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Frontiere, nuovi limiti: da oggi solo i frontalieri possono andare in Svizzera

Il Consiglio federale svizzero ha deciso: più limiti alle frontiere con l’Italia.

FRONTIERE ITALIA-SVIZZERA: PIU’ LIMITI

A causa dell’epidemia di Coronavirus, che oltreconfine ha già toccato i mille casi, da subito possono entrare in Svizzera dall’Italia soltanto i cittadini svizzeri, le persone con un permesso di soggiorno e quelle che devono recarsi oltreconfine per motivi professionali. Dunque i frontalieri italiani possono mentre i cittadini non svizzeri potranno varcare il confine solo se in situazione di assoluta necessità.

Libero il trasporto merci.

La nuova ordinanza entra in vigore con effetto immediato.

TUTTI I PROVVEDIMENTI CHE RIGUARDANO IL CANTON TICINO

Le manifestazioni pubbliche e private con più di 100 persone sono vietate. I Cantoni possono prevedere deroghe in caso di un interesse pubblico preponderante, ad esempio per le assemblee generali. In questi casi devono essere adottate diverse misure per proteggere i partecipanti, soprattutto quelli maggiormente a rischio. Le manifestazioni con meno di 100 persone devono prevedere le stesse misure. In questo modo è garantita una prassi uniforme nei Cantoni. Questo provvedimento si applica anche alle strutture del tempo libero, quali i musei, i centri sportivi, le piscine e le stazioni sciistiche.

I ristoranti, i bar e le discoteche non possono accogliere più di 50 persone. Gli avventori devono inoltre poter osservare le raccomandazioni di igiene e di comportamento dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), in particolare quella di mantenere la distanza reciproca di sicurezza.

Fino al 4 aprile sono inoltre vietati i corsi e le lezioni in classe delle scuole, delle scuole universitarie e degli istituti di formazione. Gli esami già previsti possono essere tenuti se vengono adottate determinate misure di sicurezza. Per la scuola dell’obbligo, i Cantoni possono prevedere offerte di custodia per evitare che i bambini vengano accuditi dai nonni, che rientrano nel gruppo delle persone maggiormente a rischio.

Provvedimenti alla frontiera

Il Consiglio federale ha deciso di introdurre con effetto immediato controlli alle frontiere con i Paesi dello spazio Schengen se la situazione lo esige. Dall’Italia possono entrare in Svizzera soltanto i cittadini svizzeri, le persone con un permesso di soggiorno e quelle che devono venire nel nostro Paese per motivi professionali. Continuano a essere permessi il traffico di transito e il trasporto di merci. Infine possono varcare il confine con l’Italia le persone in situazione di assoluta necessità. Questo provvedimento serve, in primo luogo, a proteggere la popolazione svizzera e ad assicurare al sistema sanitario svizzero le risorse necessarie. Inoltre sostiene l’efficacia dei decreti italiani per contenere la diffusione del coronavirus. Il Consiglio federale monitora costantemente la situazione e se necessario estenderà i provvedimenti alla frontiera ai viaggiatori di altri Paesi o regioni.

Impiego efficiente delle infrastrutture

Il Consiglio federale intende inoltre garantire un impiego ottimale delle infrastrutture sanitarie ed evitare nel limite del possibile un loro sovraccarico in singoli Cantoni. Per questa ragione obbliga i Cantoni a fornire sistematicamente alla Confederazione determinate informazioni sulla situazione dell’assistenza sanitaria. Tra queste rientrano il numero totale e l’occupazione dei letti d’ospedale e dei respiratori, le scorte di materiale di protezione individuale e la disponibilità di personale medico e infermieristico.

Circa 10 miliardi per indennità per lavoro ridotto e aiuti immediati all’economia

Il Consiglio federale è consapevole del forte impatto economico dei provvedimenti adottati e intende pertanto assicurare un sostegno rapido e non burocratico all’economia. L’obiettivo primario è continuare a garantire gli stipendi dei salariati. Per aiuti finanziari immediati ha a disposizione nei settori più disparati un importo complessivo di circa 10 miliardi di franchi.

