L’elettrificazione della linea ferroviaria Como-Lecco prende sempre più forma. Dopo la conclusione da parte di Rfi dello studio di prefattibilità, ecco ulteriori dettagli dell’infrastruttura che beneficerà anche dei fondi del Pnrr. Sull’opera va detto come da lungo tempo si sia acceso un dibattito politico molto forte. Impegnati in prima linea, con il sostegno dei comitati dei pendolari, i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Raffaele Erba e del Pd Angelo Orsenigo. E ieri l’annuncio del passo in avanti fatto dal sottosegretario regionale Fabrizio Turba (i fatti recenti)
Ma ecco come si interverrà, salvo modifiche sempre prevedibili in fase di progettazione definitiva. Due le fasi: si comincerà con l’elettrificazione tra Albate e Molteno, tratta lunga 22 chilometri (linea rossa sulla mappa), su cui andranno adattate due delle gallerie presenti e otto cavalcaferrovia. La successiva operazione comporterà invece l’elettrificazione del pezzo compreso tra Molteno e Lecco di 14 chilometri (tratto azzurro sulla cartina). In questo caso le opere esistenti da adeguare saranno 4 gallerie e 3 cavalcaferrovia. Nell’intero tratto saranno 21 i passaggi a livello da attraversare. Infine il modello dei servizi che Regione Lombardia prevede di istituire, a chiusure dell’elettrificazione, prevederà nuovi servizi transfrontalieri con materiale elettrico, attestati alternativamente a Erba e a Lecco.
Come annunciato dal sottosegretario Turba l’opera costerà sugli 80 milioni di euro, 30,8 dei quali finanziati dal Pnrr. Intanto il consigliere Raffaele Erba, attende, ormai da un mese di poter ascoltare Rfi nell’apposita Commissione congiunta V e Speciale Elvetica. “E’ importante conoscere le tempistiche in largo anticipo per meglio strutturare tutti i servizi che graviteranno intorno alla nuova Como-Lecco e per permettere di stipulare i necessari accordi con la vicina Svizzera al fine di garantire le migliori interconnessioni sul nostro territorio e farsi trovare pronti per l’importante appuntamento di Milano Cortina 2026”, dice Raffaele Erba.
5 Commenti
Scusami, ma se in tutto il Canton Ticino e in Lombardia questi treni non ci sono che senso avrebbe usarli su una linea solo cosi breve? Si dovrebbero utilizzare treni completamente nuovi che non potrebbero proseguire per la Svizzera da Como e per altre destinazioni eventualmente da Lecco. Non avrebbe alcun senso spendere soldi per nuovi treni per poi lasciarli su una sola linea, questo si che sarebbe uno spreco di denaro, soprattutto se si ha la possibilità di utilizzare convogli TILO già collaudati.
Si elettrifica perchè è la scelta più logica, altrimenti si adottavano i Besanini come sono sempre stati utilizzati (con i propri limiti). L’elettrificazione permette molti più sviluppi.
l’elettrificazione della como-lecco, per mia opinione è una speculazione che andrà a danno del servizio, dell’ambiente, per anni.
non comporterà alcun beneficio sui tempi di percorrenza, le relazioni con la svizzera si potrebbero fare con altri treni multimodali, i quali non interromperebbero il servizio per anni mentre vengono costruiti.
per potenziale la linea servono deviatoi (gli scambi), punti di incrocio con binari tronchi di sicurezza, sottopassaggi nelle stazioni, raddoppi selettivi; ma il focus sono i deviatoi, i quali invece per rfi sono il fumo negli occhi, perchè richiedono manutenzione (vedi tra carnate e calolziocorte cosa succede in caso di problemi ad un treno; le cose funzionavano uguale/meglio quando la linea era a binario unico, perchè quasi ogni stazione aveva il binario di incrocio/precedenza, con quindi la possibilità di far procedere i treni locali e i treni a lunga percorrenza al contempo. Ora invece, quando c’è un problema, i locali vengono bloccati a carnate o a calolzio, per far procedere i regioexpress, e sei ha una cadenza di un locale ogni 30 minuti in ambo le direzioni, si creano disservizi di ore per migliaia di persone, che potrebbero essere evitati ma quattro chiacchere di scuse costano meno; e poi le cose che non funzionano creano posti di lavoro.. che il problema non lo risolveranno ovviamente mai.)
la linea tra como e lecco dovrebbe essere presevata nei suoi manufatti d’epoca, sviluppata con opere in linea con tali architetture e splendido paesaggio, anzichè devastata con ponti in cemento post-moderni, tralicci e altre vie di guadagno per l’industria, a reale scapito dell’ambiente (si pensi a quanto inquinamento costerebbero tali opere, mentre i passeggeri saranno obbligati a raddoppiare i tempi di percorrenza su gomma).
andatevi a vedere quel gioiellino che è la ferrovia tra tra iseo e la valcamonica, e poi pensate allo scempio che volete realizzare tra como e lecco, invece che rendere la linea un’attrattiva paesaggistica di valore.
Perchè non cominciamo a pensare a Treni ed altre locomozioni pesanti ad Idrogeno. Meglio guardare al futuro se si devono sostenere spese consistenti.
Chissà per quale motivo non hanno valutato l’alternativa di utilizzare i treni a batteria? Se si passa da Milano Porta Garibaldi, un treno che non è agganciato ai cavi elettrici. È il Besanino che copre la linea Milano, Monza, Molteno, Lecco con il convoglio ATR 125 a batteria. Se avessero adottata questa soluzione, non avrebbero dovuto elettrificare la linea e modificare il tunnel lungo il percorso. Ci sarà qualche spiegazione tecnica che sfugge ai non tecnici ma il dubbio rimane.
Besanino a batteria Ahahah. Si informi prima di scrivere cazzate.