Tensione altissima nello stabilimento di Rho della Freudenberg, la multinazionale tedesca specializzata nella produzione di filtri per turbomacchine. I dipendenti hanno proclamato un’agitazione di otto ore per lunedì 17 novembre contro l’annuncio inatteso e ritenuto “ingiustificato” della chiusura del sito produttivo.
Il sindacato CGIL ha organizzato per la stessa mattina un presidio dalle 8:00 alle 12:00 davanti ai cancelli dell’azienda, per protestare contro una decisione che mette a rischio il futuro di 42 lavoratori.
La decisione della Freudenberg: delocalizzazione per il profitto
La notizia della chiusura è arrivata nei giorni scorsi, lasciando sgomenta l’intera assemblea dei lavoratori. Secondo la nota ufficiale del sindacato, la motivazione dell’azienda non è da ricercare in una crisi produttiva, ma in una strategia di massimizzazione del profitto e di elusione delle politiche commerciali internazionali.
“La mobilitazione – spiega la CGIL – arriva in risposta a una scelta giudicata inaccettabile e priva di giustificazioni industriali: la multinazionale tedesca, leader nella produzione di filtri per turbomacchine, ha infatti annunciato la cessazione delle attività di Rho non per crisi, ma per aggirare gli effetti dei dazi e mantenere più elevati i margini di profitto, delocalizzando la produzione verso Slovacchia e Stati Uniti.”
I sindacati ribadiscono con forza che lo stabilimento di Rho ha sempre operato con un “andamento regolare, senza criticità produttive”, smentendo qualsiasi ipotesi di inefficienza locale.
Fallito l’incontro in Assolombarda
La preoccupazione tra i lavoratori è profonda, come confermato dall’esito negativo dell’incontro tenutosi solo due giorni fa, giovedì 13 novembre, presso Assolombarda.
L’incontro non ha portato ad alcun accordo con la direzione aziendale, rendendo inevitabile l’azione di sciopero.
I numeri dell’emergenza sociale a Rho
Lo stop produttivo annunciato dalla Freudenberg coinvolge direttamente 42 persone, di cui:
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25 dipendenti diretti
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15 somministrati
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2 lavoratori a termine
La CGIL sottolinea la gravità della situazione sociale, evidenziando che molti dei dipendenti hanno “famiglie giovani, figli piccoli o pochi anni mancanti alla pensione”, rendendo la perdita del posto di lavoro un dramma con un forte impatto sul territorio di Rho e dell’area milanese.
L’attenzione resta ora puntata sul presidio di lunedì 17 novembre, momento cruciale di visibilità per una vertenza che si annuncia lunga e difficile.