Per le indennità per il lavoro ridotto sono a disposizione fino a 8 miliardi di franchi provenienti dal fondo dell’assicurazione per la disoccupazione (AD). Il periodo di attesa è ridotto con effetto immediato e fino al 30 settembre a un giorno. Le imprese devono cosÌ sostenere la perdita di un solo giorno di lavoro prima di avere diritto al sussidio dell’AD. Il Consiglio federale ha incaricato la Segreteria di Stato dell’economia di valutare, entro il 20 marzo, la possibilità di estendere il diritto all’indennità per il lavoro ridotto ai lavoratori con un contratto di lavoro a tempo determinato (non rescindibile) e ai lavoratori impiegati temporaneamente. Una tale estensione presuppone una modifica di legge.

Per le imprese particolarmente colpite, il Consiglio federale sta valutando un sostegno finanziario (liquidità transitorie, aiuti finanziari ecc.) fino a un miliardo di franchi per i casi di rigore. Sotto la direzione del Dipartimento federale delle finanze, entro il 1° aprile devono essere studiate le modalità e richiesti i mezzi necessari.

Alle PMI confrontate con ristrettezze finanziarie sono messi a disposizione da subito fino a 580 milioni di franchi sotto forma di crediti bancari garantiti. È inoltre previsto un sostegno di 10 milioni di franchi per le spese amministrative straordinarie delle organizzazioni che concedono fideiussioni. In virtù della legge federale sugli aiuti finanziari alle organizzazioni che concedono fideiussioni alle piccole e medie imprese, quattro organizzazioni riconosciute possono concedere a imprese di ogni dimensione fideiussioni fino a concorrenza di un milione di franchi. I prestiti bancari ricevuti tramite fideiussione devono essere rimborsati. Il Consiglio federale agevola inoltre le condizioni per ottenere una fideiussione. Fino alla fine del 2020 intende assumersi i costi dell’esame della domanda e i premi di rischio per le nuove fideiussioni durante il primo anno.

Possono inoltre essere richiesti fino a 4,5 milioni di franchi per compensare le perdite per le attività (fieristiche) del promotore ufficiale delle esportazioni S-GE.

Sostegno al settore sportivo e culturale

Particolarmente colpiti dalla diffusione del coronavirus e dai provvedimenti delle autorità per contenerla sono gli organizzatori di eventi sportivi e il settore culturale. Il Consiglio federale intende mettere a disposizione delle organizzazioni sportive amatoriali contributi a fondo perso, a condizione che la federazione imponga ai suoi membri, a medio termine, una copertura di capitale sufficiente per consentire loro di far fronte a una situazione straordinaria per sei mesi. I criteri esatti saranno definiti in un’ordinanza. Il Consiglio federale intende inoltre concedere prestiti a tasso zero rimborsabili alle società sportive che gestiscono squadre professionistiche, dato che nel settore sportivo è difficile ottenere un credito bancario. Per questo provvedimento sono previsti fino a 50 milioni di franchi.

Il Consiglio federale intende sostenere con fondi supplementari anche il settore culturale. Il Dipartimento federale dell’interno sta elaborando in procedura accelerata un progetto di legge per provvedimenti economici aggiuntivi che possono essere impiegati a complemento degli altri strumenti per attenuare i casi di rigore nel settore culturale. In questo modo vuole evitare di mettere a repentaglio il futuro di appuntamenti culturali ricorrenti e sostenere in particolare gli operatori culturali indipendenti che si trovano in una situazione di emergenza. Nel quadro dell’elaborazione della legge deve essere anche esaminato come coinvolgere nel finanziamento i Cantoni, in quanto enti responsabili del settore culturale.

Provvedimenti nel settore dei trasporti pubblici

Il Consiglio federale ha preso atto delle raccomandazioni dell’UFSP sull’uso dei trasporti pubblici, che sono la base del buon funzionamento dell’economia e una componente importante della nostra società. Se usati in modo assiduo, comportano tuttavia un rischio accresciuto di infezione da nuovo coronavirus. Per ridurre al minimo questo rischio, l’UFSP raccomanda di evitare il più possibile l’uso dei trasporti pubblici. Chi ha sintomi di una malattia respiratoria e chi ha più di 65 anni non deve prendere i mezzi pubblici. I datori di lavoro sono invitati a concedere ai loro dipendenti orari di lavoro il più flessibili possibile per permettere loro di evitare le ore di punta. Se possibile, ai dipendenti deve essere accordato il telelavoro. Devono inoltre essere attuate misure di protezione del personale nei mezzi di trasporto e bisogna rinunciare ai servizi sui treni.

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2 Commenti

  1. vorrei andare in Germania a trovare miei genitori in Germania e devo solo passare dalla svizzera provienente dalla Toscana -Italia , quando posso fare questo viaggio ?

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