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Frontalieri, “ecco le violazioni dei diritti dei lavoratori commesse da Italia e Canton Ticino”. L’UFIS all’attacco

L’esposto all’OIL completa quello alla Commissione Europea: UFIS (qui le azioni precedenti), rafforza la difesa internazionale dei frontalieri e annuncia di aver presentato un esposto ufficiale all’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) per denunciare le violazioni delle Convenzioni internazionali sul lavoro e dei diritti fondamentali dei lavoratori frontalieri commesse dalla Repubblica Italiana e dal Canton Ticino.

Questa nuova azione completa e rafforza l’esposto già trasmesso alla Commissione Europea, con l’obiettivo di portare la questione frontalieri all’attenzione degli organismi internazionali competenti e chiedere un intervento coordinato di vigilanza e tutela.

Nel documento inviato all’OIL, UFIS denuncia un progressivo deterioramento delle condizioni normative e sociali dei lavoratori frontalieri, evidenziando in particolare:

• la doppia imposizione sanitaria introdotta dalle Regioni italiane nonostante l’assicurazione obbligatoria in Svizzera;
• la discriminazione tra “vecchi” e “nuovi” frontalieri creata dal doppio regime fiscale e previdenziale;
• la mancanza di certezza giuridica sul telelavoro, che espone molti lavoratori alla perdita dello status di frontaliero;
• il mancato riconoscimento dei contributi esteri ai fini della disoccupazione (NASpI), in violazione delle Convenzioni OIL n. 118 e n. 102;
• l’uso improprio dei ristorni fiscali destinati ai Comuni di frontiera;
• la carenza di copertura assicurativa per infortuni durante il telelavoro svolto in Italia;
• e la continua instabilità normativa, in contrasto con il principio di tutela dei diritti acquisiti e con la certezza del diritto.

UFIS chiede all’OIL:
• l’apertura di una procedura di osservazione tramite il Comitato di Esperti per l’Applicazione delle Convenzioni (CEACR);
• un monitoraggio formale dei Governi italiano e svizzero;
• la convocazione di un tavolo tripartito Italia–Svizzera–OIL sul lavoro transfrontaliero;
• e la verifica delle misure discriminatorie introdotte dal Decreto Omnibus 2024.

“Con l’esposto all’OIL – dichiara UFIS – vogliamo dare continuità all’azione avviata in Europa e rafforzare la pressione politica e istituzionale sull’Italia e sul Canton Ticino. Le violazioni che denunciamo colpiscono ogni giorno migliaia di lavoratori frontalieri, privandoli di diritti garantiti dalle convenzioni internazionali.”

Dal punto di vista tecnico, l’azione avviata rappresenta un passo essenziale per rafforzare la strategia già intrapresa a livello dell’Unione Europea.

“L’esposto all’OIL non è un atto simbolico, ma un tassello concreto per dare continuità e sostanza al lavoro svolto in sede europea, assicurando che la voce dei lavoratori frontalieri sia ascoltata anche nei contesti internazionali di tutela dei diritti”.

“Non stiamo aspettando che le norme entrino in vigore o che altri si muovano: ci stiamo già attivando in tutte le sedi competenti, aprendo canali tecnici e istituzionali per garantire che i lavoratori frontalieri possano “sedersi metaforicamente al tavolo” delle decisioni che li riguardano”.

Questa azione, coordinata con UFIS, vuole riaffermare la centralità della concretezza: tutelare i diritti non significa solo denunciare, ma anche costruire strumenti efficaci, far valere le convenzioni internazionali e pretendere rispetto per il lavoro e per la dignità di chi ogni giorno attraversa il confine per contribuire alla crescita di due economie”, spiegano Luisa Molteni, presidente Ufis, Cristian Bisa vicepresidente e tutto il direttivo UFIS.

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