All’ospedale Sant’Anna si è celebrata oggi la festa di Sant’Anna, ricorrenza che cade, appunto, il 26 luglio. Le disposizioni legate all’emergenza Coronavirus hanno imposto anche per quest’anno una celebrazione in forma ristretta.
La messa, in auditorium, è stata concelebrata da don Alberto Pini, vicario episcopale per la Pastorale della Diocesi di Como, da Salvatore La Sala, diacono, medico di medicina generale e direttore dell’ufficio Pastorale della Salute, padre Alessandro Viganò, camilliano, superiore della Cappellania ospedaliera e da padre Chrispino Wasike, camilliano della Cappellania ospedaliera. E’ quindi seguito l’intervento del direttore generale di Asst Lariana, Fabio Banfi che ha sottolineato “il doveroso riconoscimento dovuto a tutto il personale per l’impegno profuso nelle attività di contrasto alla pandemia che vedono coinvolta Asst Lariana”.
Il dottor Angelo Corso, direttore dell’unità operativa di Medicina Nucleare, ha presentato il caso di una paziente trattata all’ospedale Sant’Anna per un’encefalite post Covid che è stato pubblicato sul numero di agosto del Journal of Nuclear Medicine. La cerimonia si è chiusa con il conferimento del titolo di direttore emerito alla dottoressa Anna Michetti, per vent’anni alla guida della Direzione aziendale delle professioni socio-sanitarie di Asst Lariana, premio assegnato “quale segno di riconoscimento per la professionalità, l’umanità e la disponibilità che ne hanno caratterizzato l’operato. La passione e l’impegno che ha profuso nel corso dei vent’anni vissuti insieme siano da esempio per tutti i collaboratori della nostra comunità”.
The Journal of Nuclear Medicine pubblica nel numero di agosto la storia di un complesso caso di encefalite post Covid-19 che ha interessato una paziente di quarant’anni ricoverata e curata nei mesi scorsi all’ospedale Sant’Anna.
La paziente era arrivata al Pronto Soccorso nel marzo 2020 in condizioni respiratorie molto critiche, con una polmonite virale estesa bilaterale da SARS-CoV-2. Fu subito ricoverata nel reparto di Terapia Intensiva per il supporto delle funzioni vitali e a causa della gravissima insufficienza respiratoria si resero necessarie l’intubazione e la ventilazione assistita.
A distanza di circa due settimane dal ricovero, la donna presentò l’insorgenza di una severa complicazione neurologica e le indagini radiologiche effettuate, tra cui due risonanze magnetiche, non presentarono alterazioni. Il caso clinico veniva quindi discusso multidisciplinarmente tra i medici dell’Unità di Anestesia e Rianimazione 2, diretta dal dottor Andrea Lombardo, quelli della Neurologia, diretta dal dottor Giampiero Grampa e quelli della Medicina Nucleare, diretta dal dottor Angelo Corso.
Per valutare con maggior sensibilità eventuali alterazioni funzionali dell’encefalo, i clinici decisero di effettuare un’indagine cerebrale medico-nucleare Pet (tomografia da emissione di positroni). Grazie a tale indagine emersero evidenti estese alterazioni cerebrali che orientarono la diagnosi verso una patologia encefalitica, un’infiammazione acuta di alcune aree critiche del cervello, che venne subito opportunamente trattata con farmaci antinfiammatori.
Vennero inoltre avviati controlli sierologici di alta complessità con la collaborazione dell’Istituto Besta di Milano e sotto la guida del dottor Pietro Tiraboschi, neurologo del medesimo Istituto, che ha poi curato con grande efficacia scientifica, insieme ai nostri professionisti, la neurologa dottoressa Rubjona Xhani e l’anestesista dottor Simone Zerbi, la pubblicazione del caso, accettato, appunto, dalla prestigiosa rivista scientifica americana The Journal of Nuclear Medicine.
L’evoluzione clinica della malattia, grazie alla pronta diagnosi Pet e alla terapia immediatamente intrapresa, è stata di completa guarigione per la paziente, documentata anche dalla rapida normalizzazione dei successivi controlli Pet, “tecnica diagnostica utilissima” afferma il dottor Angelo Corso “non solo in fase di riconoscimento della malattia ma anche nel valutare l’efficacia delle terapie poste in atto. Tutti gli accertamenti hanno poi reso evidente un’ulteriore importante peculiarità della patologia neurologica della paziente, e cioè come la causa dell’encefalite non fosse legata direttamente alla presenza nel cervello del virus, mai documentata, ma da un danno virale indiretto, ossia determinato da una esagerata risposta anticorpale ed infiammatoria dell’organismo al virus stesso”.
Il Journal of Nuclear Medicine (JNM), autopubblicato dalla Society of Nuclear Medicine and Molecular Imaging (SNMMI), un’organizzazione scientifica e professionale internazionale senza scopo di lucro, offre ai lettori di tutto il mondo indagini cliniche, rapporti scientifici di base, articoli di formazione continua, recensioni di libri, opportunità di lavoro e aggiornamenti su questioni in rapida evoluzione nella pratica e nella ricerca. A questo link è possibile visionare l’abstract dell’articolo “Post-infectious neurologic complications in Covid-2019: a complex case report”