Il tema della terza linea del forno di Acsm Agam per bruciare i fanghi di depurazione è approdato ieri sera in consiglio comunale a Como (il Comune è socio al 9,61% della multiutility).
Lo strumento: una mozione fortemente scettica alla realizzazione dell’impianto presentata dal consigliere Cinque Stelle, Fabio Aleotti, e siglata anche dai consiglieri Guido Rovi (Civitas) e Pierangela Torresani (Gruppo Misto).
“L’incenerimento dei fanghi è una tecnologia obsoleta che comporta anche una ingente spesa per la costruzione – ha detto Aleotti – Prima di procedere serve studiare alternative, intraprendere dialogo con l’azienda affinché venga rivalutata la realizzazione dell’impianto e vengano effettuate ricerche su sistemi diversi per lo smaltimento dei fanghi, meno impattanti. Inoltre bisogna chiedere ai consiglieri d’amministrazione nominati dal Comune una relazione che spieghi tutti i presupposti della scelta e perché questa scelta non è stata dettagliata agli organi politici del Comune”.
Peraltro, Aleotti assieme a Civitas aveva già presentato le obiezioni alla terza linea in una conferenza stampa: ne trovate qui sotto il resoconto e il video integrale.
Ieri sera in consiglio comunale la discussione della mozione è appena iniziata, ma gran parte del tempo è stato dedicato all’intervento dell’assessore all’Ambiente Paolo Annoni che ha controbattuto alle perplessità sul progetto di Acsm Agam.
“Devo premettere che il processo autorizzativo della terza linea è di competenza regionale, mentre il Comune partecipa alle conferenze dei servizi sui versanti ambientale, urbanistico e della mobilità – ha sottolineato Annoni – Riguardo alle informazioni ricevute dal Comune, il 15 gennaio scorso Acsm Agam innanzitutto ha pubblicato il piano industriale dove era già ben chiara l’intenzione di realizzare la terza linea. Lo studio di fattibilità, inoltre, è già pubblico e poi, il 2 dicembre scorso, come amministrazione abbiamo incontrato l’amministratore delegato di Acsm Agam Paolo Soldani e la vicepresidente Nicoletta Molinari (indicata nel cda da Palazzo Cernezzi, ndr) che si sono detti disponibili a venire in consiglio comunale a rispondere a tutti i dubbi leciti sollevati finora. All’incontro eravamo presenti io, l’assessore all’Urbanistica Marco Butti più dirigenti e funzionari”.
Poi Annoni ha toccato alcune questioni puntuali a partire dal tema dell’occupazione: “La realizzazione della terza linea del forno porterebbe a un aumento del 20% degli occupati complessivi per il termovalorizzatore, che così arriverebbero a circa 50 unità”.
“Arriveranno più camion? In realtà il sito prevedeva già un potenziale di 170 camion al giorno e noi arriveremo a 100. I mezzi pesanti, inoltre, arriveranno in gran parte dalla vicina Pedemontana,con impatto viabilistico nullo sulla città – ha affermato l’assessore all’Ambiente – Smentisco poi che senza terza linea l’impianto avrebbe dovuto chiudere. Non risulta e tramite la combustione verrà sempre prodotta energia per il riscaldamento, cosa che tra l’altro avviene già con la grande parte dei fanghi prodotti”.
Tema delicato: rischio inquinamento e cattivi odori.
“Una parte dei fanghi arriverebbe all’impianto già inodore e il resto verrebbe smaltito comunque in camere chiuse e con sistemi di aspirazione completa – ha spiegato Annoni – Acsm Agam si è già impegnata ad arrivare a emissioni zero, mentre le ceneri saranno portate in discarica. I fumi verso nord? Non si tratterà di veri e propri fumi ma sì, è vero che con i venti che spirano in quella zona la direzione potrebbe essere quella. Ad ogni modo, Acsm Agam ha già stanziato milione di euro per interventi di mitigazione: l’80% destinato a Como, il 10% Casnate e l’altro 10% Grandate. Come amministrazione abbiamo chiesto che si punti su un importante intervento di efficientamento energetico, che abbia un importante impatto, magari su un edificio scolastico o su un grande impianto sportivo. Potrebbe essere il palazzo del ghiaccio, per fare un esempio”.
Scartata completamente l’ipotesi del riutilizzo dei fanghi da depurazione per l’agricoltura: “E’ la stessa Unione Europea che dice no a quell’impiego per la presenza di contaminazione da detersivi”.
Tra 90 giorni, sul fronte dell’iter, prevista una nuova Conferenza dei servizi.
5 Commenti
Per FIRMARE la PETIZIONE
contro la terza linea del termovalorizzatore caricare la stringa del seguente link:
https://chng.it/pMWKNyhPcc
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Insomma sulla sostenibilità ambientale del nuovo investimento qualcuno mente: chi sarà?
Vorrei comunque raccontare, a proposito di balle dette da un privato intorno al sacro argomento: POSTI DI LAVORO, una storia esemplare.
Una notissima ditta di acque minerali, individuata una grossa sorgente di speciale qualità fa questo tipo di offerta al Comune da cui deve ottenere la concessione: costruirò uno stabilimento che, promette, porterà lavoro a 50 operai! La Giunta, sazia di ideologica felicità, concede l’uso delle sorgenti solo a fronte di questo corrispettivo previsto solo nei piani di investimento presentati dalla ditta, mentre le opposizioni si sgolano inultilmente per ottenere un minuscolo “tot al litro imbottigliato”, che però, con i milioni di litri prodotti, avrebbe risanato e reso floride le casse comunali.
