Ci si potrà scandalizzare, si potranno innescare polemiche al calor bianco come quelle recenti sull’incontro con l’assessore Marco Galli, si potrà ritenere il tutto inverosimile o casuale. Eppure, lasciando da parte il magma ideologico e concentrandosi su una questione specifica, questa volta si può dire che aveva ragione lui (o LVI, se si vuole, vista la collocazione all’estrema destra).
Sul tema delle paratie e in particolar modo in merito ai costi totali del nuovo progetto per difesa dalle esondazioni e del futuro lungolago, il leader di Forza Nuova Salvatore Ferrara è stato largamente il primo (e, almeno in prima battuta, nel silenzio generale attorno) a far emergere le reali cifre in ballo. E – eravamo (a questo punto “colpevolmente”) presenti – è stato l’unico, già la sera dell’8 ottobre, in una biblioteca comunale molto parca di “veri cittadini” ma, cosa ancora più clamorosa, gremitissima di politici, amministratori e addetti ai lavori di ogni sorta e colorazione, a chiedere pubblicamente delucidazioni all’assessore Sertori e ai tecnici regionali della differenza tra la cifra da loro indicata (25 milioni globali) e i “suoi” conti.
Ricapitoliamo.
Come ormai ampiamente noto, lunedì scorso in ben 3 occasioni l’assessore regione Massimo Sertori e i vertici massimi di Infrastrutture Lombarde hanno presentato il “nuovo” progetto per il lungolago di Como. Al mattino in una riunione ristretta al Pirellino di via Einaudi con i rappresentanti di enti e istituzioni; nel primo pomeriggio – stessa sede – alla stampa; e infine in serata, nell’incontro pubblico aperto alla cittadinanza, nella Biblioteca comunale.
Ebbene, in tutte le occasioni le cifre ufficiali diffuse dalla Regione sono state queste: circa 10 milioni già spesi, più altri 15 per il completamento totale del cantiere-calvario. Somma finale: 25 milioni di euro. Cioè – rivendicazione ribadita più volte – ben 7 milioni in meno dei circa 33 messi nero su bianco nella famosa perizia di variante numero 3 all’epoca della giunta Lucini.
Nella serata in Biblioteca – presente chi scrive – al momento delle domande del pubblico, tra gli altri si leva dalla platea il coordinatore regionale di Forza Nuova, Salvatore Ferrara. Nonostante l’aria “truce” e il brivido che si potesse assistere a una qualche forma di plateale contestazione, Ferrara fa una domanda tecnica e secca: “Si sono già spesi 18 milioni di euro, ora ne servono altri 15: era proprio necessario usare tutti questi soldi che si sarebbero potuti spendere in maniera più oculata e costruttiva per la città?”.
Anche in quel caso, le risposte secche di Sertori e dei tecnici regionali sono state senza possibilità di fraintendimenti: “Finora si sono spesi circa 10 milioni, più i 15 che servono ancora si arriva a 25. Ben 7 milioni in meno di prima”.
Tra le decine di persone (cronisti inclusi) presenti, nessuno ha battuto ciglio. Esattamente come nel corso delle ore precedenti, dove tutti i resoconti di prima battuta hanno riportato come definitiva la spesa di 25 milioni per avere entro il 2022 paratie funzionanti e nuovo lungolago.
Dal giorno dopo, però, la cifra inferiore di 7 milioni a quella della terza perizia di variante ha effettivamente iniziato a vacillare. Fino a ieri, quando – ironia della sorta per un cantiere chiamato paratie – è definitivamente crollata: lo stesso Sertori, infatti, ha ammesso che il dirigente regionale Dario Fossati si era confuso e che il totale già speso non è affatto di 10 milioni bensì di 16,4 a cui vanno sommati i 15 “nuovi”.
Totale, quindi: 31,4 milioni e non 25 come ufficialmente ribadito ripetutamente l’8 ottobre. In sostanza, la diminuzione rispetto ai costi stimati dalla terza perizia di variante, è pari a 1,5. Che è sempre un risparmio, ma certo lontano dai 7 milioni dichiarati inizialmente.
E scandaloso o meno che sia, Salvatore Ferrara (pur al netto di un errore al rialzo di circa un milione e mezzo) è stato il primo e l’unico – in mezzo a una sala gremita di consiglieri, assessori, ingegneri, architetti e via dicendo – a “prenderci” nella sostanza e pubblicamente.
2 Commenti
Guardando il progetto non mi sembra che ci siano aree verdi e se ci sono sono molto più limitate rispetto alla variante proposta dalla Giunta Lucini.
In ogni caso si sono spesi ulteriori soldi per niente.
Alla fine per tre esondazioni all’anno (quando va male…), si finisce per spendere ca 30milioni di euro e con soluzioni che rovinano irrimediabilmente il paesaggio.
Chiedo conferma: se si aggiungono verde e arredi la spesa sarà la stessa del progetto Lucini, se non naggiore?