente dei ragionamenti della strada, però la differenza dovrebbe farla la Chiesa. Il vangelo è estremamente chiaro.

Allora torno a prima. In nome del vangelo si può superare la norma?
Certamente. San Pietro diceva bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini quando gli impedivano di predicare la resurrezione di Gesù. Se la Legge umana è contro il comandamento di Dio, si obbedisce al comandamento. Basta essere sicuri che lo sia e non una propria idea

Siamo di fronte a San Giusto?
I Santi si fanno da morti (ride).

Salvini bacia il rosario, poi emana un Decreto Sicurezza i cui effetti sono già visibili.
Non so che valore dia al gesto. C’è chi prima di andare a abortire recita il rosario. C’è chi fa uso taumaturgico o strumentale degli oggetti religiosi. Bisogna chiedersi: il Decreto è secondo il Vangelo? Sulla questione migratoria non lo è. Si vuol creare una sacca di migranti che vive nel disagio e che può delinquere.

Perché?
Per dire: vedete come sono? Per autorizzare forme repressive ancora più forti. Il Decreto fa un uso strumentale del migrante e dell’emarginazione.

Arriveranno più persone a Como dopo il Decreto?
Presto ci sarà un picco notevole

L’altra sera un migrante ha dato in escandescenza fuori dal Comune. Hanno chiamato don Giusto (qui).
Mi ha chiamato la polizia.

GALLERY-SFOGLIA

Insomma, don Giusto è utile. Nonostante tutto.
Rebbio è sempre stata a disposizione

Ce la fate coi volontari?
Sì ma servirebbero presenze più fisse.

Lei è l’incarnazione dell’agnello di Dio?
(Ride di gusto) Quello lo hanno ammazzato, quindi meglio di no. Lascio il posto a qualcun altro.

Si sente col sindaco?
Ci parliamo, è successo di recente.

Sensazioni?
Non lo so. Ci vuole concretezza in questa città per affrontare certe situazioni. Con Landriscina abbiamo parlato di migrazione, migranti.

Non crede che Landriscina, uomo e medico, farebbe di più non fosse politicamente legato?
Da prete ragiono così: se le persone disagiate stanno meglio, stanno meglio tutti. Non so se questo sia il presupposto dell’amministrazione.

Ingresso dell’oratorio con simbolo cattolico, islamico e ebraico: tutti insieme
Mancano i buddisti e molti altri, rimedieremo.

Rebbio: ecumenismo nella sua forma più piena
Ci si prova, è interessante.

Il pezzo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

Alle parole di don Giusto sul Decreto Sicurezza, ha risposto il vicesindaco e deputato di Como, Alessandra Locatelli: Locatelli prima miliziana di Salvini: “Don Giusto, legga bene il Decreto Sicurezza”

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2 Commenti

  1. “gravi marginalità” : Carlo Linati, Giuseppe Pontiggia, Giuseppe Terragni, Mario Botta, Gianluca Zambrotta e soprattutto i Golasecca di etnia blu. Dimenticavo Helmuth ( chainsaw ).

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