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Esodo ucraino nel Comasco, da 200 a 300 profughi in un giorno. Come accogliere: il sito dedicato del Comune

I profughi ucraini in provincia di Como sono passati da 200 a 300 in un solo giorno, parliamo solo di dati ufficiali cioè di quanti si sono già registrati sul portale della Prefettura come previsto dalle procedure per l’accoglienza. C’è ovviamente un universo di sostegno privato tra famiglie e amici residenti in Italia che potrà essere osservato solo più avanti.

Sono i primi dati, emersi sul fronte del tragico esodo del popolo ucraino colpito dalla guerra Russa, appresi stamani in Comune a Como dove il sindaco Mario Landriscina ha illustrato tutte le iniziative messe in campo dall’amministrazione (ricordando i due appelli recenti: il primo ai comaschi perché aprano le proprie case e il secondo perché i cittadini si offrano come tutori volontari dei minori non accompagnati).

“Dobbiamo accogliere chi arriva e non ha un riferimento e dare una risposta immediata con copertura quotidiana – ha detto il primo cittadino – non bisogna lasciare nessuno in mezzo a una strada”. Anche perché i primi arrivi in città “sono ospitalità temporanee di persone che hanno accolto piccoli nuclei ma non sono in grado di farlo a lungo. Siamo di fronte a un fenomeno epocale e la risposta non può essere unica. Comunque i cittadini comaschi si stanno dimostrando eccezionali”.

Roberta Spalla, delegata Area Sociale della Croce Rossa di Como ha spiegato: “Oggi sappiamo che i corridoi umanitari sono difficilmente percorribili, per ora la Cri nazionale ha attivato le donazioni in denaro per aiutare le popolazioni in loco”.

Intanto IL Comune ha attivato una pagina dedicata con tutte le informazioni utili, in italiano e ucraino: RAGGIUNGIBILE DA QUI.

Intanto la catena degli aiuti si trova di fronte a ogni tipo di storia. “Stiamo assistendo – racconta l’assessore alla Protezione Civile, Elena Negretti – una famiglia di persone sordomute con una bimba di sei mesi. Hanno usato tutti i soldi che avevano per pagare la benzina necessaria alla fuga. Sono stati trovati dalla Polizia locale grazie alla chiamata di una donna di Catania che ha chiesto aiuto”.

Per quanto riguarda Como, “in città sono residenti e lavorano circa 600 cittadini ucraini”, ha fatto sapere Massimiliano Cossa della Caritas.

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