Ecco l’epilogo della vicenda: la ditta, costruito lo stabilimento, assume poi soltanto 35 operai (sic!); gli altri, chiarisce, saranno assunti con i futuri ricavi ed investimenti. Invece, nei decenni di sfruttamento intensivo della falda acquifera, mentre la pubblicità della ormai apprezzata acqua pervade tutte le emittenti televisive, grazie ai volti di importanti Vip, ingigantendo il fatturato, l’automazione crescente degli impianti comporta ahimé un’ulteriore diminuzione della manodopera. Oggi nello stabilimento lavorano di fatto meno di 20 operai e la grande opportunità per i lavoratori, sbandierata come una vittoria municipale dalla Giunta, si è rimpicciolita miseramente, mentre le entrate comunali, quelle sì, sono rimaste insufficienti per lo sviluppo della comunità.
Può insegnare qualcosa quest’esperienza?
Gioele.. Al confronto prima /dopo mi sottraggo… Non verrebbe mai smantellata una bestia di 57ml di euro. Ci sarebbero scommetto i soliti dati di emissioni zero. Sui posti di lavoro è proprio così solo che qui rasentano il ridicolo, si tratta di 8 persone in più, non si sa con quale inquadramento e si tace che gli attuali dipendenti non lo vogliono il nuovo forno perché temono per la loro salute
L’assessore Paolo Annoni pare essersi fatto ammaliare da ACSM AGAM. Si è bevuto il bicchiere di vino dopo avere chiesto all’oste se era buono. Prima cosa la circolarità NON è questa! Qui si recupera solo energia e forse in futuro minime percentuali di fosforo producendo tonnellate di ceneri che dovranno andare in discarica. I fanghi in agricoltura sono la vera prima scelta in tema di circolarità dei rifiuti perchè si riutilizza materia senza scarti, senza inquinare e senza produrre CO2, arricchendo e fertiIizzando i terreni col fosforo che verrebbe estratto dalle ceneri. I camion di Econord sono 3 anni che non circolano e per altri 5 non lo faranno e quando arriveranno quelli dei fanghi dovremmo essere contenti ? L’impianto ex econord potrebbe essere adibito ad altro non è obbligatorio farci quello che si faceva prima! I camion arriveranno tutti dalla tangenziale? Anche quelli da Lecco? Anche da Varese? Anche da Monza? sarà lui che spingerà i trasportatori a prendere l’autostrada e la bretella della tangenziale tra le più care d’Italia? Annoni sbaglia quando dice che i fanghi attualmente in Lombardia vengono per lo piu bruciati. Le presentazioni di ACSMAGAM ci hanno detto che per lo piu (almeno al 2018 ultimo anno con dati disponibili) vanno in agricoltura ed al compostaggio! Il fatto che i fanghi non vengano usati bene come alcuni casi della cronaca hanno evidenziato non vuol dire che vanno gettati il bambino dell’uso circolare e virtuoso dei fanghi e l’acqua sporca dei truffatori che rimangono una eccezione nel settore degli agri-fertilizzanti. L’Unione europea non dice proprio quello che dice lui! Non dice che non bisogna spandere ma ci indica i limiti degli inquinanti da fare rispettare! Detersivi nei fanghi: ma lo sa che gli inquinanti possono essere rimossi dai fanghi prima di essere utilizzati in agricoltura ? Cè chi lo fa e rende i fanghi prima inquinati. idonei allo spandimento nei campi. C’e invece chi, come in regione Lombardia differentemente ad altre regioni come l’Emilia Romagna, che vuole quasi solo bruciarli. Il ricorso ai forni per i fanghi non è il futuro ma un ritorno al passato della non circolarità, dell’inquinamento, della produzioni di scorie di incenerimento e della produzione di CO2! Questo è ciò che non le hanno detto coloro che hanno enormi interessi nel bruciare tali fanghi! Per favore non svendiamo la salute, la qualità della vita e la vera sostenibilità con una ciclopedonale , con qualche impianto fotovoltaico o con il palazzetto del ghiaccio solo perchè le amministrazioni, che pur dovrebbero farlo, non sono in grado di provvedervi.
Da sempre in Italia quando si inizia a parlare posti di lavoro in più, si vuole giustificare l’ingiustificabile. Il problema del lavoro è atavico e agita perfino quelli che all’inceneritore non ci lavorerebbero mai neppure sotto tortura. Poi qualche piccolo dubbio rimane ancora dopo le dichiarazioni dell’Assessore. In primis non si comprende perché la scelta è proprio sul termovalorizzatore di Como. Se si prevede che gli autocarri (solo 100al giorno?!? C’è andata bene!) arriveranno dalla Pedemontana evidentemente i fanghi provengono da depuratori fuori Provincia. Si sarebbe potuto evitare di scegliere un termovalorizzatore localizzato in prossimità di aree residenziali: Camerlata, Senna e Bernate distano meno di un chilometro in linea d’aria. Inoltre, si parla della tecnologia superiore dei nuovi termovalorizzatori. Sarebbe meglio però averne la certezza facendo accurati rilievi sull’aria prima dell’installazione della nuova linea del termovalorizzatore e dopo qualche mese dall’attivazione. Vedremo se l’Assessore, il Presidente e il Vicepresidente di l’ACSM-AGAM ci hanno fornito le informazioni corrette. Basta misurare prima, misurare dopo e vedere le differenze non solo dei livelli di inquinamento ma anche dell’affidabilità di certe dichiarazioni. È così semplice.