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Frontalieri, il nodo smartworking torna al Senato, Marton (M5s): “Senza nuove proroghe tutti in presenza dal primo luglio”

Quella appena cominciata dovrebbe essere la settimana conclusiva per arrivare alla ratifica finale del nuovo accordo fiscale dei frontalieri  (tutti i dettagli). Tra gli argomenti anche lo smartworking che, congelato fino a fine giugno, avrà poi bisogno di una definizione maggiormente dettagliata. Proprio sullo smartworking e su un altro tema, estraneo all’accordo, ma distretta attualità degli assegni famigliari, è intervenuto in Senato il senatore del Movimento 5 Stelle Marton che ha chiesto di “rendere strutturale il lavoro da remoto e risolvere i problemi sull’assegno unico”  (tutti gli approfondimenti)

Questo il contenuto dell’ordine del giorno depositato dal senatore Bruno Marton, “Dopo la scadenza dell’accordo amichevole tra Italia e Svizzera a fine febbraio 2023, il Governo si è attivato in ritardo per rinnovare una misura che è comunque stata prolungata soltanto per due mesi. Questo significa che se non dovessero esserci nuove proroghe, i frontalieri saranno chiamati a tornare a lavorare in presenza tutta la settimana a partire dal 1° luglio. I sindacati e le stesse imprese elvetiche, oltre che i lavoratori, hanno chiesto a gran voce la possibilità di ricorrere al telelavoro in modo definitivo. Uno strumento che ha portato indubbi vantaggi sotto molteplici aspetti: traffico e inquinamento si sono ridotti drasticamente e ai frontalieri è stata garantita una migliore conciliazione vita-lavoro”.

All’interno dell’Ordine del Giorno presentato dal consigliere Marton è contenuta anche la richiesta di superare gli ostacoli burocratici legati all’assegno unico e universale che non permettono a molte categorie di lavoratori di percepire la somma di cui hanno diritto. “Problemi di ordine contabile, relativi al riconoscimento dell’assegno familiare ai lavoratori frontalieri con figli a carico, impediranno l’erogazione della cifra che era stata percepita in passato dai lavoratori stessi, prima dell’introduzione in Italia dell’assegno unico e universale. La mancanza di un regolamento che disciplini la comunicazione tra gli uffici italiani e svizzeri è uno scoglio che va superato il prima possibile”.

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