Nonostante le polemiche sugli stipendi più bassi – in certi settori lavortivi – applicati in Ticino rispetto agli altri cantoni svizzeri (qui la testimonianza), continua inarrestabile la crescita dei frontalieri che varcano quotidianamente il confine. Ecco allora che secondo i dati diffusi dall’Ufficio federale di statistica (UST), nel secondo trimestre del 2022 (aprile-giugno) i lavoratori con permesso G nel cantone sono 75.795, con un aumento dell’1,3% rispetto al primo trimestre dell’anno (tra gennaio e marzo erano 74.775) e del 3,4% nel paragone con lo stesso periodo del 2021.
Tra i diversi numeri forniti dall’ufficio di statistica, un altro inquadra con efficacia l’apporto della forza lavoro italiana in Svizzera. Se infatti, a fine giugno, il numero di frontalieri complessivo era pari a 369.728, ben 87mila sono quelli provenienti dall’Italia. La cifra totale è cresciuta del 6% rispetto al secondo trimestre 2021 (e dell’1,3% rispetto al periodo gennaio-marzo 2022). Poco più della metà di tutti i frontalieri in Svizzera è domiciliata in Francia (55,9%), mentre il 23,6% e il 17,3% rispettivamente in Italia e in Germania. Infine, ancora una volta è il terziario il settore più “gettonato” dai frontalieri con 250mila lavoratori.