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Frontalieri in aumento e la Lega rispovera il vecchio manifesto: “Ticinesi come gli indiani nelle riserve”

Il numero dei frontalieri italiani in Svizzera è in costante aumento, ne parlavamo giusto nei giorni scorsi: Ticino, senza sosta l’aumento dei frontalieri. Toccata la quota record di 77.732. Tanto basta, al solito, per far scattare come una molla la Lega dei Ticinesi. Oggi sulle pagine del giornale di partito, Il Mattino della domenica, Lorenzo Quadri rispolvera un vecchio leit motiv caro al partito d’oltre confine: “ticinesi come gli indiani nelle riserve” utilizzato durante le elezioni federali del 2007.

Scrive Quadri: “E ti pareva: il numero dei frontalieri ha conosciuto una nuova impennata nel terzo trimestre dell’anno di disgrazia 2022. Ormai siamo a quasi 78 mila permessi G (per l’esattezza 77’732). La crescita su base annua è di un mostruoso 4,2%: la più forte da anni. I grafici pubblicati nei giorni scorsi mostrano chiaramente la ripida impennata. Avanti di questo passo, ad inizio 2023 i frontalieri saranno 80mila. E’ evidente che numeri del genere non rispondono ad alcuna esigenza dell’economia locale. Configurano invece una vera a propria invasione provocata dalla partitocrazia”. E ancora: “Gli accordi bilaterali vennero approvati dal popolo svizzero, ma non dai ticinesi, oltre 22 anni fa, il 21 maggio del 2000. Prima di quella votazione la Lega ed il Mattino misero a più riprese in guardia dalle conseguenze devastanti della libera circolazione delle persone. Già ai tempi il Mattino usava l’aggettivo “devastante”. L’allora presidente del PLR Fulvio Pelli raccontava invece che “ grazie alla libera circolazione delle persone, i nostri giovani potranno lavorare a Milano”. Come no”.

Quindi affonda: ” La previsione leghista si è dimostrata tragicamente azzeccata. Adesso i frontalieri sono 78mila. Il loro numero esplode nel terziario, ed infatti vi lavora il 67% dei permessi G. Ma nel terziario non c’è alcuna carenza di manodopera residente. In particolare la crescita è stata sopra la media nel settore dell’informatica. Qualcuno vorrebbe venirci a raccontare che non si trovano informatici ticinesi? Non facciamo ridere i polli. Fatto sta che oggi, come si legge in un’intervista pubblicata sul CdT di venerdì, in Ticino i lavoratori svizzeri sono il 48% del totale, gli stranieri il 52%. Solo dieci anni fa gli svizzeri erano il 55% e gli stranieri il 45%. I ticinesi sono già diventati “ come gli indiani nelle riserve”: citazione da un altro, profetico, manifesto della Lega. […]Visto a che, a causa delle crisi che si sovrappongono l’una all’altra, presto fioccheranno i licenziamenti, siamo proprio curiosi di vedere chi perderà l’impiego: i ticinesi o i permessi G? La risposta è facile da immaginare”.

Qui l’articolo integrale.

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